BadChronicles: Tintin, uno scout alla conquista del mondo

Oggi con BadChronicles si torna in Europa, sulla sponda d'oltralpe, per rendere omaggio all'icona delle bande dessinée: Tintin

Classe 1971, ha iniziato a guardare i fumetti prima di leggerli. Ora è un lettore onnivoro anche se predilige fumetto italiano e manga. Scrive in terza persona non per arroganza ma sembrare serio.


Condividi

Benritrovati per il quinto viaggio di BadChronicles. Si torna in Europa, sulla sponda d'oltralpe. Dopo aver omaggiato il più grande eroe dei comics americani e il simbolo del fumetto italiano, ci sembra doveroso rendere onore all'icona delle bande dessinée: Tintin.

Il suo ideatore, Georges Remi, nasce nel 1907 a Etterbeek, piccola città poco distante da Bruxelles. È un carattere schivo che sembra non avere un passato e un'età definita, come la sua creatura, e dice della sua verde età:

Parlo poco della mia infanzia perché è stata un'infanzia senza storia.

Nel 1921 entra a far parte degli scout della scuola e per il giornale dell'associazione, Jamais Assez, realizza il suo primo disegno. È un'esperienza fondamentale per la genesi del suo capolavoro. Due anni dopo si unisce alla redazione del mensile nazionale Le Boy-Scout Belge. Ribattezzato dai compagni “Volpe Curiosa”, dal 1924 firma i suoi lavori con il nome che resterà impresso nel ricordo dei lettori di tutto il mondo, ottenuto scambiando le proprie iniziali R.G. e scrivendone la pronuncia in francese per esteso: Hergé.

[caption id="attachment_51462" align="aligncenter" width="400"]Hergé  con una spedizione scout Hergé con una spedizione scout[/caption]

Per la rivista crea nel 1926 la striscia Les Aventures de Totor, C.P. des hannetons. Un doppia pietra miliare per il panorama franco-belga della Nona Arte. Innanzitutto vi è l'uso di balloon per i dialoghi, influenzato certamente dagli esempi d'oltreoceano, ridotti a esclamazioni e commenti, agli esordi. In seconda battuta prende vita ciò che risulta a tutti gli effetti il prototipo di Tintin. Oltre a ricordarlo esteticamente e nell'assonanza del nome, di provenienza onomatopeica ed eponima, il protagonista è un giovane coraggioso e pieno di risorse. Le sue vicende spaziano per l'intero globo e hanno un forte sapore avventuroso ed esotico. Totor contiene seminalmente Tintin anche nello stile artistico, nel ritmo narrativo preso in prestito dal cinema e dai frequenti inframezzi umoristici.

[gallery columns="2" ids="51465,51464"]

Sarà una lenta ma inesorabile evoluzione in un prodotto maturo, che nasce nel 1929 sulle pagine de Le petit Vingtième, supplemento del quotidiano cattolico Le Vingtième Siècle. L'episodio si intitola Tintin au pays des Soviets (Tintin nel paese dei Soviet). Geografia e Storia sono la scenografia delle sue peripezie, in difesa delle minoranze come gli indiani d'America, i rom o di qualcuno in pericolo, come il piccolo Tchang in Tintin in Tibet, vertice dell'intera produzione di Hergé, ispirato dall'omonimo amico fraterno dell'autore. Non mancano i temi polizieschi e fantascientifici. I leggendari Obiettivo Luna e Uomini sulla Luna anticipano di anni l'impresa dello Sputnik russo e quella successiva di Neil Armstrong. Spiega Hergé:

Se io mi sono messo a viaggiare (e neanche tanto presto) non è stato solamente per vedere nuovi paesaggi o per documentarmi, ma scoprire altri modelli di vita, altri modi di pensare, insomma per allargare la mia visione del mondo.

[caption id="attachment_51466" align="aligncenter" width="400"]On a marché sur la Lune On a marché sur la Lune[/caption]

Ciò che contraddistingue Tintin non è solo la freschezza e la suggestione dei contesti, ma un'impostazione estremamente moderna della tavola e della sceneggiatura, precursore di un modo innovativo di concepire il fumetto che non conosce declino o processo d'invecchiamento, come ogni classico che si rispetti.

Insieme a Joost Swaarte fonda a Rotterdam una scuola, denominata nel 1977 Ligne Claire, per il segno netto, la vignetta pulita, limpida. Il genio belga costruisce tavole solari dall'impatto visivo straordinariamente efficace e capaci di un'espressività unica. Sono sorrette da una ricerca e un'applicazione maniacali. Georges Remi è stato un'artista dalla personalità complessa, non senza lati oscuri, ma ha lasciato un impronta indelebile nell'immaginario collettivo.

Come abbiamo visto per Tex, il suo personaggio riflette appieno il suo artefice, in maniera ancora più indissolubile, tanto da terminare le pubblicazioni con la sua morte nel 1983 ma consegnandosi per sempre alla memoria collettiva. Ventiquattro episodi inediti in tutto, dal 1929 al recente passato, compreso l'incompleto Tintin e l'Alpe-Art, per una cifra che supera 230 milioni di copie stampate, tradotte in più di settanta lingue. Lo scorso maggio due tavole autentiche sono state vendute a Parigi per la cifra record di 2,65 milioni di euro.

In Italia, dove forse ha riscosso meno il successo meritato, è proposto nell'elegante edizione integrale e fedele all'originale, degli otto volumi targati Rizzoli-Lizard. Chiunque ami questo fantastico mezzo espressivo non può ignorare Tintin.

[caption id="attachment_51467" align="aligncenter" width="320"]Hergé Hergé[/caption]

Continua a leggere su BadTaste