Marvel, Chris Bachalo: Doctor Strange? Jason Aaron mi ha convinto così...
Jason Aaron ha dovuto lottare per convincere Chris Bachalo a disegnare Doctor Strange: l'amatissimo cartoonist racconta perché
Alpinista, insegnante di Lettere, appassionato di quasi ogni forma di narrazione. Legge e mangia di tutto. Bravissimo a fare il risotto. Fa il pesto col mortaio, ora.
Ho deciso di disegnare questa serie per avere l'opportunità di tornare a lavorare con Jason Aaron. Mi sono divertito tantissimo con lui su Wolverine and the X-Men e collaborare di nuovo è per me una gioia.
Ci è voluto un po' per capire che stile utilizzare sulla serie. Ho meditato molto sulla sceneggiatura, prima di iniziare, come faccio sempre con i nuovi lanci. Penso a quel che vorrei vedere su una storia del genere se fossi un lettore, in termini di ritmo, aspetto, stile. Ci sono personaggi da creare, particolari da definire, costumi, abitudini, movenze, corpi da disegnare. Ci vuole un po' per progettare un universo intero, ma a un certo punto ci si sente pronti e ci si mette al tavolo da disegno. Grazie a tutte le mie meditazioni, sono diventato molto veloce, con gli anni.
Gran parte di quel che vedete sulla pagina è frutto di queste mie riflessioni. In termini di stile e di livello di dettaglio, Doctor Strange credo vada confrontato con Steampunk, perché avevo sensazioni simili quando lavoravo a quel fumetto con Joe Kelly. Sia lui che Jason hanno una grande inventiva visiva e trovo molto semplice riempire le vignette e le pagine di particolari con ogni genere di idea grafica. Il difficile è darsi un limite.Una somiglianza con i film di Tim Burton? Devo dire che non ci avevo mai pensato, ma ora che me lo fate notare c'è un qualcosa di Beetlejuice, per quanto riguarda le creature e i mostri che abbiamo creato io e Jason. Non si sa mai da cosa si possa venire ispirati, quando ci si trova ad inventare qualcosa. I vermoni a strisce che avete visto strisciare tra i palazzi, ad esempio, mi sono venuti in mente durante la lettura di Watchmen, quando avevo vent'anni. Inoltre, credo che una grande influenza sul mio Doctor Strange l'abbia il lavoro di James Jean.
In generale posso dirvi che volevo distanziarmi un po' dalla codificazione dei reami cosmici e onirici che fanno generalmente riferimento allo Strange di Steve Ditko. Abbiamo visto molti stili, negli anni, ma tutti quanti hanno fatto capo a quell'epoca. Io voglio che ogni singolo reame abbia le sue regole, un suo aspetto peculiare e riconoscibile. Alcuni potrebbero essere interamente cubici, altri del tutto liquidi. Prometto di essere creativo, in questo.
Jason ha cercato di convincermi per un anno, mentre lavoravo con Brian Michael Bendis su Uncanny X-Man. Inizialmente non ero entusiasta di Doctor Strange e gli proponevo invece una serie su Spider-Man. Ma lui non ha mollato. Ho capito che aveva intenzioni serissime, quindi gli ho scritto una mail molto dettagliata e lunghissima in cui spiegavo cosa sarebbe successo se fossi stato io il disegnatore di una serie su Strange. Fortunatamente, gli è piaciuto quel che ha letto.Abbiamo iniziato a parlare degli elementi che volevamo inserire, da quelli del costume a quelli della storia. E un particolare che entrambi consideravamo importante era ringiovanire Stephen di parecchio. Quando lo disegno, ora come ora, immagino che sia sostanzialmente nei primi anni dei suoi trenta. Devo dire che le striature bianche ai lati della testa non mi mancano. Ho sempre pensato dovessero essere una prerogativa di Reed Richards.
Bachalo ha spiegato di non essere mai stato un fan del personaggio, motivo per cui titubava nell'accettare l'incarico, anche per sospetto nei confronti delle storie troppo misticheggianti.
Mi piacciono gli eroi con dei limiti. Sono uno da Batman, non certo da Superman. Doctor Strange ha sempre avuto una sorta di aura da deus ex machina che non mi ha mai convinto. Ecco perché cercavo di portare Jason su proposte che coinvolgessero Spider-Man. Non pensavo di poter entrare in relazione con Strange, che trovavo arrogante, altezzoso, quasi una divinità rispetto ai suoi colleghi.
Uno degli aspetti a cui non volevo assolutamente rinunciare era infatti che avesse dei limiti precisi, che fosse uno come gli altri in termini di ruolo supereroistico e che il suo potere non fosse infinito. Ora dovrà essere più creativo di un tempo di fronte alla soluzione di un problema e le sue azioni avranno ripercussioni più complesse. Viene sconfitto. Soffre. Tutte cose che, secondo noi, lo renderanno molto più interessante.
Fonte: Newsarama