One-Punch Man 1, la recensione
Abbiamo recensito per voi One-Punch Man 1, esordio italiano del manga creato da One e disegnato da Yusuke Murata
Fumettallaro dalla nascita, ha perso i capelli ma non la voglia di leggere storie che lo emozionino.
Protagonista di questo fenomeno, dicevamo, è Saitama, venticinquenne indolente e avulso da ogni dinamica sociale, lavorativa, familiare. Come molti altri della sua generazione, il nostro protagonista sprofonda lentamente verso l’apatia preferendo restare chiuso in casa a guardare la televisione e leggere i fumetti piuttosto che vivere la sua vita, la sua età.
Qualcosa potrebbe cambiare il corso delle cose quando un ragazzo di nome Genos chiederà di diventare il suo allievo. Impressionato dalla forza dei suoi colpi, sceglie Saitama come suo maestro e lo seguirà con ammirazione e dedizione. Eppure, la storia di questo personaggio è molto più convincente rispetto a quella del protagonista, creata in una concezione tutta romantica del ruolo dell’eroe: a seguito di un attacco di un cyborg impazzito la famiglia di Genos viene sterminata e la sua città distrutta. Il quindicenne superstite, però, incontrerà sulla sua strada il Professor Kuseno che gli offrirà la possibilità di vendicarsi: lo trasformerà a sua volta in un cyborg valoroso e sprezzante del pericolo, alla ricerca della sua redenzione. Belloccio al punto giusto e con una spiccata propensione all’eloquio drammatico, in condizioni diametralmente opposte sarebbe stato lui il protagonista di qualsiasi altro shonen.
Il cast di cattivi è un chiaro ed evidente omaggio a quanto sin qui prodotto nella terra del sol levante: mostri di ogni genere, giganti super potenziati, demoni, cavalieri in armatura e leoni feroci. Insomma, ci sono tutti gli stereotipi che One abbatte uno a uno, con un solo, potentissimo pugno. Dissacrante, irriverente, esilarante, One Punch Man è dotato di una trama fluida e scorrevole che saprà conquistarvi sin dalla prima lettura. Non potrete non innamorarvi di Saitama, del suo essere un anti-eroe, lontano anni luce dall’immagine codificata in decenni di letture e anime. Per quanto feroci siano i suoi avversari o elaborati i loro piani, nulla riesce a farlo divertire o emozionare realmente. Solo la continua e costante frustrazione di vedere i suoi allenamenti, i suoi sforzi sprecati da inetti ciarloni e boriosi.
Lo stile grafico di Murata è elegante e dal tratto preciso e accompagna la narrazione senza mai esagerare. Volutamente, il disegnatore mantiene una compostezza che preferisce mettere in risalto lo svolgimento della trama piuttosto che focalizzare l’attenzione su scelte ardite o soluzioni a effetto. La composizione delle tavole è sempre ricca di particolari, delicata e dinamica (Murata è stato assistente di Takeshi Obata e si nota) impreziosendo ulteriormente un’opera di per sé già ottima.
One prende poco sul serio se stesso e la sua produzione, ed è questa la vera arma vincente. Molto spesso infatti la narrativa a fumetti ha enfatizzato in maniera esasperata i protagonisti delle proprie avventure, caricando vignette e balloon di significati e concetti che vanno al di là del mezzo stesso. Per leggere questo manga non c’è bisogno di alcuna esegesi, basta semplicemente approcciarsi alla lettura e lasciarsi guidare in questa brillante e riuscita parodia manga. One riporta il divertimento, l’intrattenimento puro all’interno di queste pagine e lo fa con bravura e leggerezza.