Dylan Dog 350: Lacrime di pietra, la recensione
Il continuum qualitativo su cui si è ormai stabilizzato il rilancio di Dylan Dog prosegue con il numero 350 tutto a colori intitolato Lacrime di pietra
Classe 1971, ha iniziato a guardare i fumetti prima di leggerli. Ora è un lettore onnivoro anche se predilige fumetto italiano e manga. Scrive in terza persona non per arroganza ma sembrare serio.
Il continuum qualitativo su cui si è ormai stabilizzato il rilancio di Dylan Dog, prosegue a fine mese con questo albo in policromia, celebrativo per i 350 numeri, che abbiamo potuto apprezzare in anteprima per voi. È realizzato come autore completo da una delle firme più prestigiose di Sergio Bonelli Editore, Carlo Ambrosini, mentre i colori sono di Giovanna Niro, artista ben nota agli appassionati di Orfani.
Ambrosini sceneggia e disegna una vicenda molto intrigante che concilia orrore e tenerezza, poesia e crudeltà. Da veterano della serie e profondo conoscitore di tutti i comprimari, ci racconta un episodio che sarà difficile da dimenticare per tutti i fan del personaggio di Tiziano Sclavi. Ci regala un'interpretazione deliziosa del protagonista, di Bloch e del loro speciale rapporto di amicizia e si dimostra pienamente a suo agio con il personaggio ritenuto unanimemente il più difficile e complesso: Groucho.