Tex Romanzi a Fumetti 2: Frontera! - la recensione
Frontera! è un fumetto sontuoso: l'interpretazione artistica da parte di Alberti dell'impeccabile sceneggiatura di Boselli è elegante e il suo Tex granitico
Classe 1971, ha iniziato a guardare i fumetti prima di leggerli. Ora è un lettore onnivoro anche se predilige fumetto italiano e manga. Scrive in terza persona non per arroganza ma sembrare serio.
Con Frontera! vengono stabiliti i canoni della collana intitolata originariamente Tex d'Autore, al debutto il febbraio scorso con la graphic novel L'eroe e la leggenda di Paolo Eleuteri Serpieri, da ritenersi un numero zero secondo le indicazioni di Mauro Boselli. Si chiamerà d'ora in poi Tex Romanzi a Fumetti e avrà cadenza semestrale.
Alberti approfitta immediatamente della libertà creativa concessagli, attingendo alla sua notevole esperienza nelle bande dessinée, sbizzarrendosi in alcune tavole mozzafiato. Come nella precedente avventura di Serpieri, il protagonista è più giovane, anche se esteticamente più simile a quello della continuity regolare. È un fuorilegge ed è detenuto nel carcere della città messicana che dà il nome all'albo. Ha già fatto parte dei ranger texani ma è finito in prigione e la vicenda spiega brevemente la motivazione.
Frontera!, come L'eroe e la leggenda, è un fumetto graficamente sontuoso. L'interpretazione artistica da parte di Alberti dell'impeccabile sceneggiatura di Boselli è elegante e il suo Tex granitico, come gli eroi impersonati dai grandi attori hollywoodiani dell'indimenticabile epopea cinematografica del western anni '50 e '60.
Funziona e convince non tanto l'originalità del soggetto ma il diverso schema narrativo, più consono al panorama internazionale. I due autori ci forniscono una differente prospettiva sulla creatura di Gianluigi Bonelli e Aurelio Galleppini che si discosta dal canovaccio collaudato ormai da mezzo secolo, centrando l'intenzione del nuovo progetto.
Non si irrigidiscano i puritani affezionati alle testate mensili; icone senza tempo come quella di Sergio Bonelli Editore si prestano a potenzialità infinite e sarebbe un peccato non sfruttarle. Costoro non dimentichino che Tex è patrimonio di tutti, lecito è condividerlo e declinarlo nei termini e nelle forme più svariate, senza mai snaturarlo.