Chrono Star Wars #32: Mara Jade, By the Emperor's Hand

Nel 1999 Timothy Zahn e Mike Stackpole vogliono regalare una serie personale alla reginetta dell'Universo Espanso di Star Wars, Mara Jade, in solitario

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Mara Jade: By the Emperor’s Hand

Miniserie di 6 numeri

Data di pubblicazione: 1998-1999

Autori: Timothy Zahn, Mike Stackpole

Disegnatore: Carlos Ezquerra

Colori: James Sinclair

Copertine: Kilian Plunkett

[caption id="attachment_73877" align="alignright" width="193"]Mara Jade Trade Paperback Mara Jade Trade Paperback[/caption]

Se si dovesse scegliere un personaggio-simbolo della vecchia e archiviata continuity Starwarsiana sarebbe, molto probabilmente e inevitabilmente, Mara Jade. La femme fatale rossa scaturita dalla penna di Timothy Zahn ha attraversato tutte le fasi del vecchio universo espanso, partendo come oscuro angelo vendicatore con propositi funesti nei confronti di Luke Skywalker e finando, sorprendentemente per alcuni e telegrafatamente per altri, per convolare a nozze col suddetto.

Per la verità, chi scrive crede che pur nel turbolento calderone di venti e passa anni di produzioni, altri personaggi più solidi, verosimili e appassionanti meriterebbero forse quel titolo, ma complice anche una certa insistenza nel voler promuovere il personaggio dai piani alti della Lucasfilm di allora, la spia che si fregiava del titolo di “Mano dell’Imperatore” è stata fino a un certo punto considerata il meglio che l’Universo Espanso avesse da offrire.

Il fumetto Mara Jade: By the Emperor’s Hand è in essenza la consacrazione di questa predilezione, una storia dove la protagonista si muove isolata e separata da ogni altra figura rilevante di spicco del cast stellare (salvo in un incipit che non torna propriamente a suo onore, ma su questo torneremo in seguito) ed è firmata dai due autori che all’epoca tenevano le redini dell’universo espanso romanzesco, Timothy Zahn e Mike Stackpole, cosa che forse non deve avere entusiasmato troppo i piani alti della Dark Horse, che già in varie occasioni avevano dovuto fare un passo indietro di fronte alle esigenze narrative del reparto romanzi e degli autori coinvolti.

[caption id="attachment_73875" align="alignleft" width="196"]Mara Jade #1 Mara Jade #1[/caption]

La trama, di per sé lineare, ci mostra in essenza la transizione della Jade da convinta servitrice dell’Imperatore a reietta senza un futuro, privata di tutti i suoi contatti e dei suoi privilegi dopo la morte di quest’ultimo. Se sul piano dell’azione e dell’avventura costituisce una lettura piacevole (l’obiettivo della missione sarà l’eliminazione di un signore del crimine che vorrebbe restaurare il sindacato criminale del Sole Nero, anch’esso in fase di subbuglio dopo la perdita del suo capo Xizor in Shadows of the Empire), si fa un po’ fatica a capire quale vorrebbe essere l’approccio che il lettore dovrebbe avere nei confronti di Mara.

Non è una storia di empatia, in quanto, forse per mantenere una certa aura di mistero nei confronti del personaggio, la Jade ci viene mostrata fredda, distaccata, ossessiva nel completamento della sua missione. Al contempo, non è nemmeno dipinta come una villain da temere o da odiare, vuoi perché non ne avrebbe mai il piglio, vuoi perché non è chiaramente quello l’intento dell’autore. Si rimane dunque così, incastrati a metà strada, nel vedere le tanto decantate doti della “Mano dell’Imperatore” difficilmente prendere il volo come dovrebbero (Mara inforca una discreta serie di fallimenti e di intoppi nel corso della storia), e nel frattempo intravedendo, ma molto da lontano, il tentativo di costruirsi una nuova vita e una nuova personalità che però si manifesta solo in sprazzi fugaci e che resta un percorso narrativo abbozzato e incompiuto (e lo resterà ancora per diversi anni).

[caption id="attachment_73876" align="alignright" width="196"]Mara Jade #2 Mara Jade #2[/caption]

Col senno di poi è facile indovinare cosa Mara Jade doveva essere: spia dai capelli rossi in tuta nera, spietata, efficiente, gelida, ma che nasconde un animo tormentato e un desiderio di riscatto dalle imposizioni mentali subite nell’addestramento. Sì, insomma, Zahn voleva regalare all’universo di Star Wars la sua Natasha Romanoff, la sua Vedova Nera, che la Jade imita spesso e volentieri anche nel look e nei dialoghi. Purtroppo sa di una costruzione eccessivamente studiata a tavolino, alla quale dovremmo credere sulla parola più che per i fatti. Da questo punto di vista non aiuta la scena di esordio a cui si accennava prima, che riprende una trama accennata nei romanzi in modo non troppo felice: infiltrata come ballerina alla corte di Jabba, la Jade, un po’ come il Paganini di “Altrimenti ci Arrabbiamo”, si affanna dietro le quinte per cogliere l’occasione di eliminare il suo bersaglio primigenio, lo Skywalker di cui sopra. A scombinare i suoi piani giunge la gita fuori porta che l’Hutt organizza per gettare i prigionieri nelle fauci del Sarlacc. La triste scena che si svolge sotto i nostri occhi è quella della Jade in modalità sette veli di Salomè che chiede al gangster: “posso venire anch’io?” “No” fa lui. E la poverina allora lascia perdere e se ne torna a casa, raccontando via telepatia a un Imperatore evidentemente in giornata buona che niente, lei ci ha provato in tutti i versi, ma non c’è stato niente da fare. Ecco, ci piace pensare che la Vedova Nera, Mata Hari o qualsiasi altra irriducibile spia dalle lunghe ciglia un pizzico di ingegno in più ce lo avrebbe messo. A conti fatti, By the Emperor’s Hand fa esattamente il suo dovere: per i fan della rossa è l’occasione di vederla in azione da protagonista e in solitario, e questo basta. Per gli altri resta la perplessità di non capire dove risieda quel quid che fa (faceva) di lei la regina del fu Universo Espanso.

Equilibrio della Forza

Lato Chiaro

Per i sostenitori di Mara Jade è festa grande: la Mano dell’Imperatore salta da una missione all’altra, dà sfoggio della sua perizia nell’uso della Forza e delle sue doti spionistiche, e si concede pose e riflessioni tormentate.

Lato Oscuro

Se non sapete chi è Mara Jade o il suo personaggio vi lascia indifferenti, questa serie non ha niente da offrire.

Giudizio finale

È difficile trovare un elemento di redenzione a By the Emperor’s Hand. Anche volendo prendere per buona l’hype che all’epoca ruotava attorno al personaggio, è difficile interpretare l’intera serie come poco più di una pompata iniziativa di fan service, ma di quello più deteriore, incentrato su una figura che solo di quello vive. Si riconosce alla serie un tentativo di introspezione in più, lasciato però a metà e mai risolto a livelli di trama. In breve, una lettura facilmente dimenticabile.
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Si ringrazia  lo Star Wars Club Perugia per la collaborazione

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