Chrono Star Wars #38 - Star Wars: Obsession
Un Obi-Wan Kenobi preda delle sue passioni e un Anakin Skywalker voce della sua coscienza, un inedito scambio di ruoli per Star Wars: Obsession
Miniserie di 5 numeri
Autore: Haden Blackman
Colori: Sno-Cone
Copertine: Brad Anderson
Negli anni che vanno dal 1999 al 2005, la parola d’ordine che giunge dalla Lucasfilm è, com’è ovvio, di concentrare gli sforzi creativi soprattutto sui personaggi, temi e trame dei prequel. La Dark Horse, ligia al dovere, esegue le direttive mettendo in cantiere numerosi progetti al riguardo.
I puristi avrebbero da obiettare che non sempre le cose vanno per il verso giusto: nel migliore dei casi, le produzioni a fumetti “correggono il tiro” su trame lasciate in sospeso, caratterizzazioni incomplete o eventi appena sfiorati dalle pellicole, diventando un prezioso ma spesso poco conosciuto “complemento” alle trame cinematografiche. Nei casi meno felici, tuttavia, le serie sembrano gravate da stili, temi ed eventi che fanno sempre più fatica a convincere lo zoccolo duro dei fan, e la sensazione che un abbassamento generale della qualità si fa diffusa.
Esistono però delle isole felici che smentiscono questa teoria, e fortunatamente Star Wars: Obsession è una di queste. Siamo in piena epoca dei prequel, per la precisione negli anni delle famigerate Guerre dei Cloni che separano Episodio II da Episodio III. Obsession fa uso del cast dei personaggi cinematografici pressoché al gran completo, legandoli in un’avventura originale e autoconclusiva che riesce a dipingere ogni personaggio in maniera convincente e fedele alla sua controparte cinematografica, o in un paio di casi addirittura ad andare oltre a quanto visto sullo schermo, regalandoci ottimi momenti di approfondimento caratteriale.
La trama è lineare, ma sufficientemente avvincente da mettere in modo una vicenda intrigante. Obi-Wan Kenobi è ossessionato dall’idea che una sua vecchia nemesi, Asaji Ventress, discepola dei Sith ma mai ascesa al rango di Sith vera e propria, sia ancora viva e il pensiero di darle la caccia e di sopprimerla una volta per tutte sfocia presto in quell’ossessione che dà il titolo alla serie.
Anakin Skywalker, dal canto suo, è convinto di avere ucciso Ventress in duello, e si chiede se il suo stimato maestro non stia perdendo il controllo delle sue emozioni in questa storia.
Già questa situazione di partenza ci pone in un territorio inesplorato e originale, in cui è Kenobi a essere preda delle sue passioni e Anakin a fungere da voce della ragione, un’inversione di ruoli inedita e assai bene accetta piuttosto dell’ennesima riproposizione del padawan scavezzacollo contro il suo rigoroso maestro che una miriade di prodotti primari e secondari ci ha ormai offerto in ogni salsa.
Purtroppo non durerà a lungo, e l’interazione tra i due tornerà, in finale di serie, proprio su questi binari, ma lo “scambio di ruoli” è sufficientemente duraturo da fare luce sul lato personale e fallace di Obi-Wan, un aspetto pressoché inedito del personaggio, e anche sull’affetto e la preoccupazione che Anakin nutre nei confronti del suo maestro, altro lato raramente esplorato in favore di più facili “ribellioni” alla figura pseudo-paterna che Obi-Wan incarna.
La “caccia ai fantasmi” in cui Obi-Wan trascina il suo apprendista è solo l’inizio di una complessa vicenda che finirà per coinvolgere buona parte del cast stellare dei prequel: Mace Windu, Yoda e buona parte dei Jedi saranno costretti a intervenire nell’inevitabile scontro finale, che assumerà proporzioni ben più vaste del semplice scontro personale da cui il tutto era partito, e sul fronte dei villains faranno la loro comparsa oltre alla Ventress in persona (che ovviamente non è morta, e che quindi “avalla” l’ossessione apparentemente immotivata di Obi-Wan), il cacciatore di taglie alieno Durge e il Conte Dooku in persona.
Obsession riesce a sorprendere anche nel finale, regalando all’antagonista per eccellenza uno spessore e un barlume di riscatto che ne fanno qualcosa in più rispetto alla sacrificabile e ricorrente “duellante di basso rango” che si era dimostrata fino ad ora: lo scontro tra Obi-Wan e Asaji Ventress, quasi più “filosofico” e mentale che non di spade laser incrociate, è uno dei migliori che la produzione fumettistica legata ai prequel ci abbia offerto. Meno felice è lo scontro parallelo che Anakin conduce con Durge, in quanto si ripercorrono scenari già visti e rivisti: quello che sembrava un nemico apparentemente troppo potente e inarrestabile per il giovane Jedi viene invece sgominato una volta che il Prescelto decide di cedere al lato oscuro.
Been there, done that, e francamente inizia a diventare risibile che con tutti i “presagi di oscurità” con cui le produzioni letterarie e a fumetti hanno costellato la formazione di Anakin, nessuno attorno a lui si sia mai accorto di nulla. Ma si sa, la serialità troppo frammentata ha i suoi difetti, e questo è forse l’unico imputabile a Obsession, che sotto gli altri aspetti si fa valere e lascia un ottimo sapore in bocca. Come si diceva in esordio, sono poche le saghe a fumetti legate ai prequel in grado di mantenere un ritmo alto e una caratterizzazione centrata, ma Obsession riesce nell’impresa, e si merita il suo piccolo posto sul podio delle storie di quest’epoca.
Equilibrio della Forza
Tutto il cast dei prequel coinvolto in un’avventura solida, lineare ma convincente. Personaggi principali indovinati e usati in modo originale, ma comunque fedele alle loro versioni cinematografiche. Una storia a fumetti in epoca prequel realizzata come si deve.
Lato Oscuro
Peccato per l’inevitabile “ritorno” su binari fin troppo noti nel finale della storia, nonché per il succitato ed ennesimo scivolone nel lato oscuro di Anakin non pervenuto al resto del team. Si poteva osare un po’ più e lasciare Anakin nell’inedito e interessante ruolo di “voce della coscienza”, piuttosto che ripiegare su scenari visti e rivisti.
Giudizio finale
Una delle migliori storie realizzate in epoca prequel, leggibile e godibile anche senza addentrarsi nell’intricato labirinto di storie e spin-off dedicato alle Guerre dei Cloni, e che sfrutta in modo ottimale i personaggi principali della nuova trilogia. Peccato per un paio di passi falsi a livello di sceneggiatura, ma nel complesso, Obsession si merita la nomea di buona miniserie che lo accompagna.
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Si ringrazia lo Star Wars Club Perugia per la collaborazione