Speciale Dylan Dog 29: La casa delle memorie, la recensione

Con La casa delle memorie, Speciale Dylan Dog comincia a proporre le nuove storie del Pianeta dei Morti di Alessandro Bilotta: ecco la recensione

Classe 1971, ha iniziato a guardare i fumetti prima di leggerli. Ora è un lettore onnivoro anche se predilige fumetto italiano e manga. Scrive in terza persona non per arroganza ma sembrare serio.


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Un Indagatore dell'Incubo cinquantenne, una dimensione alternativa o un possibile domani 15 anni avanti almeno rispetto alla continuity regolare e una Londra immersa in un mondo distopico, invaso dai non-morti. Sono questi gli ingredienti principali della saga del Pianeta dei Morti che esordisce in formato seriale su questo ventinovesimo Speciale Dylan Dog. Avete capito bene, da questo appuntamento la storica collana Sergio Bonelli Editore che debuttò nell'agosto 1987 con Il Club dell'Orrore di Tiziano Sclavi e Corrado Roi, sarà dedicata al futuro inquietante ideato da Alessandro Bilotta per l'ex inquilino, è il caso di dirlo, di Craven Road 7.

Il protagonista ha infatti cambiato indirizzo e casa, ha subito una perdita irreparabile e condannato l'intero pianeta all'invasione dei ritornanti. Il suo senso di colpa è talmente incolmabile da spingerlo a rientrare in servizio a Scotland Yard per dirigere un reparto di polizia incaricato di catturare gli zombie. La speranza è quella di poterli studiare e trovare un rimedio al virus che li sta moltiplicando ovunque. Chi ha letto le brevi storie sui numeri 2 e 10 di Color Fest e quella più lunga su Dylan Dog Gigante 22, è già al corrente di tutto ciò. Il neofita non deve però preoccuparsi: in La casa delle memorie, ci sono tutti i ragguagli necessari per potersi gustare appieno l'episodio di ben 160 pagine.

All'emergenza costante dei morti viventi si aggiunge, come accenna il titolo, quello degli immemori: sono persone che non accettano l'orrore presente e lo rifuggono per una pace effimera e artificiale in oasi create ad hoc. Alcuni sono scappati inspiegabilmente da questi centri ben nascosti al pubblico e alle istituzioni, cercando un reinserimento impossibile nella perduta quotidianità e trasformandosi in vere e proprie mine vaganti in grado di far precipitare la già delicatissima situazione. La trama si sofferma su casi specifici, distinti dalle piccole, grandi tragedie che appartengono in fondo a ogni famiglia, a ogni individuo.

Il nostro Old Boy si mette sulle loro tracce per arrivare a scoprire cosa si nasconde dietro questi luoghi che appaiono come finti paradisi. Ha perso l'energia e il vigore di un tempo, non è solo più vecchio nel fisico ma anche nello spirito e soprattutto si è rituffato nell'alcol. La sua abituale melanconia e il suo pessimismo si sono inaspriti in uno stato depressivo, la sua ironia è ora sarcasmo. Il suo animo è svuotato, l'unica compagnia che gli è rimasta accanto è la Morte ma conserva tuttavia intatte la sua sete di giustizia e la sua generosità.

Un iniziale scetticismo dettato anche da una certa diffidenza per un soggetto apparentemente lontano dall'originale, è condivisibile, ma lo smarrimento dura solo per un istante, soppiantato dall'entusiasmo per il coraggioso progetto. Grazie al supporto dei disegni di un maestro e veterano del personaggio come Giampiero Casertano, questo fumetto ci riconsegna seppur attempato, l'antieroe genuino e i temi seminali cari a Sclavi (le cui fattezze riconosciamo insieme a quelle di Angelo Stano in due figure secondarie della vicenda). Così i confini tra umanità e mostruosità, vita e morte, ragione e follia, sogno e realtà sono sottili, mai netti. I mostri di quest'opera non sono le bestie dissennate e ripugnanti che ha riportato alla ribalta Robert Kirkman; diventano metafora del diverso, del discriminato, del dimenticato e si finisce per parteggiare per loro. In un'ambientazione e in un cast di comprimari nuovi di zecca (irresistibile il giovane sergente Jenkins) con il cammeo di alcune figure storiche, anche i fedelissimi di Dylan si sentiranno a proprio agio, riassaporando enfatizzata l'essenza del loro beniamino.

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