Weapon X #1, la recensione
Partenza in sordina per Weapon X, di Greg Pak e Greg Land: la sensazione di deja vu è schiacciante...
Le premesse: mentre il resto dei mutanti raccolti sotto le insegne del progetto editoriale ResurrXion si avvia verso un’età di eroismo e di maggiore accettazione (almeno da parte del resto della comunità supereroistica), a Weapon X andrebbe il compito di esplorare i retroscena più oscuri, violenti e torbidi del mondo mutante, schierando da un lato i killer e gli antieroi più oscuri degli X-personaggi - da Vecchio Logan a Sabretooth fino a Lady Deathstrike - e dall’altro una misteriosa nuova incarnazione del Progetto Arma X, animata stavolta da propositi genocidi nei confronti di tutta la razza mutante. Il tutto capitanato dal team creativo dei due “Greg”, Greg Pak e Greg Land.
Non è così per Weapon X, che essenzialmente ci propone una caccia all’uomo nei boschi tra Vecchio Logan e un paio di killer robotici (been there, done that, direbbero gli americani, almeno un centinaio di volte) e i prodromi di quella che sarà la formazione del gruppo, con il fu Wolverine che va a fare visita a un Sabretooth in odore di eremitaggio, attirandogli addosso i suddetti killer pur di indurlo a fare fronte comune.
Poco o nulla è dato di percepire della “nuova gestione” di Arma X, le cui scene si limitano a un siparietto tra alcuni scagnozzi di basso rango che si fanno beffe di una Deathstrike prigioniera. Comprensibile che Pak non voglia scoprire subito le carte rivelando le menti e i capi dietro quest’ultima incarnazione di una delle più famigerate organizzazioni dell’Universo Marvel, ma - ancora - quel poco che si vede è applicabile a così tante delle organizzazioni malvagie che abbiamo conosciuto negli ultimi decenni che si fa davvero fatica a credere che da queste partenze archetipali possa nascere qualcosa di davvero speciale.
Ovviamente, la speranza è di essere smentiti/disattesi e vedere nei prossimi numeri dipanarsi una trama che possa davvero rendere giustizia alla promessa di atmosfere oscure, estreme e torbide che l’autore stesso ha evocato in svariate interviste. Per ora, però, l’avventura iniziale non si distacca da una traccia che ci è stata proposta in innumerevoli storie, e suscita un certo rammarico vedere un alone di banalità o di dejà vu accanto a un nome come Weapon X, che a suo tempo seppe fare la storia del fumetto supereroistico.
La serie può (e dovrà) riscattarsi, ma tra quelle uscite sotto le insegne di ResurrXion è al momento quella che parte offrendo di meno rispetto a quanto promesso. Le lunghezze da recuperare nei numeri a venire saranno parecchie.