Tex 674: I quattro cavalieri, la recensione

"I quattro cavalieri", di Mauro Boselli e Fabio Civitelli, è un'altra inquietante e imperdibile storia di Tex

Classe 1971, ha iniziato a guardare i fumetti prima di leggerli. Ora è un lettore onnivoro anche se predilige fumetto italiano e manga. Scrive in terza persona non per arroganza ma sembrare serio.


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Tex 674 è il secondo dei tre atti volti a ridefinire il ruolo e le caratteristiche di Yama nell'intera continuity della serie. Abbiamo infatti appreso quanto il figlio di Mefisto sia sempre più somigliante in termini di crudeltà e macchinazioni al padre, nemico per eccellenza del protagonista e dei suoi pards.

Il simbolo sinistro con cui si è chiuso il numero del mese precedente sembra non lasciare dubbi ai nostri quattro ranger: il Signore della Morte è tornato. Come ci viene narrato in questo albo, Blacky Dickart è più risoluto e agguerrito che mai nel voler prendersi la rivincita contro gli odiati avversari del passato. È un uomo diverso, più maturo, che dimostra una fermezza che non gli era mai appartenuta. È così deciso, pericoloso e capace di incredibili e insidiosi tranelli che sembra essersi sbarazzato per sempre delle sue debolezze e fragilità.

Ne fanno le spese in apertura Tex, il figlio Kit, Carson e Tiger Jack. Il titolo, I quattro cavalieri, ovviamente non si riferisce a loro, ma ai fidati seguaci del mago, esperti anch'essi di magia nera. Sono loro ad aver depredato la missione (come abbiamo letto nell'episodio di novembre), rubando alcuni oggetti sacri, vecchi di centinaia di anni, per consegnarli al loro padrone.

Il suo piano verrà svelato lentamente lungo il dipanarsi dell'intreccio; il tutto grazie soprattuto al gradito ritorno di un personaggio assai amato dal pubblico: El Morisco, l'esperto di scienze occulte. Anche lui, insieme al fidato Eusebio, assaggerà la nuova, terrificante potenza del loro avversario.

Si cambia decisamente registro in questo nuovo capitolo della trilogia: il piombo e le colt sembrano inutili con un antagonista del genere, e ai nostri eroi servono astuzia, sangue freddo e l'aiuto dell'amico e studioso messicano. Niente spettacolari sparatorie dunque, ma gli effetti speciali si susseguono uno dopo l'altro, tutti di matrice sovrannaturale.

L'azione è comunque garantita anche se cede periodicamente il passo alle trame e alle gesta inquietanti di Yama. La regia e il ritmo di questo fumetto sono perfetti. La sceneggiatura di Mauro Boselli, incalzante, imprevedibile e densa di intrigo, fa restare incollati all'albo dalla prima all'ultima tavola.

Queste sono sbalzate dall'arte strabiliante di Fabio Civitelli, che sa rendere con efficacia unica una scena paradossale quanto una smorfia di Carson. La bellezza di queste 114 pagine si divora in un attimo, appagati da un'ennesima, imperdibile storia di Tex.

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