Intervista ad Adam Kubert: i Nuovissimi Avengers e un futuro di progetti personali
A Napoli COMICON abbiamo avuto la possibilità di intervistare Adam Kubert, grande artista di fumetti americani attualmente al lavoro sui Nuovissimi Avengers
Ciao, Adam, e benvenuto su BadComics.it!
Ciao, piacere di conoscervi.Partiamo ovviamente da All-New, All-Different Avengers, la testata con protagonisti i Vendicatori della Nuovissima Marvel. Cosa devono aspettarsi i lettori da questa nuovo team?
So che può sembrare ingannevole, ma devono davvero aspettarsi l'inaspettato. Si tratta di una nuova squadra, che si forma in maniera piuttosto originale: fondamentalmente, le prime tre uscite della serie mostreranno come i personaggi si uniranno in un unico team.Quello che è davvero interessante, è che i membri sono molto diversi da loro, ognuno viene da una sua precisa esperienza di vita, grazie alla quale si è formato. Alcuni di loro sono giovani, molto giovani. Altri più esperti. Ma queste sono solo le differenze più evidenti: ce ne sono altre molto più profonde.
Ad ogni modo, si troveranno assieme e formeranno una squadra che è davvero nuovissima e diversissima rispetto a quanto abbiamo visto in passato.
Hai parlato di una squadra molto diversa. Dunque, se dovessi scegliere, qual è la maggiore diversità tra questi Nuovissimi Avengers e i precedenti della lunga gestione di Jonathan Hickman?
La differenza più grande ha un nome e un cognome: Mark Waid. Un uomo dotato di una sensibilità molto importante, molto diverso da Hickman sotto molteplici punti di vista. Sono felicissimo di collaborare con lui a questo progetto, è la prima volta che ci capita di trovarci nonostante le nostre longeve carriere. Si tratta di qualcosa di molto speciale per me.
Abbiamo appreso che questi Avengers avranno a disposizione un budget economico molto più limitato rispetto al passato. Come queste potenziali difficoltà finanziarie andranno a influenzare le loro storie?
Hai detto bene. Adesso, per esempio, non c'è più una Stark Tower. Si troveranno quindi a operare in un hangar per aeroplani nel New Jersey, cosa che per me è grandiosa. Sarà dura per loro imparare a fare quello che fanno senza avere un budget a disposizione.
Tra i componenti della squadra, che ricordiamo essere Iron Man, Capitan America, Thor, Visione, Spider-Man, Ms. Marvel e Nova, qual è il tuo preferito?
Direi Kamala Khan, la nuova Ms. Marvel. Perché lei è così... diversa, sotto ogni punto di vista. Anche quello meramente grafico: non ho mai disegnato un personaggio del genere prima d'ora. Inoltre, le sue interazioni con i personaggi di Miles Morales [Spider-Man] e Sam Alexander [Nova] sono terribilmente affascinanti. Quando questi tre componenti più giovani si relazionano con i membri più navigati degli Avengers è fantastico!
Possiamo asserire che si verrà a creare una sorta di rapporto mentore/allievo?
È assolutamente corretto.
Lavori nell'industria del fumetto americano ormai da decenni: come si è evoluta nel tempo, secondo te?
Si tratta di un mondo completamente differente rispetto al passato. L'unica cosa che è rimasta invariata è che le nostre radici sono sempre le stesse: dobbiamo raccontare storie. Possibilmente buone. Se le storie non sono di buon livello, non importa quanto possano essere bravi gli autori: il risultato finale sarà sempre insufficiente. E onestamente, credo che la qualità delle storie stia migliorando costantemente, da quando lavoro in questa industria. Penso che ora abbiano raggiunto un livello qualitativo talmente alto da attrarre sempre nuovi lettori, che sembrano non essere mai sazi e continuano a chiederne ancora e ancora.
Certo, la tecnologia ha fatto passi da giganti negli anni, andando a cambiare in meglio il nostro modo di lavorare. Per esempio, riesco a disegnare e a inchiostrare anche adesso, mentre sono in trasferta. L'anno scorso sono riuscito a realizzare ben dieci uscite, mentre senza l'ausilio delle tecnologia riuscivo a farne al massimo tre o quattro, e solo le matite. È fantastico, perché mi consente di continuare a migliorare, aumentando persino la velocità del mio lavoro.
Nel corso di Secret Wars, hai lavorato alla miniserie con protagonista Spider-Man, intitolata Rinnovare le Promesse, scritta da Dan Slott. È stata una sorta di grande "What If...?" che ha immaginato una vita alternativa per Peter Parker, impegnato anche come padre e marito, oltre che come supereroe. Cosa puoi raccontarci di questa esperienza?
La cosa più bella è che si trattava di una storia con la quale riuscivo a empatizzare notevolmente, grazie a mia moglie e mia figlia. Per esempio, la mia bambina, Eva, è stata il mio modello per Anne, la figlia di Peter. Si prestava volentieri a posare per me, così che il mio lavoro fosse più facile. È stato qualcosa di molto bello, un progetto che sentivo davvero mio. Non che stia dicendo che in realtà sono Spider-Man, ben intesi! Ma potevo relazionarmi facilmente con l'essere marito e padre di Peter Parker, con l'aspetto umano del superumano.
Viviamo in un'epoca nella quale due medium come il fumetto e il cinema sembrano essere divenuti quasi complementari, come se uno dei due non potesse esistere senza l'atro. Cosa credi che il fumetto stia donando al cinema e viceversa?
Il fumetto sta dando tutto al cinema! In primo luogo, le idee. Quello che il cinema sta dando al fumetto è, oggettivamente, maggiore notorietà e visibilità. Gli addetti ai lavori ci vedono come forieri di nuove idee, andando a legittimare ulteriormente la nostra professione. Improvvisamente, è quasi come se il nostro lavoro fosse più legittimo: "Oh, tu sei un disegnatore di fumetti? Wow!" Dieci anni fa eri uno zero, oggi arrivi quasi a sentirti una superstar! Anche se, sai, non lo siamo per niente!
Sia in campo meramente fumettistico che cinematografico, possiamo affermare che il mercato sia sostanzialmente dominato dalla Marvel, con la DC Comics impegnata da tempo a rincorrere. Secondo te che cos'ha la Casa delle Idee in più rispetto alla Distinta Concorrente?
I personaggi. La Marvel ha il migliore cast possibile, la migliore "banca dei personaggi" a disposizione. La DC Comics ha Batman, Superman, Wonder Woman e poi? La Marvel è riuscita a rendere celeberrimi persino personaggi come Ant-Man o Deadpool. Penso che questo sia dovuto a una maggiore infusione di umanità nei personaggi, cosa che li rende più realistici agli occhi del pubblico e quindi più vicini al loro cuore.
Ultima domanda: nel mercato americano si sta distinguendo, oramai da anni e con sempre maggiore incisività, la realtà Image Comics. Hai mai pensato di lavorare a un fumetto creator-owned, completamente tuo?
Ho un bel numero di personaggi creator-owned per la testa. Dovrò giusto trovare il tempo, un giorno, di renderli reali, di metterli su carta. A dire il vero, per alcuni di questi si è fatto anche qualche passo in avanti, ne ho già parlato con diversi scrittori con i cui collaborare a progetti di questo tipo. Non so se sarà un fumetto Image, o Icon, o altro, ma è sicuramente il prossimo passo nella mia carriera.
Alcuni di questi personaggi esistono già? Hanno già preso vita su carta?
Sì, esistono. Ma al momento solo in questa maniera, non vi è ancora un chiaro e preciso progetto. Staremo a vedere!
Grazie davvero, Adam, per la tua cortesia e disponibilità!
Grazie a voi, alla prossima!