The Fuse vol. 1: Il turno russo, la recensione

Abbiamo recensito per voi il primo volume di The Fuse, serie di Anthony Johnston e Justin Greenwood edita da saldaPress

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In un imprecisato futuro, non molto lontano dal nostro presente, gli esseri umani hanno conquistato lo spazio, con pianeti come Marte e satelliti come la Luna che sono divenuti vere e proprie colonie abitate. Oltre queste, a circa venticinquemila chilometri sopra la Terra, vi è anche una titanica stazione orbitante di nome Fuse, una struttura così grande da essere composta di cinquanta (e passa) livelli, così spaziosa da poter ospitare la popolazione di un piccolo Stato, con al suo interno tanto di città come Midway City. Il Fuse rappresenta, oltre che un'avanguardia tecnologica, anche una sorta di "zona franca", dove coloro che sono incappati in piccoli reati, definibili anche come "peccati di gioventù", possono godere di un nuovo inizio, e cercare di avere la vita che meritano, mettendosi alle spalle il passato.

Sul Fuse giunge il giovane detective tedesco Ralph Dietrich, un uomo buono e onesto, ma in fuga da qualcosa di misterioso che ha lasciato sulla Terra, il quale incontra ben presto la sergente di origine russa Klementine Ristovych, una vera e propria veterana delle forze dell'ordine del Fuse. Il caso vuole che il primo giorno di servizio di Dietrich coincida con un evento assai raro in questa realtà: l'omicidio. E, quando si dice piovere sul bagnato, in questo caso l'assassinio sarà doppio: due cabler (l'equivalente dei clochard terrestri), persone che vivono come reietti della società, nascondendosi negli elettrocondotti del Fuse, vengono uccisi a colpi di arma da fuoco.. Per Ralph e Klem non vi sarà dunque né tempo di riposare, né tempo di fermarsi per conoscersi, in quanto i due poliziotti si troveranno invischiati in una vicenda torbidissima, che, come un cancro, estende e affonda le sue radici negli angoli più disparati della società.

Il primo volume di The Fuse, serie creata dagli autori Anthony Johnston (testi) e Justin Greenwood (disegni), edita oltreoceano da Image Comics e pubblicata in Italia da saldaPress, intitolato Il turno russo, ci presenta una storia di genere prevalentemente crime, con un restrogusto sci-fi, il tutto mescolato con maestria ed equilibrio. Questo primo capitolo di The Fuse, che raccoglie il primo arco narrativo integralmente (è una storia che ha un inizio e una fine, sebbene si muova lungo un fil rouge che continuerà nei prossimi volumi), ci dà subito la sensazione di star leggendo qualcosa di molto maturo, coerente e compatto.

Grande merito, in questo senso, va allo sceneggiatore, in grado di riuscire a mantenere salde le redini di una storia che, lasciata a se stessa, avrebbe potuto facilmente trasformarsi in qualcosa di frenetico e confusionario: sin dalle prime pagine, infatti, The Fuse si dimostra essere una storia davvero dinamica, con continui cambi di fronte e di punti di vista, e tanti, tanti twist narrativi e rivelazioni, il che, va detto, si sposa benissimo con le migliori storie poliziesche nelle quali i protagonisti indagano su un delitto. A questa componente, si aggiunge poi, come già detto, quella più fantascientifica: Johnston immagina una società futuristica oramai lontana dalla Terra, la cui distopia è però contenuta entro un range piuttosto realistico, cosa che consente al narratore di creare un parallelismo tra la nostra società e quella che si è instaurata sul Fuse, sebbene parafrasata: senza fare spoiler, vi basti il detto "corsi e ricorsi storici".

Sotto il profilo artistico, Justin Greenwood riesce a infondere grande gravità a ogni tavola del primo volume di The Fuse, grazie a una linea molto dura e sottile, un tratto deciso ma plastico, che dona grande dinamismo, e un certo tocco noir, allo storytelling. Come per i testi, questa commistione tra crime e sci-fi, e, in un certo senso, tra vecchio e nuovo, si riscontra anche a livello grafico.

In conclusione, The Fuse è una serie che rielabora in maniera sui generis tòpos narrativi classici, fornendo quindi al lettore una storia dal sapore contemporaneamente vintage e futuristico, tessendo tante diverse trame e sotto-trame in un contesto narrativo molto espanso, del quale restiamo curiosi di scoprire sempre di più.

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