Yaya 1-2, la recensione

Renoir porta in Italia Yaya, un'interessante opera prima su due bambini cinesi che cercano di sopravvivere alla guerra...

Carlo Alberto Montori nasce a Bologna all'età di 0 anni. Da allora si nutre di storie: lettore, spettatore, ascoltatore, attore, regista, scrittore.


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In una Shangai pronta ad essere vittima degli attacchi giapponesi durante la II Guerra Mondiale, due bambini estremamente diversi stanno per incontrarsi. Yaya è di buona famiglia e dovrebbe imbarcarsi su una nave per Hong Kong assieme ai suo genitori, ma la sua passione per il pianoforte la spinge ad allontanarsi e perdersi la partenza, ritrovandosi così da sola in un ostile contesto bellico. Tuduo invece non ha i genitori e vive con un perfido aguzzino che sfrutta lui e il suo piccolo fratellino, ma è intenzionato a liberarsi il prima possibile da questa oppressione.
Yaya e Tuduo si incontrano e cercano di sostenersi per sopravvivere nella capitale cinese in preda ai bombardamenti, con la speranza di riuscire a far ricongiungere la bambina con i suoi genitori che ormai sono partiti.

Dal punto di vista narrativo Yaya sembra inserirsi in un filone di anime degli anni '70, come Marco: Dagli Appennini alle Ande o Remì, che avevano per protagonista un orfano, o un bambino alla ricerca dei suoi genitori, che era pronto a intraprendere un lungo viaggio nel corso del quale affrontava diverse avventure che lo aiutano a crescere.
Non si può però non pensare anche alle opere di Hayao Miyazaki come fonte d'ispirazione: il rapporto di collaborazione/protezione, con Tuduo che si assume la responsabilità di Yaya e la aiuta nella sua missione, ricorda prepotentemente Conan e Lana di Conan, il ragazzo del futuro, Pazu e Sheeta di Laputa, il Castello nel Cielo, o i due fratelli Seita e Setsuko di Una Tomba per le Lucciole. L'influenza dello Studio Ghibli è evidente anche nei disegni di Golo Zhao, che spiccano per i meravigliosi fondali e l'ottimo utilizzo del colore; il formato orizzontale dell'albo contribuisce a farli apprezzare, grazie a una struttura della pagina che non suddivide la tavola in troppe vignette, dando così maggior respiro alle scene.

Renoir porta in Italia i primi 2 volumi (su 9 previsti) di una serie a fumetti interessante, soprattutto graficamente; lo è ancor di più se pensiamo che si tratta di un'opera prima, ma questo non traspare per nulla quando si legge una storia solida e dei disegni con uno stile ben definito.
L'atmosfera di una storia di questo tipo potrebbe essere molto più angosciante, ma grazie ad alcuni elementi il fumetto riesce ad alleggerire i suoi toni, come ad esempio la capacità di Yaya di parlare con gli animali o una colorazione luminosa che rende i paesaggi devastati dalle bombe quasi fiabeschi.
È un'opera particolare ma di grande qualità, e anche il formato inusuale "a striscia" contribuisce a rendere ancor più atipico questo gioiellino che non sfigurerebbe affatto trasposto in animazione. Nel frattempo possiamo bearci della pubblicazione nel nostro Paese di quest'opera e aspettiamo l'arrivo dei prossimi volumi, che dovrebbero portare i due protagonisti in nuovi scenari dove proseguire la loro avventura.

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