Marvel NOW!: Mike Del Mundo sui pro e i contro di disegnare Avengers
Mike Del Mundo torna a parlare di Avengers e del suo stile di disegno in costante evoluzione sulla serie
Alpinista, insegnante di Lettere, appassionato di quasi ogni forma di narrazione. Legge e mangia di tutto. Bravissimo a fare il risotto. Fa il pesto col mortaio, ora.
Non credo di aver cambiato in maniera consapevole il mio stile, nel disegnare Avengers. Mi sono però accorto di aver iniziato a rappresentarli, in maniera sottile ma evidente, con l'atteggiamento di chi ha qualcosa da dimostrare e l'ansia di farlo, da Civil War II in poi. Più arrabbiati e con diversi dubbi, soprattutto su Spider-Man. Ora che me lo fate notare, mi rendo conto che gli unici sorrisi che ho disegnato sono sui volti dei cattivi.
Il gruppo è davvero eterogeneo come personalità. Si passa dalla forza fisica nuda e cruda di Ercole al compassatissimo Visione. Il che mi permette di giocare con così tanti elementi da rendere impossibile annoiarsi. Credo che sia questo l'affare che ho fatto, lo scambio tra me e la serie. Mi tocca disegnare un sacco di personaggi, ma questo mi garantisce di poter scoprire, inventare, variare moltissimo.
In questa guerra contro Kang, vediamo un sacco di momenti che mi costringono a fermarmi e pensare a quel che sto disegnando per trovare una soluzione di messinscena. Ma più che grattarmi la testa nel dubbio, mi frego le mani al pensiero dei brainstorming con Mark.Uno dei momenti più faticosi e divertenti assieme? Realizzare un intero esercito di Kang tutti diversi contemporaneamente. Una massa di Conquistatori possibili, provenienti da linee temporali e realtà disparate.
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