Original Sin 1, la recensione

Abbiamo recensito Original Sin 1 di Jason Aaron e Mike Deodato, primo capitolo del nuovo evento editoriale Marvel Comics: chi ha ucciso Uatu, l'Osservatore?

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Hanno ucciso l'Osservatore, chi sia stato non si sa...

Parafrasando il titolo del classico degli 883, si può subito dare un'idea di ciò che rappresenta Original Sin, evento editoriale Marvel Comics portato nel nostro Paese da Panini Comics. Come tutti già sapranno, senza cadere vittime del Demone dello Spoiler, l'omicidio di Uatu è l'episodio saliente attorno al quale ruota la miniserie realizzata da Jason Aaron (testi) e Mike Deodato (disegni).

Il feroce assassinio ci viene presentato sin dalle prime pagine, a freddo, ed è come ricevere un calcio in piena faccia: il Pelatone si trova nella sua dimora sulla Luna, quando, grazie alle sue capacità di preveggenza, comprende che l'ultimo evento al quale gli toccherà assistere sarà proprio la sua morte... e poi "BOOM". La scena si sposta quindi sulla Terra, dove gli Avengers al gran completo, assieme a Nick Fury Sr., ricevono l'infausta novella: subito iniziano le indagini volte a scoprire l'identità dello spietato assassino, il quale, oltre che a uccidere a sangue freddo Uatu, gli ha anche asportato gli occhi post-mortem. Sono proprio gli occhi dell'Osservatore il MacGuffin attorno al quale si dipanerà la storia: questi possiedono ovviamente delle proprietà uniche, e diverranno oggetto di ricerca di più gruppi, poiché in grado di svelare tutti i segreti del Marvel Universe rimasti ancora nascosti. Più gruppi, si è detto: infatti la ricerca dell'omicida (e degli occhi della vittima) sarà condotta non solo dai Vendicatori (supervisionati da Fury), ma anche da un team più unico che raro, messo su da una misteriosa figura della quale non ci è dato conoscere l'identità. Questo team, o meglio insieme di piccole squadre che lavorano su più piste, sarà formato da Pantera Nera, Emma Frost e Ant-Man da un lato, Dr. Strange e il Punitore dall'altro, il Soldato d'Inverno, Gamora e Moon Knight dall'altro ancora: la loro ricerca si svolgerà, rispettivamente, al centro della Terra, nei piani extra-dimensionali, e nello spazio profondo. 

E i villain? Certamente non mancheranno, ma questi non saranno quelli che probabilmente vi aspettate: nelle tenebre infatti agiscono tre misteriose (e poco conosciute) figure, le quali sguinzaglieranno per le strade una legione di Senza Mente, che, grazie alle proprietà dei suddetti occhi, hanno acquisito finalmente la capacita di comprendere, salvo che ciò che sono strati costretti a vedere non è loro piaciuto, portandoli a impazzire, letteralmente.

Jason Aaron confeziona una storia dal taglio davvero originale: Original Sin ha infatti il sapore dei grandi classici gialli e noir, con ovviamente supereroi come protagonisti. Il taglio con il quale quest'opera viene scritta è molto psicologico, quasi intimista: i tempi del racconto sono infatti straordinariamente cadenzati, il che è davvero insolito per un fumetto di questo genere, e la stessa narrazione degli eventi è densa e corposa, anche se mai macchinosa. In Original Sin sono le parole ad avere la meglio sull'azione, in un clima di crescente tensione, che porta tutti i character coinvolti a dubitare l'uno dell'altro. Non mancherà anche una buona dose di violenza e sangue, cosa che rende la lettura davvero sfiziosa e accattivante.

Per una storia così criptica e oscura, chi meglio dell'artista brasiliano Mike Deodato poteva essere in grado di dedicarsi al comparto grafico? Il veterano in casa Marvel, che si è contraddistinto per recenti lavori su Thunderbolts, Dark Avengers e New Avengers, si approccia a questa nuova sfida con grande e contagioso entusiasmo, rendendo il suo disegno protagonista dell'ennesima evoluzione; la costruzione della pagina è quanto mai dinamica e innovativa: abbandonato ogni rigido diktat accademico, Deodato costruisce le sue vignette come se fossero tessere di mosaico, che si intersecano fra loro, in maniera anche volutamente irregolare, cosa che conferisce a ogni sequenza narrata grande carica visiva. Inoltre, l'artista è famoso per essere un maestro dei chiaroscuri, aspetto che viene ripreso e potenziato anche in Original Sin: la cupezza di tale racconto è esaltata dalle tante ombre (e poche luci) che Deodato mette su tavola, il tutto accompagnato dal suo consueto iper-realismo anatomico che rende i corpi dei personaggi una meraviglia per gli occhi. Il risultato è ulteriormente esaltato dai colori di Frank Martin, un vero maestro della tavolozza.

In Original Sin 1 sono contenuti i primi due numeri (su otto) della miniserie americana: al momento è troppo presto per valutare con oggettività quanto quest'opera possa essere riuscita, ma di sicuro possiamo affermare che la storia parte molto bene, oltre che in quarta. Immaginare a priori che Marvel Comics potesse realizzare qualcosa di così diverso da ciò a cui ci eravamo abituati negli ultimi anni era davvero impossibile, motivo per il quale va dato grande merito (e credito) al team creativo per aver saputo orchestrare un racconto noir con supereroi, oltre che ad assumersi il grande rischio che questa scelta necessariamente comporta. Aspettiamo di scoprire nei prossimi mesi cosa gli occhi di Uatu ci riveleranno, ma siamo sicuri che gli scheletri nell'armadio in questo universo narrativo siano tanti e sorprendenti...

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