Blackbox vol. 1: Futura memoria, la recensione
Abbiamo letto e recensito per voi Blackbox vol. 1: Futura Memoria, il debutto del fumetto distopico di Giuseppe Grossi e Mario Monni
Alpinista, insegnante di Lettere, appassionato di quasi ogni forma di narrazione. Legge e mangia di tutto. Bravissimo a fare il risotto. Fa il pesto col mortaio, ora.
Ovviamente, in questo mondo in cui una tecnologia bellica steampunk si accompagna a strutture sociali rigide da futuro distopico post-crisi apocalittica, non tutti possono essere a proprio agio con una vita come questa. Blackbox vol. 1: Futura memoria, segue proprio le vicende di una famiglia colpita dal conflitto. Isaac è uno degli agenti della città, votato a far rispettare le strettissime linee guida che ne regolano ossessivamente ogni aspetto, mortificando la libertà, la creatività, i sentimenti e la spontaneità delle persone. Addestrato sin da bimbo a seguire e amare la norma, è indissolubilmente legato a essa, ma non è più orgoglioso come un tempo. Sua madre, ormai cieca e molto anziana, obbedisce per mancanza di alternative. Dopotutto, è un ingegnere di grande talento e il sistema non permetterebbe mai a una donna dal potenziale tecnico bellico come lei di sprecare le proprie risorse. Ma il suo affetto materno è vivo e scalpita. Inoltre sullo sfondo, c’è la storia del fratello di lei. Perduto? Allontanato? Morto? O protagonista e vittima di un gioco psicologico infame e sottile come tanti a Ecrònia?
Non aspettatevi avventura, in questo capitolo introduttivo. Il ritmo è volutamente lento, la guerra che nutre la città come la soluzione dogmatica di ogni cosa rimane sullo sfondo, l’azione potenziale che l’ambientazione suggerisce rimane quiescente, forse in attesa di esplodere nel secondo volume. Una scelta coraggiosa e rischiosa, per questo debutto di sessantaquattro pagine, fatto di atmosfere visive oscure, di immagini quasi da decifrare, che scendono nel dettaglio degli stati d’animo dei personaggi, nelle pieghe più nascoste delle vite dei protagonisti. Le matite di Mario Monno e i colori di Gaetano Longo dipingono un mondo estremamente coerente, tra passato e presente, dentro tavole ben confezionate, ma non sempre di lettura agilissima.
Impossibile rispondere, dopo la lettura di Blackbox vol. 1: Futura Memoria. Certamente l’idea di base si rivela avvincente e la confezione del volume non è priva di interesse, ma non ci stupiremmo se alcuni dei nostri lettori, magari quelli meno disposti a gettarsi a capofitto nei misteri e nella narrazione volutamente sospesa, con l’intento di far venire l’acquolina in bocca e di far attendere agnizioni e rivelazioni, non fossero disposti a dare fiducia alla seconda uscita di un fumetto comunque coraggioso. Noi, personalmente, faremo il salto e siamo curiosi di vedere se ci aspetta un cambio di passo di cui, onestamente, si sente il bisogno.