LuccaCG15: Le Guerre Segrete di Paul Renaud - Intervista
Intervista a Paul Renaud, disegnatore del prologo al megaevento Marvel: Secret Wars 0, uscito in occasione di Lucca Comics & Games 2015
Classe 1971, ha iniziato a guardare i fumetti prima di leggerli. Ora è un lettore onnivoro anche se predilige fumetto italiano e manga. Scrive in terza persona non per arroganza ma sembrare serio.
L'attesa è finita: Secret Wars arriva finalmente in Italia. Lucca Comics & Games 2015 è certamente l'occasione ideale per Panini Comics per far esordire il megaevento Marvel. Alla fiera toscana è disponibile da giovedì 29 ottobre il numero zero della saga scritto ovviamente da Jonathan Hickman e disegnato da Paul Renaud, che firma anche una delle copertine variant dell'albo in esclusiva per Panini.
Abbiamo avuto la possibilità di incontrare l'artista francese allo stand della casa editrice modenese e di conoscere meglio l'artefice del prologo di uno degli eventi della Casa delle Idee più attesi di sempre.
Ciao Paul, grazie per essere qui con noi e benvenuto su BadComics.it
Grazie a voi. Un saluto a tutti i lettori italiani.Paul, partiamo dagli esordi: qual è stata la tua formazione giovanile?
Da buon francese sono cresciuto su classici come Tintin, Asterix e Spirou. Poi da ragazzino ho conosciuto i comics americani e i supereroi, soprattutto Marvel. Me ne sono innamorato. Penso che la svolta sia stata quella. Adoravo e adoro disegnarli.[caption id="attachment_84752" align="alignleft" width="191"] Red-Sonja - Arte di Paul Renaud[/caption]
Hai iniziato presto a lavorare per il mercato USA, è stato subito il tuo primo impegno come professionista?
No, in realtà ho avuto un brevissima esperienza con le bande dessinée per un grosso editore, Soleil. In realtà la collaborazione avrebbe potuto continuare ma fui notato dal mercato a stelle e strisce anche grazie al mio sito, così ho lasciato presto quello francese.
Hai notato una grossa differenza fra i due paesi in ambito fumettistico e come ti sei trovato oltreoceano?
Esiste una notevole differenza soprattuto nel modo di lavorare e relazionarsi. Io, se devo essere sincero, preferisco quello americano. Non lavori mai solo, sei attorniato da un team di persone che si occupano di ogni dettaglio, problematica, ognuno con le sue specialità ma focalizzata sullo stesso obbiettivo. È poi la cosa che mi piace di più. C'è una forte interazione e il rapporto con gli editor e con gli altri autori è costante e stimolante. In Francia il mestiere di fumettista è un lavoro solitario, da eremita. [Ride]. Ti trovi spesso a fare tutto tu.
Negli States hai iniziato come copertinista, giusto?
Si, ho iniziato come copertinista. Ho lavorato per piccole realtà e poi per le major come Dynamite, IDW, Dark Horse e quindi Marvel.
Qual è stato il primo fumetto che ti ha visto coinvolto come disegnatore?
Il primo si intitola Cavewoman (2006) per la Basement, per il quale ho curato come autore completo testi, disegni e ovviamente le copertine. Quindi la storia di backup di Fear Agent #8 su testi di Hilary Barta per la Image e alcuni numeri di Red Sonja per la Dynamite, personaggio per il quale ho realizzato diverse cover.
Il passaggio da copertinista a disegnatore non è mai immediato, a volte può essere faticoso. Sono due approcci all'illustrazione molto diversi: lo è stato anche per te?
Si e sono d'accordo con quello che hai detto. Il disegno deve funzionare da un punto di vista sequenziale, la copertina è come un'istantanea. Poi i tempi di lavorazione si dilatano enormemente e sul collo hai le scadenze più ferree da rispettare. Nonostante tutto ciò è molto stimolante e appagante.
[caption id="attachment_84755" align="alignright" width="300"] Secret Wars #0 - Disegni di Paul Renaud[/caption]
E veniamo a Secret Wars #0. Com'è stato il tuo approccio a un evento così importante?
Tremendo. [ride] Jonathan Hickman, premetto, è stato fantastico con me, ma io ho dovuto sudare parecchio per riuscire a concludere l'albo così come lo volevano. A volte ho rifatto una vignetta o una tavola più di una volta e ora vi rivelerò due aneddoti sulla splash-page finale.
La prima riguarda gli helicarrier: ho cercato parecchio materiale in giro e poi ho fatto riferimento a quelli di Esad Ribic, disegnatore dell'evento. Alla fine mi son sentito dire dall'editor: “Li hai fatti troppo uguali, non sono helicarrier ispirati a quelli di Ribic, sono proprio i suoi”. È stato un complimento ma ho dovuto cambiarli. [sorride]
Il secondo invece è stato un mio errore. Ci sono finiti dentro personaggi che non dovevano esserci, come il Dottor Strange, ma io non lo sapevo. Mi son lasciato andar la mano, adoro tutto il Marvel Universe. Ma eravamo troppo in là con i tempi ed è rimasta così. Sono molto soddisfatto per il resto, ho curato anche chine e colori.
Preferisci scene con singoli personaggi o corali con più protagonisti?
Quando c'è un singolo personaggio è più facile, però devo dire che è più divertente avere a che fare con più personaggi e farli interagire.
Hai detto di amare tutto il Marvel Universe ma avrai qualche tuo eroe preferito, giusto?
Ora sono impegnato su Captain America: Sam Wilson. Nick Spencer e Daniel Acuña hanno fatto qualcosa di fantastico. Il nuovo Cap è strepitoso ed è una bella risposta fumettistica alle serie questioni sociali che agitano l'America. Devo confessare che i miei preferiti sono però gli X-Men: Nightcrawler, Wolverine, Ciclope, Tempesta, ma devo dire tutti in generale.
Vorresti chiudere l'intervista con un fumetto che ti ha particolarmente colpito, da consigliare ai lettori di BadComics.it?
Si. Certo. È un fumetto francese di fantascienza: Universal War One ma anche Universal War Two di Denis Bajram. É fantastico, impressionante per testi e per grafica. Una storia avvincente e intelligente. Lo consiglio a tutti.