Overlord 1 - 2, la recensione

Andiamo a scoprire il manga Overlord, l'ultima scommessa Fantasy vinta da J-POP

Classe 1971, ha iniziato a guardare i fumetti prima di leggerli. Ora è un lettore onnivoro anche se predilige fumetto italiano e manga. Scrive in terza persona non per arroganza ma sembrare serio.


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J-POP ha rilasciato da pochi giorni il quarto volume di Overlord, la serie a fumetti tratta dalle light novel scritte da Kugane Maruyama e illustrate da so-bin, curatore anche del character design. La storia ha avuto un tale successo in patria da venire trasposta in un anime prima ancora che in questo manga, edito da Kadokawa e disegnato da Fugin Miyama.

Overlord risulta subito intrigante per l'originalità della trama, che vede un ragazzo appassionato di realtà virtuale rimanere intrappolato nel mondo da lui creato sul web. Il giovane Satoru Suzuki è uno dei migliori giocatori di Yggdrasil, un MMORPG (MassiveLY Multiplayer Online Role-Playing Game) che ha contribuito a sviluppare - come dice il nome stesso - sulla falsa riga dell'albero cosmico della mitologia nordica.

Dopo un riscontro eclatante per la sua modularità e per l'estrema personalizzazione insita nel videogame, Yggdrasil è giunto alla fine e il server che lo ospita deve essere spento. A pochi minuti dallo shutdown, stabilito a mezzanotte, Satoru decide di collegarsi per vestire un'ultima volta i panni del suo avatar Momonga, signore della Grande Catacomba di Nazarick e capo della gilda di Ainz Ooal Gown; è uno dei maghi più temuti, un lich (un non morto) dai poteri smisurati. Spintosi fino all'enorme sala del trono e scoccata l'ora fatidica, con suo grande stupore il protagonista si ritrova ancora all'interno del suo mondo virtuale mentre gli NPC (i personaggi controllati dal computer) iniziano ad animarsi improvvisamente e a rendergli ossequio.

Da quel momento in poi sarà una continua scoperta, trascinati nell'esplorazione di uno spazio fantastico, variegato e ricco di sfumature così come di pericoli e minacce. Nel secondo volume si comincia a conoscerlo sul serio, quando Momonga, sotto la falsa identità dell'avventuriero Momon, dalla nera armatura, decide di abbandonare le mura sicure del proprio palazzo per avventurarsi alla ricerca di altri giocatori, magari rimasti intrappolati come lui in Yggdrasil.

La forza e la presa di Overlord sul lettore si basa innanzitutto su una formulazione inedita della quest tradizionale che non è legata alla natura di quell'universo, ma è altrettanto, se non più accattivante e coinvolgente. Il mistero e l'interesse vengono raddoppiati inoltre per la sorte di Satoru, in dubbio su entrambi i piani esistenziali. Riguardo questo tema non può essere taciuto il riferimento inequivocabile al desiderio puerile e al contempo poetico, di evadere, di fuggire la monotonia della realtà quotidiana, della vita vera per perdersi in altri lidi di qualsivoglia natura.

Il manga di Maruyama non avrebbe tuttavia il meritato successo in Giappone e all'estero se non fosse sorretto da un ritmo sequenziale battente e una sceneggiatura ammiccante e coinvolgente - merito di Satoru Oshio - così come da un'attenta profilatura dei comprimari. Completa l'eccellente mosaico narrativo l'arte e la tecnica di Miyama, padrone sempre dell'opportuno registro stilistico richiesto dalla particolare scena.

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