Cartoomics: Intervista a Carlos Pacheco, tra Secret Wars e il ritorno di Arrowsmith
Abbiamo avuto il privilegio di intervistare Carlos Pacheco a Milano, in occasione di Cartoomics
Alpinista, insegnante di Lettere, appassionato di quasi ogni forma di narrazione. Legge e mangia di tutto. Bravissimo a fare il risotto. Fa il pesto col mortaio, ora.
[caption id="attachment_52681" align="alignright" width="199"] Avengers Forever[/caption]
Grazie mille, signor Pacheco per la disponibilità e benvenuto su BadComics.it. Come sta andando finora qui a Milano?
Molto bene. La manifestazione è molto interessante, la gente entusiasta. Mi sto divertendo molto. L'ultima volta che sono stato in Italia è stato in occasione di Lucca ed è fantastico essere di nuovo qui per salutare i fan.L'abbiamo seguita durante tutta la sua carriera e abbiamo visto il suo stile cambiare nel corso degli anni. Come descriverebbe il suo percorso stilistico?
Non so come mai molti pensino che il mio stile sia cambiato, io non trovo di essere molto diverso dagli esordi. Era diverso all'inizio perché ai tempi forse subivo l'influenza dei manga, che era lo stile in qualche modo dominante come influenza internazionale. Non c'erano molti artisti europei che lavoravano in USA, al di là dei britannici, ovviamente. Semplicemente, ai tempi volevo adattarmi a quell'ambiente e allo stile americano.Io e Salvador Larroca abbiamo iniziato assieme e non volevo che ci vedessero come diversi, che fossimo bollati come "gli spagnoli". Poi, quando ho lavorato su Avengers Forever ho recuperato molto della mia personalità artistica. Da lì non ci sono stati molti cambiamenti se non quelli dovuti ai tanti generi narrativi che si possono affrontare. Quindi possiamo parlare di adattamento alle atmosfere e alle storie.
[caption id="attachment_52689" align="alignleft" width="241"] Squadron Sinister[/caption]
Parlando di storie e di storie importanti, è stato da poco annunciato il suo ritorno su Squadron Supreme, o meglio sulla versione malvagia, Squadron Sinister, su cui ha già lavorato assieme a Kurt Busiek. Com'è tornare a dei personaggi così importanti e particolari?
Squadron Sinister è la prima incarnazione, la versione Marvel dei personaggi della Justice League, ma di allineamento malvagio. Squadron Supreme è un diverso gruppo di personaggi che vive in un universo parallelo e, pur avendo lo stesso aspetto, non ha nulla a che vedere con il primo. Tuttavia li vedremo incontrarsi e scontrarsi nel primo numero della miniserie. Quindi cercheremo di rendere molto chiara la differenza tra i due supergruppi.
Mi ricordo di aver letto la prima apparizione dello Squadron Sinister negli anni Settanta, di Thomas e Buscema, e di averli trovati divertentissimi. Quando Tom Brevoort mi ha offerto la possibilità di lavorarci, ho pensato che fosse un'opportunità da non perdere. Mi divertirò moltissimo.
A proposito di occasioni importanti, tutti quanti sono eccitati e curiosi per quanto riguarda Secret Wars. Notizia abbastanza recente, fra le tante storie che verranno riportate in vita dalla Marvel in questo contesto c'è Ultimate Thor, a cui avete dato vita lei e Jonathan Hickman.
Sì, è strano parlare di Secret Wars perché nessuno ancora sa di cosa stiamo parlando. Sarà molto più di una grande storia, io credo. Non ho paura di rivelare nulla perché nemmeno io ho mezza idea di quel che accadrà. Ma la mia opinione è che la Marvel stia cercando di cambiare le carte in tavola e di ristrutturare il suo universo narrativo, farlo ripartire in modo da renderlo più simile a quello cinematografico, come interpretazione dei personaggi. Per il resto, non so che dire, non so cosa faranno di Ultimate Thor.
[caption id="attachment_52684" align="alignright" width="200"] Arrowsmith[/caption]
Parlando di ritorni, che speranze abbiamo di rivedere Arrowsmith, il personaggio fantasy creato assieme a Kurt Busiek nel 2003 e le sue storie ambientate durante la Prima Guerra Mondiale?
Be', lo rivedrete presto. Ci stiamo lavorando e dovremmo avere tutto pronto entro la fine dell'anno, perché ci avviciniamo al centenario dell'entrata degli Stati Uniti d'America nel primo conflitto mondiale. La seconda parte è quindi già in lavorazione, ma ci sono dei grossi piani per Arrowsmith che vanno al di là dei fumetti, quindi stiamo aspettando di avere un quadro più completo a livello generale prima di rilanciare il personaggio.
Tra i grandi autori con cui ha lavorato, di cui Kurt Busiek fa ovviamente parte, c'è Warren Ellis. Molti colleghi dicono che collaborare con lui sia un'esperienza molto particolare, sotto molti punti di vista. Lei ha disegnato il suo Starjammers. Com'è andata?
Lavorando con Warren Ellis ho avuto le stesse sensazioni che ho avuto con Kurt. Lo adoro, ma soprattutto su fumetti che non hanno niente a che vedere con l'Universo Marvel. Per ragioni, però completamente opposte. Preferisco lavorare sui loro progetti più personali perché Kurt conosce fin troppo bene il Marvel Universe e Warren non ne sa praticamente nulla.
[caption id="attachment_52937" align="alignleft" width="197"] Flash[/caption]
Passiamo all'Universo DC Comics. Grant Morrison ha dichiarato ultimamente di aver sempre amato il personaggio di Flash, con cui lei ha lavorato all'inizio della sua carriera americana. Le piacerebbe tornare sul Velocista Scarlatto per le storie di Morrison, se mai ci saranno?
Flash è il mio primo fumetto nel mercato statunitense e, se non sbaglio, Grant ha lavorato su di lui molto tempo fa, con il debuttante Mark Millar. Ho però un rapporto strano con i personaggi DC. Non è che non vorrei tornare a lavorarci, ma non ci sono più legato emotivamente come un tempo, perché ho la sensazione che i personaggi che conoscevo non esistano più. Sono così diversi, anche nell'aspetto.
Comunque ora come ora sono interessato a lavorare con artisti e autori che mi stimolino e che trovo adatti a me, quindi certamente mi piacerebbe lavorare con uno dei migliori come Grant Morrison, con cui ho già lavorato su Final Crisis per pochi numeri. Avevamo in mente di realizzare insieme qualcosa di più sostanzioso, ma io sono passato alla Marvel e non si è più fatto. Spero che prima o poi si presenti l'occasione.
Parlando di Marvel, lei è il designer del Nuovissimo Capitan America. Da dove ha tratto ispirazione per realizzare il nuovo costume di Sam Wilson?
[caption id="attachment_52938" align="alignright" width="195"] Il nuovo look di Cap[/caption]
Di base si tratta di una fusione del costume originale di Falcon e di quello di Cap, ovviamente. La Marvel mi ha chiesto di mantenere le ali e ho pensato che, se questo Capitan America deve volare, allora dev'essere un capitano dell'Air Force.
Ecco perché ho trasformato il simbolo, per differenziare ancora più a fondo il personaggio da quel che è stato in passato. Ho voluto anche mantenere la maschera, per suggerire una somiglianza con American Eagle. L'idea era di lavorare con il simbolo nazionale dell'aquila e i colori nazionali.
A proposito di mescolanze di simboli e di ambiti iconici, qual è il suo approccio alla crossmedialità? Trova che sia un bene per il mondo del fumetto?
Devo dire di non essere un fan. Sono qui per i comics e, nonostante io adori il cinema, non sono un amante degli adattamenti dei fumetti per il grande schermo. Il fatto è che non sento il bisogno di una incarnazione diversa dei personaggi rispetto a quella originale.
Per me il fumetto, come media ha una sua identità molto forte e quel che vorrei è che fosse popolare quanto lo era in passato. Probabilmente non accadrà, perché i tempi sono cambiati. Per la Marvel è grandioso avere queste franchise che vivono anche in altri media, ma la cosa non fa per me come lettore e spettatore.
Ultima domanda: un grande momento della sua carriera si è consumato sui Fantastici Quattro. I due numeri disegnati da lei durante il ciclo di storie di Onslaught furono così convincenti che la Marvel la richiamò, addirittura nei panni di autore completo. Come ricorda quell'esperienza e le piacerebbe tornare a lavorare in quella particolare incarnazione?
[caption id="attachment_52939" align="alignleft" width="203"] Ronan l'Accusatore in una copertina di Inhumans[/caption]
Mi piacerebbe scrivere storie, questo è certo, ma non sono sicuro che avrei ancora la conoscenza necessaria dei personaggi, certamente non l'avrei sui Fantastici Quattro. Molti personaggi sono cambiati così tanto che non saprei se sono ancora adatto.
Le storie che mi sono divertito di più a scrivere, comunque sono quelle della miniserie degli Inumani, per i disegni di Josè Ladronn, perché molte delle cose che ho scritto in quel caso sono ancora i pilastri su cui si basa l'identità di quei personaggi, oggi molto popolari, e anche di altri. Ronan l'Accusatore, ad esempio, era pressoché dimenticato prima che io lo riprendessi per quel fumetto.
E anche Star-Lord, personaggio che ho sempre amato moltissimo, è stato recuperato dal Marvel Universe a cui non apparteneva nemmeno grazie a me. Se ricordi, infatti, nella miniserie di Starjammers di cui abbiamo parlato prima, ci sono delle tracce di Star-Lord, perché lo adoravo sin da quando lo aveva scritto Chris Claremont.
Sono molto orgoglioso, quindi, di aver messo delle basi così importanti per il Marvel Universe, ma quei personaggi non sono più quelli che conoscevo. Quindi non mi sentirei molto sicuro di scriverne le storie, per quanto sarebbe bello.
Ringraziamo Carlos Pacheco per la simpatia e la disponibilità e lo staff Panini, in particolare Nicola Peruzzi ed Enrico Ferraresi, per la consueta gentilezza e l'occasione concessaci.