Australia - stagione 1, la recensione
Abbiamo recensito per voi la prima stagione di Australia, serie Wilder scritta da Leonardo Favia
Fumettallaro dalla nascita, ha perso i capelli ma non la voglia di leggere storie che lo emozionino.
In un futuro non troppo lontano, dunque, l’Australia è regredita a una condizione di Far West ottocentesco in cui le sole sette città sopravvissute garantiscono una condizione di vita simile alla nostra. L’entroterra, quella porzione di territorio nazionale al di fuori delle mura che difendono le città, è un insieme di leggende e dicerie orrorifiche animato da mostri e selvaggi pronti a rivendicare il proprio diritto a vivere in un mondo civilizzato. In questo contesto seguiamo le indagini dell’Agente Ombra dell’ASIO, Somerset Maugham, giunto a Perth per scoprire chi ha ucciso uno scienziato locale, il professor Hooper. Ad accompagnarlo, la giovane agente Cynthia Felton, figlia dell’ex sindaco della settima città.
Partendo, dunque, da un presupposto caro alla narrativa apocalittica, Favia delinea una trama lineare in cui non mancano colpi di scena e complotti. Il ricorso a questi espedienti, da un lato, porta alla creazione di un’immediata empatia con i protagonisti, i quali si trovano a vivere pericoli in successione; dall’altro, permette allo sceneggiatore di giocare con la verità così come viene percepita, costringendo spesso il lettore a doversi ricredere sulla natura dei personaggi coinvolti. Australia propone dunque una trama solida e ben orchestrata, valorizzata da caratterizzazioni riuscite e un ritmo narrativo adrenalinico.
Australia resta dunque un’opera intensa e intrigante che avrebbe meritato maggior coerenza artistica in fase di realizzazione, e ci auguriamo che possa trovarla nella prossima stagione.