David Gabriel: Il 40% dei lettori Marvel è di sesso femminile, mai considerare le critiche in rete
Il cambiamento a caccia di nuovi lettori, le difficoltà Marvel con il mercato dei più piccoli e i dati e le dinamiche del mercato del fumetto digitale
Alpinista, insegnante di Lettere, appassionato di quasi ogni forma di narrazione. Legge e mangia di tutto. Bravissimo a fare il risotto. Fa il pesto col mortaio, ora.
Per quanto riguarda il mercato del digitale, abbiamo visto delle crescite notevoli in termini di vendite, sin dal primo giorno. Il nostro servizio in abbonamento Marvel Unlimited sta facendo incredibilmente bene e gli abbonati crescono a vista d'occhio. Se non sbaglio, sta entrando nel suo decimo anni di vita.
Difficile dire se il passaggio dallo scaricare singole copie digitali a quella dell'all you can eat in lettura abbia cambiato molto gli equilibri e se in peggio o in meglio. La transizione ad Amazon e comiXology del 2014 ha cambiato troppo le carte in tavola per una valutazione globale. Tra un anno, avremo uno sguardo più coerente su tutto il settore.
Siamo arrivati prima di tutti gli altri su questo mercato. Da quel che abbiamo potuto apprezzare sinora, le dinamiche non sembrano essere diverse rispetto a quanto accade nel mercato tradizionale: ci sono sempre più lettori, alcuni dei quali, in crescita, preferiscono proprio questo mezzo al cartaceo.
Il discorso si è quindi spostato sulle iniziative di successo con cui la Marvel ha esteso la propria base di lettori dal punto di vista demografico, raggiungendo sempre più settori con il tempo.
Da quanto emerge dai dati che la Disney raccoglie, pare che circa il 40% dei nostri lettori sia di sesso femminile. Otto anni fa, si parlava di circa il 10% e, quindici anni fa, nessuna ragazza comprava i nostri fumetti, dato che leggevano solo manga. Un bel cambiamento, direi. Sono certo che, se andassimo a vedere alcune singole aree del paese, arriveremmo al 50% o al 60%.
La cosa proviene, chiaramente, dal cambiamento che abbiamo operato su storie e personaggi. Non siamo preoccupati del fatto che il cambiamento possa alienare la base dei nostri fan. Io non faccio altro che guardare le vendite. Se mi preoccupassi di quel che si dice in rete, come purtroppo alcuni editori fanno, avrei sempre e solo la sensazione di sbagliare. Le vendite non mentono. Quando cambiano direzione, bisogna cambiare.
Ovviamente, questi cambiamenti attraggono l'attenzione dei media e la cosa è positiva. Guardate le notizie su Riri Williams e Iron Man. Gente scandalizzata, minacce di morte all'indirizzo di Brian Bendis, ma, allo stesso tempo, lettere di mamme le cui figlie sono commosse, perché nell'armatura del Vendicatore ci sarà qualcuno che somiglia loro, che vedono come un modello.
Se certamente, negli anni, abbiamo raggiunto sempre più età e tipi di pubblico, siamo ancora fragili con le fasce dei più piccoli. Con i bambini è complicato. nei nostri accordi con l'editoria per la scuola, ragioniamo dagli otto anni in su.
Disney Publishing fa moltissimo per i nostri film e le serie animate. Conoscono il mercato meglio di noi e lasciamo fare a loro, limitandoci a produrre titoli che possano richiamare in qualche modo i cartoni animati e incontrare gli orizzonti delle loro iniziative. Non smettiamo di provarci, con titoli che possano essere multilivello, ma facciamo ancora parecchia fatica, in questo specifico settore.
Fonte: icv2