Lackadaisy vol. 1, la recensione
Negli anni '20, a St.Louis il locale clandestino Lackadaisy combatte il proibizionismo fornendo alcool alla sua affezionata clientela...
Carlo Alberto Montori nasce a Bologna all'età di 0 anni. Da allora si nutre di storie: lettore, spettatore, ascoltatore, attore, regista, scrittore.
Fu una mossa ammirevole da parte di ReNoir, con la quale dimostrò che i compiti di una casa editrice non si limitano a riproporre titoli di qualità e di successo già pubblicati all'estero, ma anche di fungere da talent scout scoprendo e valorizzando addirittura titoli proposti sul web che nemmeno in patria sono stati proposti in versione cartacea. Il volume era stato notato da una cerchia ristretta di appassionati di fumetti, ma non aveva raccolto il successo che si sarebbe meritato; dopo 6 anni l'editore propone una riedizione del medesimo albo, nella speranza di far notare un prodotto di qualità che evidentemente non ha ottenuto la visibilità necessaria a farlo conoscere al grande pubblico.
La storia è ambientata nel 1920 a St.Louis, in pieno periodo proibizionista; dopo la conclusione della Prima Guerra Mondiale gli alcolici vengono vietati in America, ma rapidamente nascono locali clandestini che trasgrediscono alla legge per soddisfare le richieste dei loro clienti. Il Lackadaisy è il più importante rifornimento di alcool della città e attorno ai suoi traffici e alle sue attività abusive prende vita una gangster story interpretata da un cast di felini antropomorfi; anche se l'aspetto dei personaggi ricorda prodotti animati rivolti a un pubblico giovane, in realtà la trama non si risparmia scene di violenza e dialoghi che possono essere apprezzati a pieno dai lettori più smaliziati.
Visivamente ogni tavola è una gioia per gli occhi: è impressionante la cura che l'autrice infonde nei suoi disegni, riempiendo di dettagli ogni vignetta e ammantando il tutto con una tinta seppiata che catapulta all'istante in un'atmosfera vintage di inizio secolo. Non è facile riuscire a presentare un cast così ricco in così poche pagine, facendo anche in modo che il pubblico si possa già affezionare ad ogni elemento; l'autrice ci riesce grazie a una caratterizzazione perfetta, sia graficamente che per il modo in cui ogni personaggio è stato scritto.
Il protagonista è Rocky, un mascalzone che si ficca in grossi guai, ma anche se è messo alle strette da pericolosi criminali riesce a cavarsela grazie alla sua astuzia e alla sua faccia tosta. La prima parte del volume è spesa per presentare Rocky, mentre viene definita l'ambientazione geografica e storica, frutto di un accurata ricostruzione; nonostante sia divertente, la vicenda è ancora un po' macchinosa e si fa fatica a comprendere il quadro complessivo.
La storia riesce a ingranare quando Rocky trova la sua perfetta spalla: il cuginetto Freckle, classico bravo ragazzo dai modi pacati che non ha nulla a che vedere col mondo dei gangster ma ci si ritrova coinvolto suo malgrado. Tra i due si instaura una coppia fantastica con dinamiche comiche splendide, contrapponendo un giovane assolutamente fuori luogo con un furfante che tenta in ogni modo di iniziarlo a una vita fatta di espedienti. Purtroppo anche il finale diventa un po' confuso, anche se non si tratta di una vera e propria conclusione, visto che la sua origine sul web fa di Lackadaisy una serie che prosegue senza alcuna suddivisione netta, perciò il volume si chiude in un momento che appare un buon punto di svolta, ma lascia intendere che ci possano essere ulteriori sviluppi.
Oltre alla storia a fumetti principale, il volume raccoglie anche storie brevi e le schede di presentazione di ogni singolo componente del cast; quest'ultime occupano la maggior parte delle pagine dei contenuti extra, sacrificando però bozzetti, studi dei personaggi e altro materiale curioso apparso sul sito. Rimangono comunque alcune simpatiche storie brevi, ma confrontando i contenuti extra originali con quelli selezionati per la seconda edizione, la prima ne esce vittoriosa.
Nelle illustrazioni a colori la Butler riesce a essere ancor più sbalorditiva dal punto di vista grafico, al punto da domandarsi cosa potrebbe essere Lackadaisy se non fosse realizzato in bicromia, anche se uno sforzo simile richiederebbe tempistiche proibitive.
Oltre al coraggio dimostrato anni fa da ReNoir nell'aver scoperto quest'opera ancora inedita nel resto del mondo, apprezziamo la tenacia con cui la casa editrice italiana insiste nel riproporre un titolo che potrebbe raccogliere molti più consensi di quelli avuti in questi anni nel nostro Paese. E visto che in questa riedizione campeggia la scritta "Volume 1", ci auguriamo che le vendite possano giustificare una prossima pubblicazione (magari anche in questo caso in anteprima mondiale) del secondo albo di Lackadaisy.