Dylan Dog 357: Vietato ai minori, la recensione

Da tempo non apprezzavamo su Dylan Dog una storia tanto cruda quanto lo è Vietato ai minori...

Classe 1971, ha iniziato a guardare i fumetti prima di leggerli. Ora è un lettore onnivoro anche se predilige fumetto italiano e manga. Scrive in terza persona non per arroganza ma sembrare serio.


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Arriverà in edicola sabato 28 maggio questa storia di Pasquale Ruju, disegnata da Davide Furnò e Paolo Armitano, annunciata con largo anticipo da Sergio Bonelli Editore e segnalata con entusiasmo da Roberto Recchioni in più circostanze.

Tutto ciò, insieme al titolo e all'argomento in oggetto, ha creato presto una certa attesa e molta curiosità tra i lettori di Dylan Dog. L'anteprima che vi abbiamo proposto ieri è senza alcun dubbio suggestiva, per non parlare della splendida copertina di Angelo Stano, dalle reminiscenze noir stile classici anni '70, come Kriminal e Satanik.

Tra le bellissime vamp che hanno sedotto il protagonista durante la sua carriera di Indagatore dell'Incubo, possiamo annoverare da questo albo anche una prorompente attrice di film horror, di cui Dylan è fan da tempo immemore e che ora si ritrova come cliente.

Vanessa Wilson esercita ancora un fascino irresistibile su di lui, nonostante sia una star ormai in declino. È pronto addirittura a vincere il proprio terrore dell'aereo per volare a Los Angeles e cercare le sue tracce, quando la donna scompare nel nulla. Dopo una notte di passione, gli resta solo un enigmatico invito per uno evento cinefilo all'ignoto Cinema Emperor la sera di Ognissanti, nella metropoli californiana.

La realtà che si spalanca davanti agli occhi del Nostro è quella degli snuff movie, pellicole in cui le torture e la atrocità che vengono inflitte sono tutt'altro che finzioni. L'Old Boy si ritrova invischiato in una bolgia di oscenità, barbarie e depravazione che sarebbe corretto definire non immorale, ma amorale.

Vietato ai minori è un racconto per stomaci robusti, che verranno messi alla prova subito dalle sue prime, agghiaccianti tavole. Da tempo non apprezzavamo sulla collana regolare una storia così tosta, capace di regalarci continui sussulti fino all'ultima pagina. Il merito va ovviamente a un padrone della sceneggiatura come Pasquale Ruju, che come volentieri è uso nei suoi script, impreziosisce il tutto con una variegata "colonna sonora”, un susseguirsi di citazioni che spaziano attraverso ogni genere musicale.

Assai valido e intrigante risulta anche il suo soggetto, con qualche punto meno chiaro all'inizio, ma in sintesi è l'ennesima, convincente interpretazione delle infinite potenzialità di un titolo Bonelli di tale caratura.

L'autore sardo tuttavia, non riuscirebbe mai ad angosciarci, a strapazzarci emotivamente fino alla fine, senza l'aiuto di due giovani veterani quali Davide Furnò e Paolo Armitano alle matite, superbi nel trasmutare un eccellente copione in folgoranti immagini.

Non si riduce a una questione di mestiere; per la potente carica espressiva voluta e ottenuta con un baluginare di ombre e chiaroscuri, sapienti contrasti di bianco e neri, ci vuole un talento innato.

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