Marvel NOW!: Max Bemis e l'umorismo dark di Foolkiller
Lo sceneggiatore Max Bemis parla di Foolkiller, un vigilante in cerca di redenzione a spasso per la mente dei criminali
Alpinista, insegnante di Lettere, appassionato di quasi ogni forma di narrazione. Legge e mangia di tutto. Bravissimo a fare il risotto. Fa il pesto col mortaio, ora.
[caption id="attachment_135970" align="alignright" width="200"] Foolkiller #2, copertina di Dave Johnson[/caption]
Greg Salinger è Foolkiller. Inizialmente un vigilante, una specie di Punitore meno serio. Lo hanno sbattuto in un manicomio ed è finito a vagare per il mondo senza uno scopo, finché, ultimamente, non lo abbiamo visto lavorare per Deadpool nei Mercenari per Soldi. Non è un personaggio molto definito, dal punto di vista della personalità, ma stiamo per scoprire che ne ha un sacco.
Tendenzialmente ottimista, spinto a migliorare se stesso, crede che la sua vocazione di psicoterapeuta sia un modo per redimersi dal proprio passato di criminale lunatico, diventare un normale membro della società e avere un lavoro normale. Ora si trova dall'altra parte del divano e la cosa lo fa sentire grande. Ha il cuore al posto, ma è matto e l'idea generale è che non riesca a smettere di uccidere criminali, anche se ora li ha in cura e dovrebbe guarirli.Conosco Jordan White da molto tempo. Fu lui a coinvolgermi in Worst X-Man Ever, la mia prima storia per la Marvel, che avrebbe dovuto essere contenuta in una serie regolare, ma divenne una miniserie perché era troppo folle per non avere un proprio spazio. Jordan ha fatto grandi cose come editor su Deadpool e ha pensato a me per una delle nuove serie sui suoi ex mercenari.
Adoro lavorare con la Marvel e ho reso decisamente manifesto che sarei entusiasta di scrivere i testi per praticamente qualunque cosa, dato che sono un fan davvero esagitato. Sono cresciuto con i loro fumetti, così come anche quelli di altri editori, ma gli X-Men sono decisamente il mio primo amore.
Bemis, che ha ricevuto pressoché carta bianca dalla Marvel in termini creativi, dato che Foolkiller non è un personaggio noto e ben definito, ha affrontato e affronta problemi psichiatrici legati a dei disordini della chimica cerebrale, quindi non nasconde di mettere molto di sé in questa serie e di identificarsi molto facilmente con un personaggio che vuole fare la cosa giusta, ma è tradito dalle sue stesse pulsioni.
[caption id="attachment_135974" align="alignright" width="200"] Foolkiller #4, copertina di Dave Johnson[/caption]
Tutti noi, chi più chi meno, siamo in contrasto con la nostra identità. Dato che Foolkiller entra nella mente dei personaggi più disturbati dell'Universo Marvel, credo che questo tema sarà decisamente frequente. Supereroi e supercattivi proiettano un'immagine molto precisa di se stessi, ed esserne all'altezza non deve sempre essere facile. In più, la storia avviene in un mondo fatto di identità doppie e segrete.
Il mio senso dell'umorismo tende ad essere parecchio oscuro. Non è che sia l'unica forma di comicità che mi diverte, ma decisamente quella che mi prende di più, quando si espone la dura realtà della vita con una risata. Da scrittore, sono influenzato soprattutto dai comici ebrei e sono cresciuto con Robert Klein, Woody Allen e Larry David.
Ho scritto anche storie serie, ma mai che non contenessero almeno un elemento umoristico. Persino su Crossed ho trovato lo spazio per farlo e tutta la mia produzione indipendente è segnata da questo strano bisogno di ridere per evitare di piangere, in qualche modo. Foolkiller, che prende chiaramente le mosse da Deadpool, è la serie perfetta per manifestare questa mia natura di autore.
Bemis non nasconde di voler realizzare un fumetto in stile Garth Ennis e pertanto applaude al talento di Dalibor Talajic per il realismo, che paragona senza mezzi termini a quello di Steve Dillon. Un incontro fortunato, perché Bemis non si sente ancora in grado di dare consigli ai propri disegnatori e di scrivere pensando a quali siano le loro caratteristiche.
Bemis promette di recuperare parte della bizzarra storia di Foolkiller in passato, ma preferisce guardare avanti, con un approccio alla Warren Ellis, che gli consenta di partire dal personaggio per tradirlo e reinventarlo. Tuttavia, almeno un volto notissimo del passato del personaggio sarà presente nella storia.
Sto finendo di scrivere il primo arco narrativo. Più la serie andrà avanti, più avrò modo di introdurvi pezzi e personaggi dell'Universo Marvel. Cosa che mi entusiasma. Ci sono già scritti dei flashback che coinvolgono almeno tre icone fondamentali, parte dei ricordi di qualcuno.
Mi sto abituando a maneggiare gli eroi della mia infanzia. Conoscendomi, probabilmente un giorno esagererò e tenterò di uccidere un personaggio di serie A, tipo Daredevil. Il che sarebbe grandioso, ma ovviamente non me lo lasceranno mai fare.
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Fonte: Newsarama