Dylan Dog Speciale: La casa delle memorie - Intervista ad Alessandro Bilotta
Dylan Dog Speciale: La casa delle memorie inaugura la serie dedicata alla saga del Pianeta dei Morti. Ne parliamo con il suo autore, Alessandro Bilotta
Classe 1971, ha iniziato a guardare i fumetti prima di leggerli. Ora è un lettore onnivoro anche se predilige fumetto italiano e manga. Scrive in terza persona non per arroganza ma sembrare serio.
Da pochissimi giorni è uscito in edicola Dylan Dog Speciale 29: La casa delle memorie. Un albo speciale per davvero, in quanto ospita quella che a tutti gli effetti diventerà una nuova serie spin-off dedicata all'Indagatore dell'Incubo ambienta nel futuro.
Protagonista, un Dylan Dog al quanto invecchiato alle prese con un mondo invaso dagli zombie. Stiamo ovviamente parlando de Il Pianeta dei Morti, volume di cui vi abbiamo già proposto il nostro punto di vista nella recensione pubblicata lunedì scorso.
Grazie Alessandro è bentornato su BadComics.it. L'attenzione attorno a La casa delle memorie è stata molto elevata, arrivando coinvolgere, non è cosa usuale, quotidiani e telegiornali. Nonostante una rivisitazione decisa del soggetto originale e coraggiosa per un personaggio così radicato nell'immaginario dei lettori, l'interesse e l'accoglienza di pubblico e critica sono stati a dir poco calorosi. Onestamente, te lo saresti aspettato?
Non saprei dirti, non penso mai alle reazioni. Provo sempre a raccontare dei temi e dei soggetti che mi interessano molto. In questo caso ho avuto la possibilità di sviluppare qualcosa in cui mi riconosco completamente, non posso che essere felice del fatto che questi temi non interessino solo me.[caption id="attachment_80094" align="alignleft" width="216"] Speciale Dylan Dog n. 29[/caption]
Veniamo a com'è nato e soprattutto si è evoluto il progetto. Quando hai scritto le brevi storie per i Color Fest e il Gigante qualcosa bolliva già in pentola o la formula dello Speciale è venuta dopo, con il famoso e fortunato rilancio dello scorso anno?
L’idea di trasformare il Gigante nella serie annuale del Pianeta dei Morti è venuta a Roberto Recchioni. Il mondo del futuro di Dylan Dog offriva tante prospettive che ancora non avevo esplorato, è stato un lavoro successivo approfondirle e creare una vera e propria serie con comprimari e sottotrame.
Invece di occupare lo spazio di una collana tradizionale come lo Speciale di Dylan Dog, avete pensato anche alla possibilità di una nuova testata periodica dedicata proprio al tuo Pianeta dei Morti?
No, a questa ipotesi non abbiamo pensato. Dylan Dog aveva già molte testate e andavano rilanciate, questo era un buon modo per intervenire sullo speciale annuale. Certo la tua ipotesi è interessante.
L'artefice di questo Dylan Dog 2.0, Roberto Recchioni, ha sempre parlato a ragione riguardo l'Indagatore dell'Incubo, di un soggetto dalla flessibilità e dalle potenzialità infinite. Un esempio lampante ne è proprio la tua interpretazione che in un certo qual modo ricorda progetti molto interessanti e american style come Marvel 2099. Sei d'accordo?
Dylan Dog, come ogni personaggio a fumetti, ha mille potenzialità e possibilità di essere sviluppato e approfondito da più punti di vista. In particolare gli autori americani ci hanno insegnato questo, penso che i comics abbiano influenzato profondamente sia me che Roberto Recchioni.
[caption id="attachment_80097" align="alignright" width="226"] Speciale Dylan Dog n. 29[/caption]
Nella realizzazione delle storie de Il Pianeta dei Morti hai carta bianca oppure devi rapportati con le linee guida della testata regolare e della sua continuity? Viene in mente Wickedford, la cittadina dove l'ex ispettore Bloch si ritira in pensione nel nuovo corso, che proprio tu hai introdotto nel racconto su Dylan Dog Gigante.
Ho carta bianca, ma nei miei progetti c’è quello di far sì che Il Pianeta dei Morti sia in continuity con la storia di Dylan Dog. Per me non è un mondo alternativo, è semplicemente il futuro di Dylan Dog. I modi con cui lo legherò alla storia del personaggio però sono particolari, legati a un grande, eventuale sviluppo finale che ho già immaginato ma che è e resterà per il momento solo nella mia mente.
Gli zombi che hanno trionfato grazie la successo meritato e folgorante di The Walking Dead sono il fulcro di questa serie ma non sono da te trattati alla stregua di mostri famelici incoscienti, come invece accade nei soggetti di Robert Kirkman. Riesci in alcuni casi a farci parteggiare per loro e diventano un'incredibile metafora delle varie problematiche attuali, vittime dello sfruttamento e del cinismo che contraddistingue la nostra specie. L'ultima analogia che salta in mente è quella tragica, odierna dei migranti. Condividi questa nostra analisi?
I morti viventi per me sono massa e raccontano tutto ciò che una massa rappresenta. Elias Canetti, che è uno che di masse se ne intendeva, scriveva che l'uomo, fin dalle sue origini, volle essere in maggior numero. Ciò che rimanda alle masse, più o meno organizzate, è per me qualcosa di ancestrale, ma è anche disumanizzazione e spersonalizzazione. La dimensione dell’uomo solo e della solitudine è per me qualcosa di più rassicurante e auspicabile.
[caption id="attachment_80099" align="alignleft" width="216"] Speciale Dylan Dog n. 29[/caption]
Il tuo vecchio Old Boy è una figura molto complessa, problematica, beffardamente esistenzialista, tremendamente fragile, segnata da un dolore e una colpa irreparabili. La cosa che più colpisce leggendolo è l'assonanza con il personaggio voluto da Tiziano Sclavi, che insieme a te, Angelo Stano e Giampiero Casertano omaggiano in queste pagine. Il tuo Dylan Dog di una altra dimensione o di un altro tempo, ci fa riassaporare quello genuino degli esordi, in quanto risulta uno dei più vicini per spirito e situazioni a quello che ha delineato il suo creatore. Ne sei consapevole? È proprio questo a cui punti mentre gli dai forma?
L’idea con cui ho scritto la prima storia, quella pubblicata sul Color Fest numero 2, era proprio quella di spostare Dylan Dog in una dimensione intoccabile per poter tornare a raccontare le storie recuperando uno spirito originario, che non era quello che in quel periodo si leggeva sulla serie regolare. Sto provando ad andare avanti in quella direzione che comunque sento congeniale.
La vicenda di questo speciale è disegnata da Gianpiero Casertano, che riteniamo non abbia bisogno di presentazioni. Sarà sua la matita designata per questa linea temporale d'ora in poi, o vedremo avvicendarsi altri artisti alle tue sceneggiature?
Ci saranno altri artisti. In questo momento Giulio Camagni sta disegnando il secondo episodio. E certo mi piacerebbe anche un ritorno di Giampiero Casertano.
Non possiamo chiudere senza chiederti dei prossimi progetti a cui stai lavorando. Nell'ultima occasione ci hai parlato di qualcosa di molto importante per il 2016. Potresti regalare ai lettori di BadComics.it qualche dettaglio in più?
In questo momento mi sto dividendo tra il Pianeta dei Morti, la serie regolare di Dylan Dog e il nuovo progetto molto grande che vedrà la luce fra un anno, quindi forse è ancora presto per anticiparlo. Penso che potremo cominciare a parlarne ad aprile.