All-New Miracleman: tutte le pressioni di Joe Quesada - anteprima
Joe Quesada racconta della pressione nel lavorare su Miracleman scritto da Grant Morrison e di quanto ci tenga a "non scazzare"
Caporedattore, ex grafico e illustratore, appassionato di tutto ciò che è narrazione per immagini.
La tradizionale chiacchierata del venerdì tra i redattori di Comic Book Resources e l'Editor-In-Chief della Marvel, Axel Alonso, questa settimana... non si è tenuta. O meglio, al posto di quest'ultimo si è presentato il grande capo, Joe Quesada, che un tempo teneva l'incontro prima di assumere il ruolo di Chief Creative Officer della Casa delle Idee. Eccovi dunque un più unico che raro ritorno alla calssica Cup o' Joe a discapito di Axel-In-Charge.
Non c'è dubbio che io senta personalmente un grande senso di responsabilità a riguardo. La Marvel ha certamente dimostrato lo stesso, credo sia evidente dalla pazienza e dalla cura con cui ha gestito il rilancio del personaggio e del materiale classico. La serie originale ha avuto un profondo effetto su di me come un lettore di fumetti ai tempi, e poi come professionista del settore, quindi c'è assolutamente l'intenzione di "farlo per bene", ma penso che nel mio caso l'espressione "non scazzare" renda meglio l'idea.
Lavorare su una nuova storia Miracleman potrebbe risultare abbastanza scoraggiante, e il fatto che questa storia di Grant vada a incastrarsi nel ciclo originale aggiunge ulteriore pressione, più di quanto mi aspettassi quando ho assunto l'incarico. Se poi considerate che questa è la prima volta in cui ho l'opportunità di lavorare insieme a un autore come Grant, capirete che quel senso di "non scazzare" può solo amplificarsi. Va bene, mi rendo conto che la pressione è del tutto autoimposta, ma questo non rende comunque le cose più semplici.Probabilmente questo suona molto sciocco ai lettori che si sono avvicinati solo ora a quei racconti e che non sono a conoscenza del loro significato storico. Non che io possa fargliene una colpa, non era facile procurarsi il materiale in questione se non ai tempi in cui è stato pubblicato. Tante grandi storie sono state influenzate in un modo o nell'altro da quella run e può essere difficile mettersi nella giusta ottica per apprezzare la saga originale.
Questa è la prima storia disegnata da Quesada da quattro anni (Spider-Man: Soltanto un altro giorno):
Per quanto io ami lavorare alle copertine ogni volta che ne ho la possibilità, non c'è niente di più appagante del raccontare una storia dall'inizio alla fine, una vignetta dopo l'altra, scena per scena e collaborare con uno scrittore, o di lavorare su qualcosa che io stesso ho scritto. Essendo stato un po' oberato (ok, forse più di un po') trovo ogni aspetto del processo immensamente piacevole; e con ogni aspetto non mi riferisco solo a pianificare e disegnare la storia. C'è anche tutta la parte della ricerca, la raccolta di riferimenti e le decisioni da prendere che sono tipiche del mio approccio compulsivo. Per questa storia ad esempio ho deciso di adottare uno stile un po' europeo e ho guardato i lavori di Moebius e Sergio Toppi prima di cominciare. Di solito mi piace mettere un sacco di nero e di ombre nei miei lavori, ma mi sono sforzato ad aprirmi a uno stile che va contro a tutto ciò che faccio di solito. Perciò vedrete che i neri non sono presenti nella storia, a parte quando è compare un personaggio, dato che fanno parte del design scelto per lui.
Un altro aspetto soddisfacente del progetto è lavorare su qualcosa che arriverà al pubblico. Come dicevo, ho fatto soprattutto copertine a causa del poco tempo libero, ma ho anche lavorato su una notevole quantità di roba che nessuno vedrà mai, come vari progetti televisivi e di animazione. Penso che noi fumettisti, per nostra stessa natura amiamo metterci in mostra, non siamo gente che preferisce lavorare nell'anonimato. Quindi occuparsi di un progetto che sta per arrivare nelle mani degli appassionati è davvero gratificante e fa anche un po' paura, ma è un bene che ci sia la paura.
La storia è senza tempo, nel senso che è stata scritta per essere inserita nel ciclo originale e trova posto nella continuity classica. È una storia mai narrata che si svolge prima della battaglia di Londra. Credo sia stata scritta quando Grant aveva 19 anni e io ho lavorato sul suo manoscritto originale, che potrete visionare nel materiale bonus in fondo all'albo. Grant è stato poi coinvolto nel processo e quindi la sua versione più esperta ha apportato delle modifiche al lavoro del se stesso diciannovenne, cosa che in effetti è molto morrisoniana e fa sorridere.
La seconda storia dell'albo di Peter Milligan e Mike Allred sulla versioni anni '50 di Miracleman:
Stiamo parlando di Milligan e Allred, come può non essere sorprendente? Quei due formano un'ottima squadra e lo si vede in ogni pagina. Adoro la loro storia, ha catturato la magia di quelle classiche, ma c'è anche una meravigliosa, inquietante strizzatina d'occhio a ciò che verrà. È davvero affascinante, divertente e intelligente. La storia ti mette a tuo agio e quando meno te l'aspetti... be', meglio non spoilerare.
Ha senso che ci sia un Miracleman oggi?
Sarà emozionante per me vedere cosa faranno altri autori con lui. Ci sono alcuni personaggi che tirano fuori il meglio di molti scrittori e artisti. A guardare le nostre librerie, penso che tra questi ci sia Daredevil. E credo che Miracleman, a causa della sua incredibile eredità e degli autori che hanno lavorato su di lui in passato, lo diventerà. In quanto autore, non puoi fare a meno di essere consapevole della storia che possiede un personaggio come Miracleman e non puoi fare a meno di voler farla rivivere.
Fonte: CBR