Image: Brian K. Vaughan e Steve Skroce presentano We Stand on Guard
Steve Skroce e Brian K. Vaughan raccontano la guerra futuristica tra Canada e USA nel loro fumetto intitolato We Stand on Guard
Alpinista, insegnante di Lettere, appassionato di quasi ogni forma di narrazione. Legge e mangia di tutto. Bravissimo a fare il risotto. Fa il pesto col mortaio, ora.
L'intervista ha avuto inizio con una domanda sulla materia narrativa: una guerra tra Canada e Stati Uniti ambientata cent'anni nel futuro, in cui l'esercito a stelle e strisce varca i confini del Grande Nord per una vera e propria invasione. La resistenza dei Canadesi a quest'aggressione è il nucleo del racconto. Piuttosto naturale pensare a uno Skroce a suo agio con la situazione, meno scontato l'interesse patriottico dell'americano Vaughan.
Vaughan - Per gran parte della mia vita ho visto gli States coinvolti in invasioni o occupazioni condotte principalmente tramite le macchine, spesso senza equipaggio. Ma io sono un pessimo americano, che sa poco o nulla delle terre lontane dove questi eventi hanno avuto luogo. Ho pensato che potesse essere stimolante spostare il conflitto in una zona molto più vicina a me, geograficamente e culturalmente. Adoro il Canada, molti dei miei collaboratori vengono da lì. Cose interessanti accadono nelle mie collaborazioni con loro. Ho pensato che fosse altrettanto divertente far scontrare i nostri paesi.
I canadesi saranno fermamente convinti che gli Stati Uniti, colpiti da una poderosa siccità, muovano guerra principalmente per l'acqua, che a Nord non scarseggia. Ma in realtà assisteremo a un momento di svolta che ci farà capire come, dal punto di vista degli Americani, questa non sia una guerra aggressiva, ma difensiva e inevitabile.
Skroce - Il design delle creature meccaniche e belliche dipende in parte dal fatto che volevamo mettere assieme la parte divertente da popcorn movie con i robot e una guerra fantascientifica più dura e realistica, sanguinosa e singificativa. L'America che attacca il Canada è stata nutrita da Hollywood a un certo tipo di immaginario ben visibile nelle sue macchine da guerra.
Una discreta influenza l'ha avuta anche il mio lavoro al cinema, su film come Matrix e Speed Racer, o il più recente Jupiter Ascending. Collaborare a progetti con un budget così enorme ti abitua a pensare in grande in termini di azione e di dimensioni. Spero di portare un po' di questo atteggiamento nelle pagine dei comics, che hanno il meraviglioso vantaggio di non dover fare i conti con le spese e i limiti degli eggetti speciali. Il bello di essere tornato al fumetto è proprio questo, per me: puoi realizzare le cose come ti pare e piace sin dall'inizio.
Vaughan ha parlato del suo rapporto con il Canada in quanto marito di una donna nata e cresciuta ad Ottawa e divenuta cittadina Americana. Nell'ottenere la cittadinanza, si giura letteralmente di essere disposti a prendere le armi contro la propria patria d'origine qualora la nuova lo ritenesse necessario. Una formula su cui i due scherzano spesso, in quanto del tutto improbabile la prospettiva che si verifichi, ma che Vaughan ha scoperto essere meno vuota di significato del previsto scovando, durante una ricerca, il documento degli anni Trenta noto com War Plan Red, in cui gli USA progettavano un possibile attacco vero e proprio.
Vaughan - We Stand on Guard è una miniserie in sei parti. Non voglio dire nulla sul dopo, sulle possibilità di espanderne la storia a seconda del suo successo. Quel che posso rivelarvi è che io e Steve stiamo già discutendo sulla nostra collaborazione per il futuro, che potrebbe essere una continuazione o un progetto totalmente diverso. Sono abbastanza sicuro che continueremo a lavorare con la Image, che resta la miglior casa editrice con cui mi sia capitato di lavorare sinora.
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Fonte: Comic Book Resources