David Gabriel: i perché e i numeri dell'incredibile successo della Marvel
Negli ultimi quattro anni la Marvel ha visto tutte le sue voci in crescita e il suo Vice Presidente alle vendite e al marketing parla di questo successo
Alpinista, insegnante di Lettere, appassionato di quasi ogni forma di narrazione. Legge e mangia di tutto. Bravissimo a fare il risotto. Fa il pesto col mortaio, ora.
[caption id="attachment_99565" align="alignright" width="198"] Black Panther #1, variant cover di Olivier Coipel[/caption]
Il mercato dei fumetti e delle graphic novel è in crescita e migliora di continuo. Per quanto ci riguarda, gli ultimi quattro anni sono stati grandiosi e tutti i nostri numeri sono lievitati costantemente. Del 20% al 40% in alcune aree della nostra offerta, per quanto riguarda i romanzi a fumetti. Si tratta di un dato davvero notevole per noi e per il settore che io e Dan Buckley abbiamo contribuito a sostenere negli ultimi quattordici anni. Vedere i risultati sia nelle fumetterie che nelle librerie di varia, pur essendo diminuiti i titoli da noi pubblicati negli ultimi cinque anni, è grandioso.
I dati più interessanti riguardano il fatto che tagliando il numero di serie regolari siamo riusciti a concentrare gli acquisti sui nostri titoli più interessanti e a farlo crescere in generale, oltre al grande successo - per noi piuttosto inedito - di molti titoli vecchi ancora disponibili. Un ambito, quest'ultimo, in cui Deadpool, ad esempio, sembra il nostro Batman. E, tra l'altro, i suoi arretrati hanno iniziato a vendere moltissimo parecchio prima dell'uscita del film.Abbiamo tirature davvero incredibili, come sanno bene i nostri responsabili finanziari. Si tratta di qualcosa da non credere solo qualche anno fa e che abbiamo costruito passo dopo passo. Mi ricordo un tempo non lontano in cui si diceva che saremmo scomparsi nel giro di un anno. Invece eccoci qui.
Ogni mese circa, nell'ultimo anno, abbiamo pubblicato una hit incredibile di vendite e c'è ancora molto ancora ad aspettarci. Black Panther è solo l'ultima in ordine di tempo. Abbiamo lavorato bene con i rivenditori e con il mercato librario, nonché con i nostri partner internazionali. Frutto della scelta di non cambiare gli uomini al comando, in quest'ambito, negli ultimi quattordici anni e di crearci un'esperienza sul mercato.
Frutto anche della crescita di Barnes & Noble, il più grande venditore al dettaglio di libri degli Stati Uniti e canale di vendita importante per la Casa delle Idee, che nel suo catalogo ha piazzato sempre più titoli e si è guadagnata sempre maggior visibilità, ritenendolo un partner strategico e facendovi notevole affidamento. Non a caso, la crescita più importante si è registrata fra le graphic novel - circa il 35% - che trovano però ancora il loro canale preferenziale di vendita su Amazon.
Una crescita notevole ha avuto anche la nostra esportazione internazionale di titoli in inglese. Circa un anno fa, ho iniziato ad occuparmi della cosa visitando fiere del libro a Londra e a Francoforte, incontrandomi con i responsabili internazionali di Hachette e presentando loro i nostri risultati negli Stati Uniti. Con l'aiuto dei successi cinematografici, abbiamo strappato accordi importanti che hanno portato frutto.
Soprattutto i film sono un volano importante. Le serie TV sono presenti all'estero, ma la storia è più complicata, perché ogni Paese ha regole e distribuzioni diverse dei nostri prodotti. Il dato fondamentale è però che il marchio Marvel si è rafforzato in maniera incredibile negli ultimi anni, a livello globale. Un tempo, nelle nostre voci, il mercato estero era un'aggiunta, qualcosa in più, mentre oggi è fra le prime tre fonti di ricavo che abbiamo.
Bene anche i numeri che giungono dai rivenditori specializzati, in controtendenza con un'opinione diffusa secondo cui ci sarebbe una flessione e il mercato del fumetto sarebbe in crisi. Gabriel riconosce che la prima parte del 2015 è stata meno solida, mentre la seconda è esplosa. Un evento previsto, in qualche modo programmato, e un periodo in cui la Marvel non aveva assolutamente concorrenti, cosa che, riconosce Gabriel, non fa necessariamente bene al mercato in generale.
Quel che non capisco, però, è il perché spesso si parli male di noi in periodi in cui, in pratica, riempiamo costantemente le librerie e le fumetterie. Comunque, devo dire che l'anno è buono e che la DC è tornata al posto che le spetta nel mercato, da giugno in poi, il che è un'ottima notizia per tutti.
Gabriel conferma il dato, proposto qualche anno fa dal suo collega Dan Buckley riguardante l'incidenza delle variant cover e delle iniziative promozionali ad esse legate. Stando a lui, se si guarda l'intero mercato del fumetto statunitense, circa il 10% delle entrate è rappresentato dalle attività connesse e, prevede, la percentuale è destinata a rimanere più o meno questa.
Certamente la nostra politica degli accordi in esclusiva con i rivenditori ha avuto un certo peso, come ha dimostrato il successo di Star Wars #1, ma è stata importante soprattutto la scelta di giungere in punti vendita che non si occupano di fumetto e proporre loro i nostri prodotti di punta. Inoltre, ora abbiamo alcuni Disney Store che ci ospitano. Qualche anno fa, non saremmo stati presenti e, anche se non hanno a disposizione tutta la nostra produzione, creano interesse nel pubblico che, curioso, non ha che da rivolgersi alle fumetterie.
Fonte: icv2