Imperium vol. 2: Angeli Spezzati, la recensione
Abbiamo recensito per voi il secondo volume di Imperium, serie Valiant scritta da Dysart e disegnata da Eaton
Fumettallaro dalla nascita, ha perso i capelli ma non la voglia di leggere storie che lo emozionino.
Dopo aver indossato per anni una maschera, Harada è intenzionato a ottenere ciò per cui ha sempre tramato: il potere. Ha rubato - e trasformato nella sua base mobile - la super-portaerei statunitense Bush; ha sottratto alla Somalia un pezzo del territorio nazionale e ha fondato il suo stato - la Zona della Fondazione - dove far crescere e sviluppare una nuova società che offra speranza alla gente, cure mediche e assistenziali tali da debellare ogni male; ha dichiarato guerra al mondo intero, a tutti quelli che si oppongono alla realizzazione del suo utopico domani. Un ultimo sforzo separa Harada dal suo obiettivo e prevede la distruzione della Fondazione Spirito Nascente, degli H.A.R.D. Corps e l'impossessarsi del primo prototipo di reattore a fusione fredda, in grado di fornire energia pulita illimitata.
Nel momento in cui il climax raggiunge il suo punto più alto, Dysart introduce una terza figura, Divinity, che sbaraglia il campo e, in un interessante gioco di inversione di ruolo con lo stesso autore, inizia a riscrivere la storia fin qui letta scomponendo il continuum spazio-temporale e conducendo Harada in un crono-labirinto. L'effetto è sublime, un esercizio di stile che ammalia e conquista per la sua bellezza, un viaggio avanti e indietro lungo un sentiero tortuoso, pieno di insidie e trabocchetti da evitare.
Una storia in cui far scontrare due antagonisti dalle ambigue posizioni, Kozol e Harada, si apre a una più approfondita riflessione grazie all'inserimento di un terzo elemento, Divinity, che stravolge le carte in tavola. Questa trasformazione si riflette anche nelle pagine realizzate da Scot Eaton e nelle colorazioni di Brian Reber. Il primo conferisce dinamismo a scene che si svolgono in pochi metri quadrati e nel tratteggiare scenari fantasiosi quando Divinity inizia a giocare con lo spazio-tempo. Il suo tratto realistico è dotato di grande espressività, plasticità e si esalta in soluzioni a tutta pagina nei momenti topici della narrazione. Altrettanto ottimale è la gestione che Reber fa della palette di colori: tinte scure a trasmettere la tensione e l'angoscia dei concitati fatti a bordo del Leviathan; decisamente più luminose quando la speranza in un futuro migliore sembra prendere corpo nella Zona della Fondazione.
Angeli Spezzati rappresenta uno dei punti più alti del rinnovato Universo Valiant, una storia perfettamente imbastita che mantiene vivo l'interesse del lettore grazie ai suoi molteplici piani di lettura, e che spinge i personaggi coinvolti verso nuovi interessanti sviluppi.