Chrono Star Wars #79: Darth Vader and the Ghost Prison
Un viaggio nel cuore nero, ma affascinante, dell’Impero: Darth Vader and the Ghost Prison, gemma dimenticata di Star Wars
Miniserie in 5 parti
Autore: Haden Blackman
Colori: Agustin Alessio
Copertina: Dave Wilkins, Tsuneo Sanda
La Guerra dei Cloni è finita da poco. L’Impero ha sostituito la Repubblica e Palpatine regna con il pugno di ferro sulla Galassia. Non esiste ancora l’Alleanza Ribelle, ma i dissidenti non mancano. Anche nelle gerarchie stesse dei regimi si nascondono persone che, vuoi per sete di potere, vuoi per reale desiderio di giustizia, sono disposte a prendersi il rischio di sovvertire l’ordine costituito e rovesciare il governo.
È questo il desiderio del Generale Gentis, capo dell’Accademia militare di Raithal. Gentis, in fondo, è un imperiale convinto e fedele. Ciò che non accetta è che Palpatine non si faccia scrupoli a sacrificare i suoi uomini, civili e militari, per raggiungere i suoi scopi. Non mette in discussione l’Impero, ma l’Imperatore. E dopo aver perso più di un figlio in nome di Palpatine, è deciso a mettere fine a tutto questo.
Dall’altra parte, invece, ci sono giovani cadetti come Laurita Tohm. Il giovane, sfigurato e privo di un braccio in seguito a un’esplosione causata dai separatisti durante la Guerra dei Cloni, si è diplomato ufficiale e, nonostante le menomazioni, è irremovibile nel suo desiderio di servire l’Impero. E l’Imperatore.
Quando il Palazzo Imperiale viene bombardato, mettendo a morte centinaia di soldati e quasi uccidendo lo stesso imperatore, Tohm - insieme al fedelissimo Moff Trachta (già apparso nella serie Empire) - è il solo di cui Vader si possa fidare per organizzare un contrattacco ai danni dei traditori.
Il ritmo è serrato e la sceneggiatura presenta moltissime sorprese.
Tra le location inaspettate in cui si snoda la storia, infatti, c’è anche il vecchio Tempio Jedi, abbandonato e in rovina. In quella che era la Sala del Consiglio, Vader e Tohm assistono alla registrazione di uno scontro verbale tra Anakin e i Maestri. Se questo serve, ai fini della trama, per scoprire l’esistenza della Ghost Prison del titolo, è anche un modo tramite cui Tohm si convince, vedendo l’altezzoso e sbruffone Anakin, di quanto i Jedi fossero nel torto. E di quanto, quindi, l’Impero sia nel giusto. Quando Tohm chiede a Vader che ne è stato di Anakin, apparentemente imbattibile, è impagabile la risposta del Dark Lord, che si rifà alla famosa “bugia” di Obi-Wan in Una Nuova Speranza: “L’ho ucciso!”
Decisamente suggestiva, sia come tema che come resa grafica (i disegni di Darth Vader and the Ghost Prison sono di rara bellezza) è anche il Prisma, la prigione fantasma, un carcere segreto dei Jedi in cui venivano rinchiusi i criminali di guerra durante il conflitto con i separatisti. Isolata nello spazio interstellare e con un equipaggio composto di soli droidi, ad eccezione di una solitaria guardiana Jedi, ignara di quanto fosse cambiata la Galassia da cui era rimasta tagliata fuori.
Eliminata la guardiana, i galeotti diventano l’esercito “irregolare” agli ordini di Vader, Tracha e Tohm, con cui il Dark Lord e l’Imperatore - ripresosi dall’attentato - mettono fine al tentato colpo di stato. Per il leale e malinconico Tohm c’è anche spazio per quella che potrebbe rivelarsi una storia sentimentale, con un’ex galeotta della prigione fantasma, vittima degli eventi della guerra, a cui è concesso il perdono imperiale e l’arruolamento ai comandi di Tohm stesso, promosso ad ammiraglio.
Tohm ha dimostrato di essere un imperiale perfetto. Leale, preparato e convinto. Troppo perfetto per i gusti di Vader. “Potrebbe essere un ottimo sostituto, se tu dovessi fallire!”, afferma l’imperatore a Darth Vader. Sebbene, in quanto imperiale, sia uno dei “cattivi” a questo punto il lettore si è ormai affezionato a Tohm. L’atto di autotutela di Vader, che lo scaraventa nel vuoto, è un finale estremamente amaro.
Equilibrio della Forza
Lato Chiaro
Tutto, dalla storia, ai fantastici disegni, funziona alla perfezione.
Lato Oscuro
Onestamente è difficile trovare dei difetti in questa miniserie. Se vogliamo, possiamo chiederci perché Tohm non faccia uso di impianti protesici, pratica comune nell’universo di Star Wars. Ma è chiaro che il suo aspetto menomato è parte fondamentale della sua caratterizzazione, per cui è un “difetto” trascurabile.
Giudizio Finale
Una piccola perla, conosciuta pochissimo e da recuperare assolutamente.
CHRONO STAR WARS: