Alan Moore: Con Providence voglio rinnovare il nostro sguardo su Lovecraft
Alan Moore parla di Providence come del culmine del suo lungo progetto di narrazione ispirata alle opere di H.P. Lovecraft
Alpinista, insegnante di Lettere, appassionato di quasi ogni forma di narrazione. Legge e mangia di tutto. Bravissimo a fare il risotto. Fa il pesto col mortaio, ora.
Si tratta di una mera coincidenza, ma non c'era momento migliore per uscire con un nuovo lavoro che riguardasse il mondo di H. P. Lovecraft. L'attenzione nei confronti dell'autore non è mai stata così alta, così come la sua popolarità nella cultura americana.
Incidentalmente, questo è anche il centoventicinquesimo anniversario della sua nascita. Ma a interessarmi è soprattutto il fatto che sia uscita, negli ultimi anni, una spaventosa quantità di materiale critico sui suoi scritti e che oggi sia apertamente accettato nel novero dei migliori autori della letteratura americana del macabro e del mistero, a fianco di Edgar Allan Poe.
Sono convinto che se Providence fosse uscito anche solo un anno fa, ne avrebbe avuto un danno in termini di accoglienza e popolarità rispetto a oggi. Ho lavorato specificamente su questo fumetto per tre o quattro anni e lo considero il lavoro culminante di un processo iniziato con il mio Funghi di Yuggoth e Altre Colture, la raccolta di racconti che scrissi negli anni Novanta. Il fatto che si manifesti proprio ora è interessante e quasi inquietante, ma mi fa molto piacere. Davvero, anche solo un anno fa non ci sarebbe stata, nel pubblico, tutta questa fame di Lovecraft.
Si trattava di una sorta di elenco esaustivo di tutte le sue apparizioni nei comics. Se non ricordo male, partiva con la prima apparizione della Justice League of America, una storia che credo chiunque faticherebbe a mettere in relazione con Lovecraft. Eppure l'autore Gardner Fox era un suo grande fan che inserì un'enorme stella marina mostruosa nella storia fondativa della Justice League [il riferimento dovrebbe essere agli Antichi, la prima razza aliena che colonizzò la Terra secondo la mitologia del Necronomicon, i quali avevano una testa a forma di enorme stella marina; n.d.r.].
La mia soddisfazione nel vedere citato Neonomicon dipende dal fatto che veniva portato a esempio di come un racconto a fumetti possa farsi momento critico sulla letteratura di Lovecraft. Una definizione corretta di quel che stiamo cercando di fare: creare delle storie che siano in grado di fare considerazioni sulla scrittura, sulla filosofia e su tutti gli aspetti umani e narrativi che lo coinvolgono, dandone una visione nuova. Spero che risulti più scioccante, più potente e più intensa di quella che i lettori hanno avuto sinora.
In questo senso, con Providence credo di aver creato la "mia" storia lovecraftiana definitiva, una riproposizione dei suoi temi e del suo sguardo che andasse oltre la semplice aggiunta di qualche nome impronunciabile alla lista delle macabre divinità dimenticate. Volevo scrivere una storia che cogliesse la vera essenza dei suoi racconti, ma che avesse anche la loro stessa forza dirompente degli esordi, della loro prima pubblicazione.
Giudicheremo presto se Alan Moore sia riuscito o meno in questa non facile impresa, quando Providence giungerà sugli scaffali delle nostre librerie. Da appassionati del fumettista britannico come di H.P. Lovecraft, non vediamo l'ora.
Fonte: Bleeding Cool