Topolino 3154, la recensione
Abbiamo recensito per voi il numero 3154 di Topolino, contenente la seconda parte del crossover tra PK e DoubleDuck e il ritorno di X-Mickey
Dopo una collana di 30 numeri, uscita tra il 2002 e il 2004, e alcune avventure del comprimario della serie, il pippide mannaro Pipwolf, pubblicate su Topolino tra il numero 2626 il numero 2763, è giunto il momento del ritorno in grande stile della serie, con questa prima storia che - raccontandoci una divertente vicenda - si occupa di ripresentare il mondo gotico di X-Mickey e i suoi personaggi ai lettori più giovani.
Si prosegue, quindi, con l’attesissimo secondo episodio di Timecrime, il crossover tra PK e DoubleDuck.
Le matite di Paolo Mottura, anche per questa seconda e ultima parte, valorizzano la splendida sceneggiatura di Francesco Artibani, che riesce a svelarci almeno due importantissimi retroscena delle due saghe paperinesche, chiudendo la storia con un finale che, senza fare spoiler, difficilmente potrà non commuovere, risultando una delle più belle celebrazioni di Paperinik… o Pikappa o DoubleDuck. E non stiamo a sottilizzare: non è forse - appunto - sempre lo stesso papero?
Se questi due fumetti, da soli, giustificano ampiamente l’acquisto dell’albo, non è comunque finita qui. Seguono, infatti, due storie brevi, Paperino in: Non guardarmi così, di Vito Stabile e Federico Bertolucci, e Pippo e l’ordine necessario, scritta da Giulio D’Antona e disegnata da Giorgio Di Vita.
Se la prima appare deboluccia e scontata, la seconda è invece una divertente variazione sul tema, sempre piacevole da leggere, dei vari pro-pro-prozii di Pippo e del loro ciarpam… pardon: cimeli!
L’ultima storia del volume è Zio Paperone e i legumi di famiglia, di Gaja Arrighini e Andrea Lucci, dove troviamo lo zione che tenta di sfruttare - come sempre commercialmente - la strana eredità di un ramo misconosciuto del clan De' Paperoni.
A completamento del numero di questa settimana abbiamo anche due autoconclusive, entrambe con protagonisti Paperino e Paperoga: una di ambito botanico scritta da Alessandro Sisti e disegnata da Renata Castellani e l’altra interamente opera del sempre divertentissimo Enrico Faccini