Marvel: da Rocket Raccoon a Visione, Michael Walsh e la gioia di alternare i generi
Michael Walsh, astro nascente Marvel, sull'importanza di alternare lo stile a seconda dei generi e di saper nascondere la comicità visiva
Alpinista, insegnante di Lettere, appassionato di quasi ogni forma di narrazione. Legge e mangia di tutto. Bravissimo a fare il risotto. Fa il pesto col mortaio, ora.
[caption id="attachment_88820" align="alignright" width="198"] X-Men: Worst X-Men Ever #1, copertina di Michael Walsh[/caption]
Cosa faccio quando non disegno? Spesso mi trovate a guardare film, leggere romanzi, giocare a videogame o a passare del tempo con la mia famiglia. Da poco ho preso un cane: ha nove mesi e prende un sacco di tempo libero, quasi tutto quello che ho.
In termini più mediatici, posso dirvi di aver appena letto The Fireman di Joe Hill, che è fantastico, rapidissimo negli eventi, con personaggi grandiosi e un paio di svolte davvero inaspettate. Inoltre è un romanzo pieno di speranza, pur essendo oscuro e apocalittico. Ho appena finito Dark Souls 3 su PS4, scoprendo questa meravigliosa saga videoludica per la prima volta.Tutte cose che mi aiutano a ricaricare le pile. Quando mi trovo a lavorare per sette giorni alla settimana, nei periodi vicini alle scadenze, magari per quindici consecutivi, da metà mattina fino alla notte, smetto di amare il mio lavoro. E, se sei nel mondo del fumetto, non è la condizione normale. Sono un disegnatore perché amo disegnare, amo il nostro medium, creare storie. Se smettessi, cambierei mestiere.
Ma la cosa mi succede solo quando gli impegni sono davvero troppi, quindi è necessario avere tempo da investire in qualcosa di completamente diverso. Ad ogni modo leggo ancora un sacco di comics, non è che abbia smesso, ma per staccare, mi dedico a qualcosa che non c'entra nulla.
Recentemente ho letto un grosso volume dedicato a Milton Caniff, una specie di biografia grafica, composta da un sacco di suoi disegni, recuperati dal suo studio. Credo che fosse uno di quegli autori che non butta mai nemmeno un bozzetto e aveva una tonnellata di materiale originale di quando era giovane. Poter vedere il cammino d'artista lungo gli anni di una tale leggenda è stato molto interessante.
Spesso mi capita, appena prima di mettermi al lavoro, di dare un'occhiata al lavoro di artisti di cui ho stima e la cosa mi mette addosso grande carica. Molti vedono i grandi artisti come esempi irraggiungibili e si fanno deprimere, ma io sono invece entusiasmato dalla sfida che rappresentano, anche solo per il tentativo. Magari non riuscirò mai a raggiungere i miei miti, ma se non altro mi divertirò provando. Una mentalità alla Rocky Balboa.
Rocket Raccoon and Groot è probabilmente il fumetto più cartoonesco a cui Walsh abbia mai lavorato, dati i suoi protagonisti. Il disegnatore dice di divertirsi molto con la messe di alieni, navi e città cosmiche della serie, che gli consentono di attingere alla pura immaginazione e di farsi ispirare dalla fantascienza degli anni Settanta, quella di Ridley Scott in testa.
Nessuna pressione, invece dal fatto di dover adattare il proprio stile a una storia del genere, venendo da prodotti molto diversi come Vision e Worst X-Man Ever. L'ansia e la preoccupazione non servono a nulla, dice l'artista, e si aggiungono alla fatica che già proviene dall'impegno e dalle scadenze. Meglio guardare oltre.
Ogni volta che un artista si diverte, puoi vederlo nella pagina e spero che accadrà con Rocket and Groot. Me la sto proprio godendo a giocare con diversi layout e a manipolare le sceneggiature di Nick Kocher, che spesso mi chiede esplicitamente di fare qualcosa di folle con le sue scene.
La stessa cosa non avrei potuto farla con Vision e non avrebbe funzionato. Quella è una storia emotivamente molto profonda, che si discosta parecchio dalla classica dinamica, anche visiva, di un fumetto di supereroi. In quel caso, il formato delle pagine era focalizzato sulle emozioni, su quel che si sta leggendo, su uno storytelling piano e ragionato, chiaro e comprensibile.
Walsh trova piuttosto naturale utilizzare tecniche diverse e componenti di volta in volta differenti della propria sensibilità artistica per adattarsi ai generi. Famoso per il suo stile comico, ha imparato a trovare un equilibrio tra umorismo e realismo, a gestire il ritmo dell'umorismo visivo, a rendere inaspettata la battuta o la gag. Pertanto, anche nella comicità bisogna saper alternare lo stile.
Al di là di Rocket Raccoon and Groot, mi piacerebbe trovare spazio per l'horror. Ho potuto esercitare questo tono visuale su Comeback, che era un noir fantascientifico, ma non proprio un fumetto dell'orrore. Vorrei confrontarmici perché credo di avere alcune idee molto carine per spaventare i miei lettori, cosa molto difficile da fare nei fumetti.
Penso che in Vision abbiate potuto apprezzare alcuni elementi inquietanti, nei momenti in cui la storia si fa più controversa, in cui il protagonista era meno umano, più straniante. C'è qualcosa, nella storia di Visione, di bizzarro e, allo stesso tempo, in grado di mettere a disagio. In quei momenti, un po' di horror è emerso.
Un genere, quest'ultimo, che Walsh trova molto adatto e ben sviluppato soprattutto in alcuni manga, in particolare in quelli di Junji Ito, capace di realizzare immagini e personaggi molti inquietanti e di spaventare ogni volta che si gira pagina, dopo vignette in cui si è costruita e aumentata lentamente la tensione narrativa ed emotiva. Una capacità sempre più rara negli autori e artisti americani.
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Fonte: Comicbook.com