Star Wars: Screaming Citadel #1, la recensione

Atmosfere oscure, personaggi approfonditi e scenari visionari: Screaming Citadel alza l’asticella delle avventure di Star Wars

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Star Wars: Screaming Citadel #1, anteprima 01Circa un anno e mezzo fa, le due testate portanti di Star Wars targate Marvel si incontravano nel loro primo crossover: Star Wars e Darth Vader, assieme, davano il via all’arco narrativo Vader Colpito, in cui i protagonisti delle rispettive serie convergevano per affrontarsi in una sarabanda di scontri diretti in tutte le salse sul misterioso pianeta in cui l'Oscuro Signore era precipitato: una storyline efficace ma molto lineare che aveva principalmente il compito di regalare faccia a faccia memorabili quanto interazioni divertenti e dirette tra i molti protagonisti in scena.

Al momento di pianificare il secondo crossover cambia qualche dettaglio - al posto della serie su Darth Vader abbiamo Doctor Aphra - ma rimangono al timone i due autori principali del filone starwarsiano, Jason Aaron e Kieron Gillen, che saggiamente optano per esplorare un tipo di storia e un filone totalmente diverso, e la scelta si rivela ambiziosa e a tratti impegnativa, ma in ultima analisi indovinata e gratificante.

Sarebbe stato facile e forse anche più comodo per il team creativo limitarsi a fornire un more of the same instaurando un’altra royal rumble tra i protagonisti. La decisione di voler invece esplorare addirittura un genere narrativo relativamente inedito in Star Wars, quello horror, regala immediatamente una ventata di freschezza, un sense of wonder gradito e inaspettato che a volte viene a mancare quando ci si aggira per troppo tempo in ambienti noti e familiari come Star Destroyer Imperiali, basi Ribelli e pianeti desertici.

Star Wars: Screaming Citadel #1, anteprima 02Senza addentrarci troppo nella trama per non rovinare il gusto della lettura, la storia prende il via quando Luke Skywalker decide - contro il buon senso - di partire in missione con la poco affidabile Aphra alla volta della cittadella in questione. L’obiettivo di Luke è evidente e lineare: trovare qualcosa che gli permetta di proseguire il suo addestramento nella Forza in un universo che lo ha lasciato privo di un mentore. I fini di Aphra sono, com’è facile immaginare, più sfuggenti e ambigui. E sebbene il numero d'esordio sia incentrato quasi esclusivamente imperniato sulle avventure dei due protagonisti, è facile intuire che il resto del team di Luke, una volta scoperta l’improvvida alleanza, giungerà presto sul posto per unirsi alle danze.

Tre i punti di forza dell’albo che promettono di fare di Screaming Citadel uno degli eventi narrativi starwarsiani più divertenti e piacevoli dell’anno:

Per prima cosa, le interazioni tra i personaggi. Là dove Vader Colpito, nella foga della battaglia, lasciava ben poco spazio agli approfondimenti e alle caratterizzazioni, Screaming Citadel si prende il tempo necessario per mettere in contrasto i protagonisti non solo sul campo di battaglia, ma anche in termini di moralità e di motivazioni. Ne guadagna sicuramente Luke Skywalker, che si merita una storia da protagonista senza un cast troppo affollato a rubargli la scena e che riporti giustamente sotto i riflettori la sua quest di iniziazione e crescita; ma ne guadagna soprattutto Aphra, che all’ombra di Darth Vader aveva poche occasioni di distinguersi e che nella sua serie personale vive avventure interessanti, ma un po’ troppo isolate dal resto del contesto stellare. Il raffronto ravvicinato e prolungato con un’icona di Star Wars come Luke Skywalker fa molto bene al personaggio, i cui lati ironici e tragici emergono finalmente nel giusto mix.

Star Wars: Screaming Citadel #1, anteprima 03Seconda cosa, Screaming Citadel è un altro apprezzatissimo passo verso lo Star Wars più cupo e adulto a cui ci stanno abituando produzioni come Rogue One. Anche se non mancano i momenti comici e prettamente d'azione, le concessioni allo slapstick o al pubblico infantile che spesso hanno piagato altri importanti capitoli della saga sono fortunatamente assenti. E le atmosfere gotiche evocate dalla storia promettono di essere un elemento portante del crossover al pari dei protagonisti, anche se la sensazione è che di questo elemento si sia grattata solo la superficie (il vero, primo momento horror è il cliffhanger finale con cui si chiude l’albo.

Terzo, ma non meno importante, il contributo grafico di Marco Checchetto. È facile essere tacciati di partigianeria quando alle matite di un fumetto starwarsiano abbiamo un nome italiano, ma con Screaming Citadel Checchetto si conferma probabilmente il miglior disegnatore che la Marvel possa schierare in quella galassia lontana lontana, da un lato mantenendo un suo stile coerente in tutto l’albo, ma dall’altro sapendolo plasmare con grande duttilità ai molti scenari diversi in cui si muovono i personaggi, passando da un tradizionalissimo archetipo di Star Wars come la sordida taverna delle prime pagine della storia a qualcosa di totalmente inedito e visionario come la cittadella gotica che dà il nome alla storia e i suoi sinistri abitanti.

Star Wars: Screaming Citadel #1, anteprima 04Nessun difetto per Screaming Citadel, dunque? Vale forse la pena di segnalare quella che è la sua natura intrinseca di “preambolo” alla storia vera e propria: in essenza, questo one-shot si preoccupa di porre tutti i pezzi sulla scacchiera, di presentare personaggi e situazioni e di stabilire l’atmosfera, ma è ovvio che le danze vere e proprie inizieranno nei numeri successivi del crossover, affidati alle serie regolari Star Wars e Doctor Aphra.

Da un lato, creare aspettativa e fomento per i capitoli successivi è proprio quello che un numero introduttivo dovrebbe fare, e in questo Screaming Citadel ha ampiamente successo. Dall’altro, forse un boccone succulento in più per soddisfare l’appetito in termini di payoff non sarebbe guastato, ma stiamo comunque discutendo di minuzie.

In conclusione: atmosfere oscure, maggiore approfondimento dei personaggi, soluzioni visive affascinanti: se Vader Colpito era la Nuova Speranza dei crossover a fumetti, Screaming Citadel ha tutte le carte in regola per presentarsi come L’Impero Colpisce Ancora. E scusate se è poco!

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