Archer & Armstrong vol. 6: American Wasteland, la recensione

Abbiamo recensito per voi American Wasteland, sesto volume della serie Archer & Armstrong della Valiant Comics

Fumettallaro dalla nascita, ha perso i capelli ma non la voglia di leggere storie che lo emozionino.


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Archer & Armstrong vol. 6: American Wasteland, anteprima 01"Mito" è una parola greca che significa racconto, narrazione. Inizialmente si trattava di storie sacre dalla natura non reale, ma che le popolazioni antiche ritenevano vere. In genere si trattava di esperienze tramandate oralmente e poi scritte, che riflettevano il modo di pensare del popolo che le inventava. Oggi, questa parole viene spesso associata a personaggi del mondo della musica, del cinema e dell'arte che vengono elevati al rango di miti da una pletora di seguaci adoranti, che trasformano sovente persone dall'esistenza comune a delle divinità. Alcuni di loro resistono al passare del tempo, altri muoiono quando il loro ultimo ricordo cade nel dimenticatoio. Di queste figure mitologiche, di verità dietro la cortina di misticismo, si parla in questo brossurato Valiant edito in Italia da Edizioni Star Comics intitolato Archer & Armstrong vol. 6: American Wasteland.

Obadiah Archer è alla ricerca dei suoi genitori naturali, un viaggio che lo conduce, insieme al suo partner Armstrong, sulla West Coast. Grazie a dei file sottratti da Bloodshot al Progetto Spirito Nascente, Archer ha individuato la posizione dei suoi a Los Angeles, presso la sede della Chiesa di Retrology, gestita dal fondatore James Douglas Morrison, il Re Lucertola. L'approccio è tutt'altro che amichevole e ben presto Archer e Armstrong sono coinvolti nella ricerca dell'arma realizzata dal Faraone Akhenaten, la Ruota di Aten. Solo così il giovane Archer potrà conoscere il proprio passato e scoprire le sue origini.

Archer & Armstrong vol. 6: American Wasteland, anteprima 02Nella rinascita editoriale dell'Universo Valiant, serie come Bloodshot, Unity X-O Manowar si sono sempre contraddistinte per una taglio decisamente maturo conferito alle tematiche trattate. Dietro alla bella cortina di superesseri immortali, o provenienti da epoche passate, si scorgeva sempre forte il riferimento a una scena internazionale sensibile all'evoluzione delle dinamiche socio-politiche globali. Non sono mancate le occasioni in cui abbiamo lodato il lavoro e l'approccio di questa casa editrice che ha saputo imporsi nel comicdom grazie alla sua attenta programmazione e alla qualità intrinseca dei suoi autori. Archer & Armstrong, invece, prova a esplorare territori che, sebbene inseriti in un contesto attuale, si allontanano dal percorso tracciato sulle altre testate, preferendo analizzare le influenze sugli esseri umani dei miti, delle credenze, della sempre maggiore ricerca della fama.

Del resto la splendida copertina di questo volume, realizzata da Michael Walsh e omaggio all'iconica cover dell'album dei Beatles Sgt. Pepper's Lonely Hearts Club Band, può considerarsi un vero e proprio manifesto programmatico di queste storie scritte da Fred Van Lente. Il viaggio attraverso le stanze del Fameotorium, infatti, è una retrospettiva sugli ultimi sessant'anni di storia umana, con una schiera di personaggi che tutti abbiamo adorato o, almeno, seguito nella nostra vita. Van Lente analizza i comportamenti umani, lascia che i suoi personaggi mettano in scena una rappresentazione di tutte le manie dell'uomo moderno cercando, poi, di decostruire il mito, privarlo del fascino e della componente magica che lo riveste. E ci riesce, mettendo a nudo, nell'ultimo capitolo, l'essenza stessa di certe religioni, sette, associazioni.

Archer & Armstrong vol. 6: American Wasteland, anteprima 03La narrazione procede intensa per tutti i cinque capitoli di cui è costituito il volume e, nonostante lo sviluppo sia articolato, la lettura non risulta mai difficile, né ostica. L'attenzione, però, deve restare alta, sia per i tanti indizi disseminati lungo il percorso, che consentono di venire a capo di una situazione decisamente complessa, sia per cogliere i tantissimi richiami alla cultura popolare. Non possiamo non lodare l'ottimo lavoro in fase di scrittura di Van Lente, bravo a mantenere l'equilibrio tra i toni caricaturali e le dinamiche da thriller storico condito con tanta tanta azione e quel tocco di cultura pop che non guasta.

Il volume vanta l'apporto al tavolo da disegno di Pere Pérez, artista sempre più a suo agio sulle pagine di questa serie. Come Van Lente, anche Pérez adotta diversi registri, prediligendo uno stile realistico e lasciandosi andare sovente a soluzioni grottesche che accentuano il mood goliardico e paradossale della narrazione. Non deve essere stato facile per lui ricreare tante icone delle musica e del cinema, ma il risultato finale è più che soddisfacente e ripaga l'artista spagnolo degli sforzi profusi. La prova matura di Pérez lascia il segno in maniera piacevole, accompagnando i testi di qualità senza cadute di tono.

In conclusione, Archer & Armstrong vol. 6: American Westland si dimostra un volume originale, in linea con l'elevata qualità e interesse delle serie Valiant, sebbene rappresenti un'unicità per tematiche trattate e approccio alla narrazione. Un altro colpo che giunge dritto al bersaglio.

Archer & Armstrong vol. 6: American Wasteland, anteprima 04

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