Dampyr 198: Lyonesse, la recensione

Con Lyonesse giunge al terzo capitolo l'avvincente arco di storie dedicato al primo Dampyr apparso sulla Terra: Taliesin il Bardo

Classe 1971, ha iniziato a guardare i fumetti prima di leggerli. Ora è un lettore onnivoro anche se predilige fumetto italiano e manga. Scrive in terza persona non per arroganza ma sembrare serio.


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Con Lyonesse, uscito in edicola il 3 settembre scorso, giunge al terzo capitolo (di quattro) l'arco di storie dedicato al primo Dampyr apparso sulla Terra: Taliesin il Bardo. Se nei due precedenti - Le prede di Annwn e La vendetta di Severa - Mauro Boselli ha ridefinito la saga di Re Artù, l'attenzione dello scrittore lombardo si sposta ora su un altro dei miti più famosi dell'universo cavalleresco medioevale: Drustan (Tristano) ed Essylt (Isotta). Come il primo, a cui è strettamente connesso, anche questo racconto affonda le radici nella cultura celtica e, nello specifico, in quella di ceppo britanno.

Continua il resoconto dei fatti da parte di una testimone d'eccezione, Amber Tremayne, o, com'era conosciuta allora, Amber di Gwynedd. La vicenda si sposta avanti nel tempo di alcuni anni: dopo la morte di Re Artos nelle Gallie, i compagni e gli uomini rimastigli fedeli raccolti sotto la bandiera del Drago Rosso cercano rifugio nella città di Lyonesse. È la leggendaria capitale del regno di Kernow (l'attuale Cornovaglia), retta dal saggio e fiero padre adottivo di Tristano, Marcus Cunomorus, noto come il Lupo del Mare per la sua spietata lotta ai pirati. Proprio la cattura di una loro nave permette a Drustan di liberare una prigioniera speciale, la bella principessa Essylt. Si tratta nientemeno che della figliastra di Mordha, il maestro della Notte, padre di Taliesin, autoproclamatosi sovrano d’Irlanda. Il vampiro pretende da Lyonesse la restituzione della fanciulla e un atto di sottomissione, a meno che un suo campione di sangue reale non affronti l’imbattibile Morholt, un gigantesco guerriero nascosto dietro una maschera di ferro.

Trame e personaggi antecedenti si riallacciano e sono riproposti nel nuovo intreccio con estrema coerenza e geometria, andando ad ampliare un fantastico, entusiasmante mosaico narrativo. C'è spazio per azione e colpi di scena anche nella sequenza ambientata ai giorni nostri: Harlan Draka insieme all'amico Matthew Shady e alla “zietta” Amber sono sulle tracce dell'inafferrabile Sho-Huan - alleatosi a Black Annis - ma potrebbe essere coinvolto anche il principale antagonista del Figlio del Diavolo, Lord Marsden.

Lo scopriremo nel prossimo numero, che sarà nuovamente firmato da Michele Rubini. L'artista, originario di Narni, ha debuttato in Sergio Bonelli Editore su un'icona come Zagor e lo scorso anno ha realizzato l'albo d'esordio di Morgan Lost, ultima creazione di Claudio Chiaverotti e della casa editrice milanese. Rubini sfoggia uno stile raffinato e una tecnica eccellente che gli permettono di svariare di epoca in epoca con estrema semplicità, dando il meglio di sé nelle vignette più dinamiche o prospettiche, mostrando una cura dei dettagli e della profondità davvero notevole. Il suo contributo grafico è indispensabile per il risultato finale, un fumetto estremamente coinvolgente, sintesi esemplare di intrattenimento e cultura.

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