Tokyo Ghoul 1, la recensione
Abbiamo recensito per voi il primo numero di Tokyo Ghoul di Sui Ishida, nuovo fenomeno nipponico portato in Italia da J-Pop
Classe 1971, ha iniziato a guardare i fumetti prima di leggerli. Ora è un lettore onnivoro anche se predilige fumetto italiano e manga. Scrive in terza persona non per arroganza ma sembrare serio.
Insieme a Wallman di Boichi e forse più, Tokyo Ghoul era il titolo J-POP più atteso alla scorsa Lucca Comics & Games. Il secondo volume è appena uscito in Italia ma stiamo parlando di un evento editoriale strepitoso in patria, un titolo che si attesta ai primi posti a ridosso di protagonisti assoluti del mercato come One Piece e L'Attacco dei Giganti.
I ghoul sono esseri che da sempre vivono camuffati tra gli umani. Per loro la nostra specie ha lo stesso valore che noi possiamo affibbiare a una mucca o a un maiale: riserve di cibo. Solitamente schivi e discreti, questi mostri stanno accentuando i loro attacchi nella città di Tokyo e l'aura di mistero e leggenda che li circondava è mutata ormai in inquietante realtà. A farne le spese è il giovane studente universitario Kaneki, che incontrerà di persona uno di questi micidiali predatori con esiti alquanto inattesi, che cambieranno per sempre la sua vita.