Speciale Brendon 13: La mappa delle stelle, la recensione

La mappa delle stelle è il 13° Speciale di Brendon e presenta uno spettacolare crossover con Morgan Lost

Classe 1971, ha iniziato a guardare i fumetti prima di leggerli. Ora è un lettore onnivoro anche se predilige fumetto italiano e manga. Scrive in terza persona non per arroganza ma sembrare serio.


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Uscito la scorsa estate, il 13° Speciale Brendon è stato anche l'ultima pubblicazione della collana, in attesa del nuovo corso che nel 2017 rilancerà il personaggio con storie inedite. La mappa delle stelle non poteva che essere un albo doppiamente speciale, e Claudio Chiaverotti ha voluto dedicarlo a entrambi i suoi "figli", come ama chiamarli: Brendon e Morgan Lost, due antieroi ideati per Sergio Bonelli Editore

Con l'originalità che contraddistingue lo scrittore torinese, questo crossover è incentrato su alcuni dei nemici dei protagonisti. L'espediente per poter far incontrare due dimensioni spazio-temporali incompatibili tra loro non è certamente innovativo, ma lo diventa nel momento in cui la curiosità su cui ruota l'intera vicenda è il fatto che i rispettivi villain di Brendon e Morgan Lost si ritrovino proiettati gli uni nella realtà degli altri.

La trama si apre dunque con il Dottor Splatter e i Coniugi Rabbit intenti a seminare il panico nelle strade della Nuova Inghilterra mentre cavalieri onassiani e fate assassine imperversano per quelle di New Heliopolis. Com'è possibile che il futuro Medioevo del Cavaliere di Ventura e i passati distopici anni '50 del Cacciatore di Taglie abbiano potuto intrecciarsi, scambiandosi alcuni dei peggiori criminali?

La spiegazione è celata nel titolo del volume, e i nostri due beniamini dovranno trovarla indagando e gettandosi alla caccia di implacabili assassini. Sono tuttavia abituati a fronteggiare folli e psicopatici; anche da un punto di vista logico ed estetico i villain di Brendon non sfigurano, né risultano alieni nel mondo di Morgan Lost, e così pure vale il contrario.

Il fumetto che prende forma è un racconto particolarmente suggestivo in cui vengono esaltate le caratteristiche comuni delle due opere di Chiaverotti, la barbarie e l'orrore talvolta irrazionale a cui può dare vita il lato più oscuro del nostro animo, la solitudine struggente e la sofferenza interiore dei protagonisti; sono questi i veri punti di connessione, i legami metanarrativi che danno luogo al contatto più intenso tra i due universi.

I due mondi sono distinti con chiarezza grafica dall'eccellente lavoro cromatico di Arancia Studio: il bianco, rosso e nero relativo a Morgan Lost e l'intera tavolozza per Brendon. Questo spettacolo visivo amplifica la bellezza delle tavole di un maestro del chiaroscuro come Giovanni Freghieri, che ci restituisce sotto una luce inattesa il fascino del suo tratto così elegante e sensuale.

Come gli interpreti principali dell'episodio, due sono le ciliegine sulla torta: il delizioso frontespizio di Lola Airaghi e l'evocativa copertina di Fabrizio De Tommaso.

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