Napoli Comicon 2017, Panini – Disney: W la bici, incontro con Paolo Mottura
Il resoconto dell'incontro con Paolo Mottura dedicato alla storia celebrativa di Topolino per il centenario del Giro d'Italia
Il ciclismo è un tema a te caro. Che impressione ti ha fatto ricevere la sceneggiatura di questa storia?
Per un disegnatore è importante avere una storia ben scritta. Il tema è secondario. E questa è un’ottima sceneggiatura, molto ben concepita. Ed è particolare perché ha diversi registri: è umoristica e leggera, ma al contempo profonda. In alcuni snodi viene evidenziato il pensiero di Paperino, gregario e rivale di un campione, e in altri momenti si ride.Lo stesso “cattivo” (l’avversario di Paperino) attraversa più fasi: prima è scorretto e senza scrupoli, interessato solo alla vittoria, per poi evolvere e decidere di gareggiare in maniera sportiva e leale, come insegnano Coppi e Bartali. E, sì, mi sono anche divertito perché il ciclismo è una delle mie grandi passioni: la bici è un mezzo di trasporto, ma anche un modo per esplorare il mondo.
Sei appassionato di ciclismo da sempre, quindi?Sì. Quando ero piccolo era il periodo della crisi del petrolio e dell’austerity. L’unico modo per spostarsi diventava quindi la bici. Io avevo tre anni e portavo la bicicletta con le rotelle: dovevo seguire quella di mio padre e mia madre, invece, chiudeva questa nostra piccola carovana.
La direttrice ha quindi chiesto a Vito Notarnicola, altro appassionato di ciclismo, com’è Paolo Mottura come compagno di viaggio.
Ho avuto l’onore di vedere Paolo in bici allo Stelvio, quasi sempre senza mani. È stato bravo perché mi ha sempre aspettato. Allora scherzavamo sul fatto che, prima o poi, avremmo fatto una copertina sul ciclismo. E alla fine l’abbiamo fatta davvero.
Nel realizzarla si sono susseguite varie idee. Pensavamo ad un colore più acceso, più fluo, come sfondo a Coppi e Bartali. Alla fine ha vinto una copertina dal tono più “invecchiato” e caratterizzata dall’effetto morbido al tatto, detto soft touch. Il tratto delle figure di sfondo è leggerissimo, per dare risalto alle figure dei due ciclisti.
Tornando a Paolo Mottura, Valentina De Poli gli ha chiesto se disegnare la bicicletta è difficile come disegnare un cavallo, nota “bestia nera” di tanti fumettisti.
Come nella maggior parte delle cose che faccio, sono incosciente e non mi pongo tante domande. Per me è facile, poi bisogna vedere se è venuta bene oppure no. In generale, però, Paperino in bici non funziona bene per un problema di proporzioni: bisogna barare, allungando le zampe e rimpicciolendo la bicicletta.
Ancora peggio, però, è stato disegnare Topolino sulle due ruote in Dylan Top, dove la sceneggiatura prendeva che salisse su una bici alta, adatta invece a Pippo. L’importante, ad ogni modo, è animare questi oggetti inanimati in base al momento della storia, deformandoli per rendere la velocità o la staticità.
Circa il fumetto, sceneggiata da Sisto Nigro, Mottura ha aggiunto:
Mi è piaciuto lavorarci perché avrei potuto disegnare i posti in cui sono stato e a cui sono affezionato. Il Giro d’Italia ha la peculiarità del territorio: si dice che sia la corsa più bella da vedere. Il Tour de France, in questo, è relativamente più noioso, anche se è più grande come gara. Peccato, però, aver scoperto solo dopo aver iniziato a lavorare agli studi degli ambienti che la trama non parlava del Giro d’Italia… ma del Giro del Calisota! Ho dovuto cancellare tutto e sostituire i paesaggi del nostro Paese con vedute del Grand Canyon e della Monumenti Valley. Qualcosa di italiano, però, è rimasto, perché alcune vignette mi sono rifiutato di cancellarle.
La storia finisce all’inizio della tappa più importante della gara. Non importa chi la vincerà, non è quello il senso della narrazione. Nel ciclismo tutti gareggiano per vincere, ma è impossibile senza gli altri. Durante le gare si formano strane alleanze, fino a pochi metri dall’arrivo, dove queste si rompono e scatta la competizione. Anche i grandi campioni non arrivano al traguardo da soli, ma devono farlo in gruppo. E in questo è fondamentale il gregario, grande sportivo senza magari le qualità del campione.
Tra le comparse dell’ultima vignetta, pronti alle sprint finale, ci sono anche i ciclisti che hanno fatto la storia di questo sport: Coppi, Bartali, Merckx, Pantani… fino a un singolare tizio in velocipede.