Star Wars: Una Nuova Alba, la recensione
Abbiamo recensito per voi il romanzo Star Wars: Una Nuova Alba, di John Jackson Miller, prequel di Star Wars Rebels
Stesso timeframe ma differente continuity: Una Nuova Alba è ambientato negli anni di massimo splendore dell’Impero, durante i quali non vi è traccia di una ribellione strutturata, su larga scala, e in cui i giovani cresciuti sotto il nuovo regime stanno cominciando ad assumere un ruolo di rilievo nei meccanismi burocratici e militari.
Miller compie un ottimo lavoro sui personaggi riuscendo a far appassionare a una vicenda che, almeno sotto un certo punto di vista, intuiamo come andrà a finire, conoscendo la serie TV. E, anzi, al termine della lettura verrebbe voglia di scoprire di più: in quali circostanze Sabine, Zeb e Chopper si sono uniti alla crew della nave spaziale?
Per i fan dell'Universo Esteso originale è impossibile non fare confronti, in questo caso, con la figura di Natasi Daala, personaggio creato da Kevin J. Anderson e - all’epoca del suo esordio - unico imperiale donna, una strana anomalia che le aveva reso ardua l’ascesa al grado di ammiraglio.
Come ormai ampiamente dimostrato su più media, la nuova continuity punta molto sulla “parità” e il ruolo di Sloane - personaggio chiave per le sue doti, anziché per il genere di appartenenza - è un’ulteriore gradita conferma di questo trend.
Un altro subplot decisamente riuscito è quello relativo al Conte Denetrius Vidian e alla sua rivalità con il Barone Lero Danthe per i favori dell’imperatore. Vidian è, tra i personaggi creati appositamente per Una Nuova Alba, sicuramente il più affascinante per metodi, backstory e - non ultimo - per la sua particolare condizione di cyborg che se per certi versi fa tornare alla mente Darth Vader, per altri ci presenta un avversario inedito ed estremamente interessante.
Last but not least: Star Wars non è fantascienza. È una space opera in cui siamo abituati a veder infrante le leggi della fisica in virtù della narrazione; va detto, però, che dove possibile fa piacere ritrovare una certa attenzione ad alcuni basilari concetti di astronomia che riescono a rendere più “vero” l’universo in cui ci immergiamo. Vedere quindi trattare correttamente, seppur in modo superficiale, temi come la rotazione sincrona e le interazioni gravitazionali non può che far piacere, soprattutto dopo quanto visto ne Il Risveglio della Forza (qualcuno ha detto “Base Starkiller"?).