Io, videogiocatore, e i fumetti di Assassin’s Creed: The Fall

La prima invasione del brand di Ubisoft nei fumetti? Assassin’s Creed: The Fall, letto e analizzato da un videogiocatore

Lorenzo Kobe Fazio gioca dai tempi del Master System. Scrive per importanti testate del settore da oltre una decina d'anni ed è co-autore del saggio "Teatro e Videogiochi. Dall'avatara agli avatar".


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C’è una ferrea coerenza interna al brand di Assassin’s Creed che si riassume e si fortifica attorno a pochi, ma caratteristici elementi che, di fatto, hanno sempre reso la crossmedialità un’operazione valutabile, possibile, persino augurabile. Il recente esperimento cinematografico (promosso dal sottoscritto a pieni voti) è lì a dimostrarlo: basta poco per rendere un prodotto culturale qualsiasi facilmente riconducibile al brand di Ubisoft, serve ancor meno per dare vita a storie che, in un modo o nell’altro, arricchiscono ulteriormente un running plot quanto mai complesso, eppure facilmente scomponibile in avvincenti e comprensibili segmenti ambientati, di volta in volta, in differenti epoche storiche.

The Fall, opera edita negli Stati Uniti in tre numeri, tutti pubblicati nel corso del 2011, segna il debutto della serie nel mondo dei fumetti, primo territorio di conquista lontano dai consueti mondi digitali realizzati con cura e dovizia di dettagli dagli artisti della software house francese.Assassin's Creed The Fall copertina

Con il buon Altair ed Ezio Auditore già all’epoca noti a fan e protagonisti di un paio di iterazioni a testa, tra episodi regolari e spin-off, per l’occasione, sotto la stretta sorveglianza del publisher francese, il duo composto da Cameron Stewart e Karl Kerschl, autori e disegnatori dell’opera, gettano nella mischia un Assassino nuovo di zecca, ovviamente accompagnato da un lontano (?) parente che vive ai giorni nostri. Canadese il primo, vanta collaborazioni di tutto rispetto con Ed Brubaker e Grant Morrison presso la DC Comics, prima di traghettarsi alla Marvel dove riesce a mettere la sua firma su Guardians of the Galaxy e Amazing X-Men. Karl Kerschl, anch’esso canadese, dal canto suo ruota per quasi tutta la sua carriera attorno alla DC Comics, prestando il suo estro a serie come Adventures of Superman e Teen Titans.

Non certo due pesi massimi, ai tempi, ma nemmeno gli ultimi arrivati. E si vede, perché il plot fa esattamente ciò che ci si aspetterebbe da un qualsiasi episodio videoludico di Assassin’s Creed: rimbalza di continuo da un’epoca storica all’altra, arrivando quasi a confondere il lettore con un montaggio volutamente caotico che riproduce e restituisce lo stato confusionale in cui riversa Daniel Cross, protagonista, in epoca contemporanea, della vicenda.

Afflitto da gravi problemi con l’alcool, sulle prime è semplicemente l’ennesimo sconfitto della vita, un perdente destinato a fare una brutta fine. Poco a sorpresa, alcune visioni svelano il suo diretto collegamento con Nikolai Orelov, Assassino vissuto nella Russia dei primi del Novecento, fautore, insieme ad altri membri dell’Ordine della deposizione dell’ultimo Zar, Nicola II.

Il nome del personaggio, ai videogiocatori più esperti, non suonerà nuovo. Orelov è difatti già co-protagonista di Assassin’s Creed Chronicles: Russia, interessante e riuscitissimo spin-off bidimensionale, improntato sulla risoluzione di enigmi, in cui il nostro è lievemente più anziano rispetto a buona parte degli eventi narrati in The Fall.

L’intreccio narrativo si muove lungo due tracce temporali, intimamente connesse, che svelano progressivamente nuovi dettagli sulla vita di Daniel Cross, nonché sulla sparizione del Bastone dell’Eden, portentoso manufatto, in possesso ai Templari, misteriosamente connesso ai famosi eventi che sconvolsero la piana di Tunguska, in Siberia.

La vivacità della sceneggiatura, consentita e incentivata dai repentini cambi di setting, fa il paio con l’ottima caratterizzazione dei personaggi. La vicenda non ha certo il respiro e l’ambizione che si aspetterebbe chi conosce a menadito le imprese di Ezio Auditore e compagni, ma riesce nell’intento di fornire ai fan dettagli piuttosto interessanti e inediti sulla lotta tra Assassini e Templari. Al di là della sfortunata e tormentata missione di Orelov, il finale, dominato da un colpo di scena magistralmente inscenato, offre uno spaccato dell’Ordine assolutamente inedito, che non mancherà di elettrizzare chi mastica da anni la saga. Se proprio va ricercato un limite nella trama di The Fall, questa è riconducibile alle dimensioni ridotte dell’opera, che ha evidentemente costretto gli autori a sacrificare qualsiasi figura secondaria e ad annacquare certi passaggi con fin troppe omissioni e passaggi sottintesi.

Assassin's Creed The FallDal punto di vista visivo, l’opera si concede ben pochi virtuosismi. I volti lasciano trasparire le emozioni e i pensieri dei personaggi. Alcuni paesaggi particolarmente ispirati, soprattutto legati alla Russia rivoluzionaria, riescono a regalare qualche brivido. Certe scene di lotta esprimono i movimenti sinuosi degli Assassini e i rabbiosi attacchi dei Templari.

Tuttavia la sensazione generale è che manchi sempre qualche dettaglio, un pizzico di carattere che avrebbe reso alcuni passaggi ancora più oscuri e altri più attraenti. Facile ipotizzare che Ubisoft abbia consigliato agli autori un approccio il più possibile mainstream, che magari non si slegasse completamente dai toni più caldi utilizzati in Assassin’s Creed II. Ne soffre la caratterizzazione generale del volume, ma innegabilmente si tratta di un lavoro comunque accettabile.

Assassin’s Creed: The Fall è un prodotto esclusivamente indirizzato agli appassionati, già a conoscenza di cosa sia un Animus e dei precetti principali su cui si sorregge l’Ordine. A differenza del film, godibile praticamente da chiunque, con questo fumetto i neofiti si ritroverebbero tra le mani un racconto confuso che, come già detto, non offre spiegazioni, né si dilunga in eventuali riassunti proprio per rispettare le dimensioni contenute dell’opera.

The Fall è insomma apprezzabile, a patto di conoscere la saga di riferimento. Pur senza particolari picchi qualitativi dal punto di vista artistico, la sceneggiatura rispetta quelli che sono i capisaldi del brand di Ubisoft, proponendo persino un paio di colpi di scena davvero riusciti.

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