Prez, la recensione

Abbiamo recensito per voi la più politica delle produzioni recenti targate DC Comics: Prez di Mark Russell, Ben Caldwell e Dominike “Domo” Stanton

Fumettallaro dalla nascita, ha perso i capelli ma non la voglia di leggere storie che lo emozionino.


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Gli Stati Uniti d’America sono da sempre considerati come la terra delle opportunità. Nel corso dei secoli la prospettiva di una vita nuova ha fatto sì che migliaia di persone abbiano cercato un riscatto dalla loro precedente condizione sociale, economica e culturale in questo continente. In questa situazione che ha visto i sogni e le aspettative diventare realtà o perdersi in una ragnatela di “vorrei” eccoci catapultati nell’anno 2036, anno in cui la giovane Beth Ross, dipendente di una catena di fast-food, diventa Presidente della repubblica federale a stelle e strisce a seguito di una votazione tramite Twitter, sbaragliando i piani di senatori ingrigiti e multinazionali compiacenti.

Questo l’incipit narrativo alla base di Prez, nuova serie targata DC Comics, nata dalle ceneri del maxi-evento Convergence, che ha potuto giovare degli stimoli creativi offerti dal nuovo corso editoriale DC. Autori di questa sorprendente opera sono lo scrittore Mark Russell e il disegnatore Ben Caldwell che si lanciano in un’attenta e critica analisi della società civile americana e, grazie alla quale, riescono a costruire un futuro immaginario in cui ambientare la storia di Beth. Il domani che ci attende, secondo Russell, è dispotico, governato da lobby e poteri forti, in cui i ricchi hanno implementato il loro controllo e ricchezza, e i poveri sono costretti a lavorare senza alcuna forma di tutela, in cui ogni aspetto del quotidiano, ogni dramma umano viene spettacolarizzato in quel caleidoscopio di luci e colori che sono i reality show. Ancora, le guerre non si combattono più sul campo ma comodamente seduti nel proprio salotto attraverso il joystick di una console da nerd obesi e frustrati. Le paure, le ansie, i vizi e le cattive abitudine che stanno trasformando i nostri giorni prendono forma, corpo e volto dell’amministrazione U.S.A., del Senatore Jay Thorn, o dell’altro candidato alla Casa Bianca Gary Farmer. Se però abbassiamo lo sguardo e proviamo a guardare tra la gente comune assistiamo alla storia di Beth e di suo padre, malato terminale colpito da una rara forma di influenza. Per guarire c’è bisogno di una nanoterapia ma, come spesso accade nel sistema medico americano, non è coperta dall’assicurazione e il suo costo è proibitivo per la famiglia Ross. L’unica speranza è legata alla partecipazione al Rischiatutto Miliardario, reality dove a fronte di un montepremi miliardario si mette in gioco la propria incolumità, se non la vita. Per una serie di eventi che non sveliamo per non privarvi del piacere della lettura, si arriva al momento decisivo delle elezioni, quello delle trattative sottobanco, delle promesse, della compravendita di voti dei deputati, dove a spuntarla è proprio la nostra protagonista.

E adesso? Come sarà governare la nazione più potente al mondo? Come mantenere pura la propria anima ora che i falsi miti del Dio denaro sono pronti a corromperla? E soprattutto, come reagirà l’establishment a questo nuovo assetto, quali contromosse mettere in atto ora che il proprio interlocutore non è ricattabile o facilmente corrompibile? Tanti quesiti, tante situazioni interessanti da approfondire che caratterizzano questa serie davvero fresca e innovativa. Dentro le 132 pagine che compongono il primo volume proposto in Italia da RW-Lion (che raccoglie i primi 6 numeri della serie regolare) c’è tutto, un trattato, una vera e propria previsione di ciò che ci aspetta nei prossimi anni. George Orwell in 1984 dipingeva una società totalitaria in cui tre grandi nazioni erano in continua lotta tra loro per mantenere un controllo totale della società. La sua opera era figlia di un periodo storico di forte pessimismo nato da una profonda crisi di valori che mortifica e svilisce il positivismo caro alla borghesia e agli intellettuali. La perdita di fiducia nel domani e nel prossimo permea lo storytelling di Russell e conduce lo scrittore alla creazione di questo immaginario dispotico in cui far rivivere avventure non lontane dal nostro vivere quotidiano. L’etica e la morale vengono piegate per il soddisfacimento di un tornaconto economico personale, e gli istinti vengono sfruttati per controllare e smuovere le masse secondo i propri volubili piaceri. Le brutture che affollano la cronaca, la voglia di apparire, di esserci, i social network e l’impatto devastante che hanno avuto sulla gente vengo qui esasperate e portate ogni oltre estrema conseguenza.

L’impianto narrativo, dunque, è forte e ricco di spunti, forse troppi e questo rappresenta l’unico neo di questo primo arco narrativo. Troppa roba viene data in pasto ai lettori, siamo travolti da un fiume in piena fatto di informazioni che può creare un senso di stordimento. La storia, dunque, scorre veloce, potente, ricca di particolari volti a creare i presupposti di questo mondo nuovo, non ci sono supereroi ma solo uomini e donne con le loro emozioni, pulsioni, paure e desideri. Accanto a tanta roba va menzionato l’attento e ispirato lavoro al tavolo da disegno del team artistico composto dai disegnatori Ben Caldwell e Dominike “Domo” Stanton, coadiuvati dalle chine di Mark Morales e dai colori di Jeremy Lanson. L’impegno profuso dagli artisti nella creazione di questo futuro è encomiabile e le tante soluzioni adottate sono perfettamente funzionali e credibili. I rappresentanti delle multinazionali hanno tutti il volto ricoperto da un ologramma legato alla propria lobby e questo espediente grafico viene reso alla perfezione da Caldwell che riesce a trasmettere al lettore quella sensazione sempre crescente di algido distacco tra chi governa e chi è governato. Il tratto è fresco e accattivante, aperto verso un pubblico giovanile. La tavola non ha schemi, viene lasciata volutamente libera per consentire ai disegnatori di disporre le vignette assecondando la narrazione, mantenendo sempre alto il livello espressivo e dinamico delle singole immagini.

Dietro a questa veste mainstream si nasconde un’opera autoriale nata da una riflessione attenta e acuta dei suoi autori. La narrativa a fumetti, da sempre attenta agli umori dei suoi tempi, non si lascia sfuggire l’opportunità offerta dal contesto politico, economico e culturale che viviamo nel nostro quotidiano. Nel fare questo partorisce Prez, ennesima dimostrazione della potenza espressiva e visiva di un media dalle infinite capacità.

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