Gomitata Atomica Volante: Di Aqualung e di come ho imparato a non respirare
Da quasi due anni Jacopo Paliaga sta scrivendo una serie a fumetti che si chiama Aqualung: ce ne parla in Gomitata Atomica Volante
La scorsa settimana abbiamo parlato dell’importanza di autoprodurre le proprie cose per farsi vedere. Io l’ho fatto con Aqualung, assieme al mio buon amico French Carlomagno, e lo so che poi sembra una mail di spam tipo “perdi venti chili in venti giorni, funziona!”, però è andata bene. E se è andata bene a me può andare bene a chiunque, a patto di muoversi nella maniera corretta.
Prima. Una cosa bella.
Scrivere per l’internet è un’esercizio fenomenale: chi ti compra su carta rimane sempre vigile, sempre attento, si gode i soldi (si spera) ben spesi; chi ti legge online probabilmente sta sulla tazza del cesso. Il ritmo dev’essere impeccabile, la sintesi dev’essere massima, tutto ciò che è inutile si taglia. Il giro pagina è fondamentale, anche se la pagina non c’è, anzi, a maggior ragione, visto che non esiste un senso di durata. È difficile, ma, come dicevo, è un’ottima palestra che ti costringe a sforzarti al massimo, a pensare su piani differenti (sia su carta che online, ad esempio).
È una cosa bella.
Seconda. Una cosa importante.
Una serie da libreria con il leader di settore è una cosa molto importante.
Tralasciando la cura maniacale della redazione, tralasciando i rapporti di amicizia, tralasciando qualità, supporto personale ed editoriale, tralasciando tutte queste cose, è una grossa responsabilità. Per fortuna ce la stiamo cavando bene, credo, ma a doversi confrontare con autori di altissimo profilo viene il latte alle ginocchia. Ed è sempre positivo, così non ti addormenti mai, neanche di notte. Perché vedi l’asticella e quanto in alto devi saltare, cercando di atterrare in piedi, o alla peggio come quelli che nel salto con l’asta poi si prendono la bastonata sulle olive, però poi in piedi magari ci atterrano lo stesso. Perché hai un obiettivo, e avere un’obiettivo è un’altra cosa importante.
Terza. Una cosa per il futuro.
Alla fine, Aqualung conterà a circa 1100 - 1200 pagine, divise in 5 stagioni.
Siccome mi diverto a sabotarmi da solo, ho deciso che la serie si sarebbe mossa su linee temporali differenti, tra passato, passato-passato, passato-passato-passato e futuro. E non solo, anche in location differenti da Cold Cove, collegandole tutte. Come una mappa. Ci allarghiamo.
È come scrivere con una mano sola, mentre con l’altra ti punti una pistola carica alla tempia, che se non presti la dovuta attenzione a ogni parola e a ogni sequenza hai il permesso e l’accortezza di fare fuoco. In realtà, inseguire spunti di questo tipo è la cosa che amo di più di questo lavoro. Collegare i vari pezzi, a costo di perderci il sonno, è sicuramente una delle cose più gratificanti del lavorare alla serie. Mi abitua ad avere un cervello rigidamente elastico, o elasticamente rigido, sistemando i paletti nelle varie stagioni.
Paletti per il percorso dei personaggi, per gli snodi fondamentali, per tracciare un’orizzonte. Paletti che mi danno una mano nello sviluppo orizzontale delle avventure di Holly, che mi tranquillizzano e mi gasano contemporaneamente.
Quarta. Una cosa per lo stomaco.
O, meglio: la fame.
Nel momento in cui non sarò più curioso rispetto al nuovo, nel momento in cui smetterò di guardarmi attorno, nel momento in cui non cercherò di migliorarmi ogni giorno, vi prego, sparatemi in testa. Avere fame mi tiene in movimento. Quando smetterò di averne mi considererò uno zombi senza denti. Non sembra particolarmente figo. Lo schermo, cinema o tv o altro, contamina fortemente ritmo, dialogo, struttura, mi fa uscire dal giardino delle cose che mi piacciono e mi permette di provare cose nuove in poco tempo, da amalgamare con la visione e la sensibilità di altri fumetti, della letteratura e della vita stessa. Quando uno solo di questi ingredienti verrà a mancare, la mia dieta non sarà più completa. Sarò stanco e rammollito, stufo, triste. Sarò come i vegani. E, come dicevo, se mai dovesse succedere: sparatemi.
Quinta. Una cosa fondamentale.
Nel mio caso, è French.
Mi spiego meglio. Quando abbiamo deciso di cominciare con Aqualung abbiamo anche deciso di mettere online 110 pagine a colori, a cadenza settimanale, senza mai sgarrare neanche di mezza giornata. Abbiamo ritenuto necessario seguire una certa linea di gusto e professionalità, anche se professionisti non lo eravamo. È una cosa tosta, fidatevi. Che a cominciare sono buoni tutti, ma se c’è una cosa di cui eravamo fieri, un anno fa, era di aver finito, seguendo la nostra idea dall’inizio alla fine. E questa cosa non la fai da solo, non la fai se non hai la fortuna d’incontrare e lavorare con un wannabe affamato quanto te, determinato quanto te e pazzo quanto te.
La botta di culo gigantesca sta nel fatto che andiamo d’accordo su tutto e ci divertiamo come due bambini a fare questo cavolo di fumetto, e questa cosa conta. Molto.
Quindi, queste sono cinque cose. Belle, importanti, per il futuro, per lo stomaco, fondamentali.
E sono le cinque cose che per me, al momento, significano scrivere questo fumetto.
La seconda stagione parte domani, e ne sono soddisfatto, e lo è anche French. Speriamo vi piaccia. Speriamo vi diverta e vi emozioni e che vi rimanga un po’ dentro.
E ancora una volta, keep running.
GOMITATA ATOMICA VOLANTE: