Dylan Dog Color Fest 15, la recensione
Il quindicesimo appuntamento con il Dylan Dog Color Fest conferma la qualità sempre elevata della collana e un'estrema, vincente diversificazione
Classe 1971, ha iniziato a guardare i fumetti prima di leggerli. Ora è un lettore onnivoro anche se predilige fumetto italiano e manga. Scrive in terza persona non per arroganza ma sembrare serio.
Il numero 15 di Dylan Dog Color Fest chiude l'esplosione di colore di quest'estate portata in edicola da Sergio Bonelli Editore. Nell'appuntamento semestrale di agosto troviamo le abituali quattro storie brevi affidate ancora una volta ad autori distinti per stili e curricula.
Con Il pasto vivo restiamo ancora negli States, per un'ambientazione che ricorda molto la seconda parte del film Dal Tramonto all'Alba (1996), ma sono le piante e non i vampiri la sorpresa terrificante. Giovanni Gualdoni, Giorgio Santucci e Oscar Celestini trasformano il Titty Twister del cult cinematografico di Robert Rodríguez nella sua versione vegana, dove a vestire i panni dei motociclisti sono tre maggiorate fuorilegge. La vicenda è spassosa e rievoca l'ironia divertita delle origini del personaggio di Tiziano Sclavi.
Il mondo negli occhi chiude il volume con un crescendo di alienazione e angoscia. Il racconto di Luca Vanzella, Luca Genovese e Luca Bertelé con la collaborazione di Manuela Nerolini per la cura cromatica, ci descrive la psicosi o forse la condanna di Lucy e dei suoi occhi stregati. Un finale truculento, per lettori poco impressionabili confeziona la prova più originale ed estrosa del quartetto.
Il quindicesimo appuntamento con il Dylan Dog Color Fest conferma la qualità sempre elevata della collana e un'estrema, vincente diversificazione accentuatasi con il nuovo corso voluto da Roberto Recchioni. L'offerta di Craven Road n. 7 è sempre più ricca.