Moon Knight 1 - Dalla morte, la recensione
Abbiamo recensito per voi Moon Knight 1 - Dalla morte di Warren Ellis e Declan Shalvey, nuova serie All-New Marvel NOW! edita da Panini Comics
- Lei è pazzo.
- Me l'hanno detto.- Inoltre, e scusi se mi permetto... con quel vestito bianco la vedrà arrivare da un chilometro.
- È la parte che preferisco.
È finalmente arrivato in Italia Moon Knight di Warren Ellis e Declan Shalvey, che va a rilanciare in chiave All-New Marvel NOW! un personaggio troppo spesso e ingiustamente regalato nelle seconde (o persino terze) file dell'Universo Marvel Comics. Il volume proposto da Panini Comics è un formato cartonato di pregevole fattura (a prezzo competitivo), e racchiude gli albi Moon Knight #1-6, cioè l'intera run di Ellis e Shalvey, i quali poi passeranno le redini della testata al duo formato da Brian Wood (testi) e Greg Smallwood (disegni).
Partiamo da un presupposto dichiarato a chiare lettere da Ellis ancora prima dell'uscita del primo numero della nuova serie del personaggio: Marc Spector, alter-ego del Cavaliere Lunare, non soffre di DID (meglio conosciuto come Disturbo Dissociativo dell'Identità) come precedentemente suggerito nella miniserie di Brian Michael Bendis e Alex Maleev, ma, piuttosto, è davvero l'avatar terreno dell'antica divinità egiziana Khonshu. Questa, Storia antica alla mano, ha quattro differenti facce, le quali rappresentano altrettanti aspetti della sua personalità: Guida, Protettore, Difensore e Sorvegliante dei viaggiatori notturni. È questo il motivo per il quale Moon Knight ha sviluppato diverse "personalità": per il semplice fatto che la sua mente umana e mortale non poteva spiegarsi altrimenti qualcosa che va ben oltre i limiti imposti dalla razionalità dell'uomo.
Già prendendo come esempio questo incipit, le cose si fanno a dir poco interessanti, ma è nella lettura della storia che, pagina dopo pagina, ci si innamora di un'opera dal valore inestimabile.
Dopo la parentesi sulla West Coast, Marc è tornato a operare per le strade di New York City, e, oltre alla sua classica mise da battaglia (rivisitata in chiave 2.0, grazie a uno splendido design con inserti neri), ha recuperato anche la sua veste più ufficiale ed elegante, quella di Mr. Knight, vestito di tutto punto con abito bianco e "sacchetto" in testa. Grazie a questa "nuova" identità, può essere accettato in maniera più benevola dalle forze dell'ordine locali per poterle aiutare al meglio, in missioni sempre attinenti alle quattro personalità suddette. Nel corso delle sei avventure, tutte auto-conclusive, ma con un sottile e quasi invisibile fil rouge a connetterle fra loro, Moon Knight affronterà minacce fra le più disparate, da un moderno Frankenstein composto con parti anatomiche rubate a poveri malcapitati nei vicoli di NY a una gang di punk fantasma, da uno spietato cecchino a un etereo avversario fungino, fino alla nuova incarnazione dello Spettro Nero, storico avversario del personaggio. Fra una sfida e l'altra, il povero Mark proverà a carpire qualche segreto in più sulla misteriosa e implacabile entità che lo possiede, ma non è detto che le risposte che troverà gli piaceranno.
Ellis è un maestro nello scrivere fumetti. Questa è oramai certezza consolidata. E tutte le sue grandi qualità sono confermate e persino elevate all'ennesima potenza in questo ciclo di storie, scritte egregiamente. Lo scrittore è bravissimo a riportare il personaggio di Moon Knight a un livello più urbano e decadente, sicuramente una location a questi più congeniale, rendendolo protagonista di avventure dal taglio noir, quasi pulp, condite ovviamente da una buona dose di violenza, di quella che non dispiace mai. Lo stile narrativo è minimale e compresso in maniera congeniale: molto spesso le parole lasciano spazio a silenzi che, in realtà, dicono tutto. Il divario con lo stile più prolisso e decompresso visto nel Moon Knight di Bendis (francamente mai così fuori fuoco su un personaggio) è abissale, e va a (ri)stabilire il canone ottimale per raccontare le storie del personaggio. Gli episodi, come già detto, hanno tutti un preciso inizio e un'altrettanto puntuale fine, ma allo stesso tempo Ellis è intelligente nel saper creare una sottile connessione fra questi, cosa che poi porta alla più giottesca chiusura di quel cerchio virtuale che sta a rappresentare il suo arco narrativo, quasi come fosse un mitologico Uroboro.
E poi c'è Declan Shalvey ai disegni: questi, credeteci, sono pure opere d'arte, frutto di un giovane talento maturato a gran velocità. L'artista irlandese, già visto su Thunderbolts e Deadpool, esalta le sceneggiature di Ellis con tavole caratterizzate da uno storytelling innovativo ed essenziale, ma anche assolutamente fluido e spettacolare: da pagine suddivise in vignette nella maniera più accademica possibile, si passa ad altre costruite in maniera coraggiosamente sperimentale, fino a magnifiche splash page che fanno rimanere il lettore a bocca aperta, incantato. L'apice della magnificenza visiva viene raggiunta nell'onirica storia intitolata Sonno, nella quale Moon Knight dovrà viaggiare in una Terra del Sogno assolutamente particolare e mai vista prima. Il lavoro di Shavey viene poi esaltato al meglio dalla tavolozza di Jordie Bellaire, forse il colorista più talentoso attivo al momento nel panorama del fumetto statunitense.
Miminale, ma stratosferico. Noir, ma moderno. Epico, ma dissacrante. Moon Knight 1 - Dalla Morte è tutto questo e molto altro ancora, cosa che lo rende, di sicuro, il fumetto migliore visto in questo primo scorcio di 2015. Bentornato Mr. Knight, e lunga vita a te!