Chrono Star Wars #74: The Old Republic
Un altro tuffo nel passato remoto della galassia di Star Wars, ma in The Old Republic storia e ambientazione sono sacrificati ai videogames
Serie di 11 numeri
Autori: Robert Chestney, Alexander Freed
Colori: Michael Atiyeh
Copertina: Benjamin Carré
Dopo il successo dei videogiochi della serie Knights of the Old Republic, la LucasArts era decisa a capitalizzare l’accoglienza ottenuta, sfruttando fino in fondo l’ambientazione della Vecchia Repubblica e dando vita al MMORPG (gioco di ruolo massivo on line) The Old Republic.
L’omonima serie a fumetti, sviluppata come tie-in al videogioco, dura 11 numeri e viene proposta on line prima di essere raccolta in cartaceo da Dark Horse, sotto tre diversi story arcs: Threat of Peace, Blood of the Empire, The Lost Suns.
I problemi che caratterizzano più o meno tutte le storie ambientate nel passato remoto di Star Wars, qui sembrano venire a galla in modo più evidente, minando la credibilità delle vicende.
Il problema risiede nell’errata interpretazione di una frase di Obi-Wan in Una Nuova Speranza, quando afferma che “i Cavalieri Jedi sono stati guardiani di pace e giustizia nella galassia per più di mille generazioni.”
Quando negli anni ’80 e ’90 si andò espandendo la continuity della Saga, anche nel suo passato remoto, venne il problema di definire quando la Vecchia Repubblica e l’Ordine Jedi fossero nati. Quelle “mille generazioni”, che nella mente di Lucas dovevano suggerire un tempo mitico delle origini, qualcosa di cui ormai si era persa la memoria, sinonimo quindi di “da sempre”, fu invece calcolato in 25.000 anni, contando il tempo medio di una generazione, appunto, come 25 anni.
Questo presupponeva, quindi, che il viaggio iperspaziale esistesse da 25 millenni e che si potessero raccontare storie avvenute diecimila, cinquemila o mille anni prima gli eventi dei film. Ma come mostrare verosimilmente una civiltà di millenni più arretrata e - al contempo - capace di viaggiare nell’iperspazio?
La prima, grandissima, serie a fumetti ambientata nel passato, Tales of the Jedi, cercò con discreto successo di mediare tra queste apparenti incongruenze, tratteggiando una Galassia con tecnologie visibilmente più arretrate (ma non troppo) e una comprensione della Forza inferiore.
Le cose si complicarono con l’uscita di Episodio I, la cui novelization affermava che la Repubblica esisteva da soli mille anni e Episodio III avrebbe poi confermato, sullo schermo, questo nuovo dato. Jedi vs Sith, fumetto datato 2000, cercava di mettere ordine alle incongruenze e, sebbene riuscitissimo dal punto di vista della trama, mostrava tecnologie e costumi che parevano essere molto più antiquate di quelle viste in Tales of The Jedi (ambientato 3 millenni prima).
I videogiochi diedero il colpo di grazia: più attenti, forse, agli incassi che alla credibiltà, gli sviluppatori modellarono un mondo molto vicino a quello visto nei film, nonostante fossero ambientati ben 4000 anni prima rispetto all’Esalogia.
Dark Horse fu costretta a lavorare nel solco tracciato da LucasArts e BioWare (che collaborò allo sviluppo di The Old Republic).
Ed ecco che in un passato lontano millenni abbiamo un Impero Sith che per modalità d’azione e armature è pressoché identico all’Impero dei film, lo stesso Tempio Jedi dei Prequels, Cavalieri e Maestri che vestono come nei lungometraggi e - in generale - architetture e tecnologie che potrebbero farci credere che si tratti di storie ambientate cinquanta, forse cento anni prima de La minaccia fantasma. Non quattromila!
Equilibrio della Forza
Lato Chiaro
Storie che, pur non brillando, fanno il loro dovere di introdurre il videogioco.
Lato Oscuro
Si tratta di mera pubblicità per il videogioco. Per di più sballata a livello di ambientazione.
Giudizio Finale
A meno che non si abbia giocato al videogame o non si voglia recuperare tutto il materiale disponibile, è tranquillamente evitabile.
CHRONO STAR WARS: