Tropical Blues, la recensione
Dopo Coney Island e in attesa di Hellnoir, la seconda parte dell'estate targata miniserie Sergio Bonelli Editore porta il nome di Tropical Blues
Classe 1971, ha iniziato a guardare i fumetti prima di leggerli. Ora è un lettore onnivoro anche se predilige fumetto italiano e manga. Scrive in terza persona non per arroganza ma sembrare serio.
In attesa di Hellnoir di Pasquale Ruju e Giovanni Freghieri, previsto per il 28 ottobre, dopo Coney Island di Gianfranco Manfredi, Giuseppe Barbati e Bruno Ramellala, la seconda parte dell'estate targata miniserie di Sergio Bonelli Editore, porta il nome di Tropical Blues.
L'ambientazione di questa graphic novel è precedente a quel periodo e a quella notizia. Si colloca precisamente nel 1927 ma la connotazione geografica e la tragicità dell'evento sono gli stessi. In questo contesto narrativo il giovane sfortunato si chiama Mike Somerset III, il quale dopo essersi salvato dal naufragio del proprio catamarano, decide di raggiungere a nuoto la costa, incurante degli innumerevoli pericoli e degli ammonimenti del capitano Thomas Starke.
Da qui si sviluppa una serie di innumerevoli eventi che fanno esplodere l'avventura e mantengono acceso l'interesse sul possibile destino del povero Mike, guidandoci dal profondo blu dell'oceano al verde lussureggiante della giungla, popolata da feroci tribù ostili agli stranieri. Si arriva in un fiato al colpo di scena finale, molto ben architettato, che rovescia l'intera prospettiva del racconto.
Le citazioni contenute in questo fumetto sono molte; abbiamo provato a indicarvi le più suggestive ma potete sbizzarrirvi a ricercarne altre tra i risvolti della solida sceneggiatura di Mignacco. I suoi testi sono esaltati dai disegni di Marco Foderà, puliti e in linea con l'atmosfera esotica dell'ambientazione e in grado di spaziare su qualunque soggetto e inquadratura, estremamente convincente nella qualificazione espressiva dei personaggi. Il suo stile realista mantiene requisiti di pregio per quasi 300 pagine e lo standard qualitativo della saga viene consolidato dalla splendida copertina composita, realizzata per i tre brossurati che la costituiscono. È opera di Pasquale Frisenda, elegante sia nel tratto che nella scelta dei colori.