Spider-Gwen 1, la recensione
Abbiamo recensito per voi il primo numero di Spider-Gwen, serie Marvel edita in Italia da Panini Comics sulla Donna Ragno di una dimensione alternativa...
Fumettallaro dalla nascita, ha perso i capelli ma non la voglia di leggere storie che lo emozionino.
In questa realtà alternativa (e in epoca precedente ai fatti narrati in Secret Wars) Gwen Stacy è stata morsa da un ragno radioattivo che le ha conferito dei poteri proporzionali a quelli degli aracnidi: un senso di ragno che l’avvisa dei pericoli, forza e agilità proporzionali e la possibilità di tessere una tela che le permette di girare la città nei panni di Spider-Woman. Nel frattempo, uno dei suoi compagni di scuola, tale Peter Benjamin Parker, pur di difendersi dai soliti bulli svilupperà un siero che lo porterà a essere Lizard. Durante uno scontro con Spider-Woman, Peter troverà la morte e da questo momento la giovane Gwen diventerà bersaglio delle feroci critiche del sindaco di New York, J.J. Jameson, oltre che ricercata dalla Polizia. Ah, non abbiamo menzionato il fatto che suo padre è George Stacy, capitano della Polizia, e che la nostra eroina è la batterista delle Mary Janes. Proprio durante un’esibizione della band è stata costretta ad abbandonare il palco per salvare la vita del papà dall’attacco di Aleksei, omaccione russo assoldato dall’avvocato di Kingpin, Matt Murdock, per uccidere chi lo ha messo dietro le sbarre. L’intervento sarà provvidenziale, ma metterà il Capitano Stacy davanti a una verità dolorosa: sua figlia è la persona a cui sta dando la caccia. Inoltre, la sua condotta non proprio professionale, seppur giustificata, la porterà a essere cacciata dalla band.
Insomma, sebbene il cognome sia diverso, sembra proprio di rivedere la proverbiale sfortuna dei Parker e quel mood delle primissime storie che hanno poi consacrato Spider-Man tra i personaggi più iconici del panorama internazionale del fumetto. "Supereroi con super problemi" era l’adagio di Stan Lee, e Gwen è sicuramente piena di problemi. In questo numero 1 vediamo il cast dei cattivi infoltirsi con l’entrata in scena dell’Avvoltoio e la prima apparizione di Kingpin. Il nome di Spider-Woman inizia a girare anche in certi ambienti e il bersaglio che porta sulla schiena si fa sempre più grande. Ma i veri problemi sono quelli che investono direttamente la sua sfera personale.
Latour è abile nel creare spessore e profondità al personaggio calandolo in una realtà difficile e quasi claustrofobica in cui pochi sono gli spiragli di luce. Gwen è una ragazza travagliata, taciturna, solitaria che infila le cuffie, alza il cappuccio e si butta nell’oscurità di una città che nasconde troppe insidie. Da quella realtà lei cerca una fuga, una via d'uscita, e fino a poco tempo fa l’unica valvola di sfogo era pestare forte la sua batteria. Ora che ha perso anche questa non le resta che indossare il costume e cercare nel suo essere una supereroina un’evasione da ciò che l’assale, rimandando il momento in cui dovrà affrontare certe situazioni.
Il successo del personaggio è stato immediato e leggendo questi primi due capitoli del ciclo La più ricercata...? si capisce anche il perché. Latour realizza una storia carica di pathos, colpi di scena e intrisa dello spirito tipico dei teen-drama, capace di creare un’empatia immediata tra il pubblico e il protagonista. Sola contro tutti, Gwen si muoverà all’interno di un nutrito cast di comprimari (che in questo numero si arricchisce della new entry Frank Castle), capaci di dialogare con lei e perfettamente funzionali allo sviluppo della trama. E sebbene abbiano nomi che strizzano l’occhio all’Universo Marvel classico, vengono qui ripresentati con elementi nuovi che sovente stravolgono la natura stessa del personaggio. Inoltre, senza anticipare troppo, l’espediente narrativo del personaggio immaginario che affianca la protagonista, che a noi ha portato alla mente l’Armadillo di Zerocalcare, permette a Latour di dar vita a esilaranti gag che scaricano la tensione accumulata con il susseguirsi degli eventi.
Abbiamo detto del character design indovinato di Rodriguez, ma in generale tutto il lavoro del fumettista americano su questa serie è fantastico. Le tavole non hanno una gabbia rigida, ma uno schema variabile che si adatta alla concitazione della scena descritta. Le vignette si susseguono numerose, tumultuose, cariche di tensione, mantenendo sempre invariata una forte componente espressiva. Parlavamo prima della realtà oscura in cui è immersa Spider-Gwen e questo spirito viene ripreso anche nelle tavole, spesso ambientate di notte, con scenari oscuri sui quali si staglia la figura chiara dell’eroe.
Spider-Gwen 1 è una lettura fortemente consigliata, dinamica, fresca, interessante che si va a inserire in quel filone di nuovi supereroi con superproblemi che sta rinverdendo il parco testate Marvel. Lavorare con personaggi così iconici come Spider-Man non è facile, Latour e Rodriguez sono riusciti a creare una serie che pur mantenendo invariate delle prerogative della Casa delle Idee, ci proietta in una nuova fase dell’arte seriale in cui il fumetto non è solo intrattenimento, ma specchio di una società in continua evoluzione.