The Multiversity: Frank Quitely parla del processo creativo di Pax Americana
L'artista scozzese ha parlato di Pax Americana, il suo nuovo lavoro in coppia con Morrison, raccontando alcuni aneddoti della loro collaborazione
Vi abbiamo già parlato e mostrato alcune tavole di The Multiversity: Pax Americana #1, opera che vede il duo composto da Grant Morrison e Frank Quitely tornare a lavorare insieme (senza dimenticare il colorista Nathan Fairbairn), dopo fumetti storici quali Flex Mentallo, JLA: Earth 2, New X-Men, We3, All-Star Superman e Batman and Robin.
Per chi non lo sapesse, i personaggi di Pax Americana, quali Captain Atom, The Blue Beetle, Nightshade e The Question, nacquero in casa Charlton Comics, furono acquistati dalla DC Comics e ispirarono fortemente Alan Moore nella realizzazione di Watchmen. Nell'attuale Multiverso DC questi character occupano il mondo chiamato Terra-4.
Adoro lavorare con Grant perché funziona tutto molto bene: i miei disegni e la sua scrittura sembrano fare l'una per l'altra. Lavoriamo anche con altre persone, ovviamente, ma c'è un qualcosa di preciso e definito che scatta quando ci troviamo assieme, cosa che è molto soddisfacente per entrambi, ma anche tanta altra gente sembra beneficiarne.
Le sue sceneggiature complete sono molto descrittive, sia in termini di storytelling che di dettagli concreti. Negli anni ci siamo sempre più abituati a lavorare assieme, e ho notato che i suoi script sono divenuti leggermente più semplici, e che tende a scrivere delle bozze di dialogo, per poi delineare quelli definitivi solo dopo aver ricevuto le tavole completate. Pax aveva una sceneggiatura abbastanza pesante in termini di dettagli, e Grant mi ha fornito dei layout di riferimento per molte delle pagine, perché aveva idee molto chiare su come queste dovessero apparire.
L'artista ha poi raccontato di come è nata questa nuova collaborazione con Morrison:
Per come me lo ricordo, Grant mi propose di fare questa cosa chiamata Pax Americana, e accennò al fatto che fosse una parte di un progetto più grande, ma non diede ulteriori spiegazioni, né io gliele chiesi. Preferivo concentrarmi sulla mia parte. Grant aveva un'idea molto chiara di come questo lavoro doveva essere fatto, e anche se c'erano sceneggiature molto chiare e layout di riferimento, si trattava comunque di una tonnellata di lavoro per chiunque l'avrebbe disegnata per lui. Penso che, fra i disegnatori esperti che conosce, io sia il più ossessivo, e sapeva bene che avrei fatto gli straordinari pur di completare il lavoro.
Ho amato il modo in cui ha gestito il personaggio di Capitan Atom, e i parallelismi fatti con Harley quando era un uomo giovane e spezzato. E ho amato anche tutta la storia dell'Algoritmo-8, e che Question subisse questo upgrade, dall'avere una moralità molto rigida a un punto di vista più attuale. E ancora, amo la storia per intero nel modo in cui è raccontata, al rovescio, e come tutti i sentieri della storia si specchino l'un l'altro.
Quitely ha poi condiviso il suo pensiero su questa storia e i suoi protagonisti, e del parallelismo con Watchmen:
Dave Gibbons è uno dei miei artisti preferiti, e ha avuto un'incredibile influenza su di me sin dai miei esordi sui fumetti. Il suo storytelling su Watchmen è impeccabile. Negli anni, ho preso in mano quel fumetto ogni volta che cercavo esempi di storytelling geniale e d'effetto. Ovviamente si tratta del testamento di Alan Moore, ma, dal mio punto di vista, Dave Gibbons, fra gli altri, influenza ogni cosa che faccio, compresa Pax.
Tornando a Pax Americana, l'artista ha raccontato qual è stata la sequenza più difficile da disegnare per lui:
C'è una scena nella quale Harley è un bambino e si intrufola nello studio del padre e, in particolare nella prima pagina di quella sequenza, c'è un setting ambientale della scena. Il bambino si muove attraverso lo spazio della stanza interagendo con diversi oggetti; tutti i dettagli dello sfondo aggiungono carica visiva alla scena e ogni cosa deve lentamente ruotare per permetterci di vedere che c'è un altro personaggio che sta entrando dalla finestra situata all'altro capo della stanza. Mi ci è voluto tantissimo per comporre l'intera scena.
Come per ogni cosa che realizzo, si tratta di riuscire a vederlo funzionare nella mia mente per poi spendere il tempo necessario per farlo funzionare su carta. Ho la tendenza a cercare connessioni fra ciò che sto disegnando di volta in volta e cosa sta accadendo nella sceneggiatura in quel preciso passaggio, poi con la storia presa nella sua interezza, poi con il tema di questa. Così, dato che Grant ha strutturato la storia in una maniera molto intricata, e ha voluto inserire nella sceneggiatura un certo numero di simboli e pattern che si ripetono, mi sono trovato a dover amplificare il mio lavoro anche sui dettagli dello sfondo.
Allo stesso modo, Quitely ha raccontato qual è la sua pagina preferita del fumetto:
C'è una pagina doppia che si svolge nel The Pax Institute che ha un punto di vista fisso di un interno diviso in una griglia di 32 riquadri della stessa dimensione, e ospita tre separati eventi narrativi che avvengono su tre separate linee temporali nello stesso luogo. Grant arrivò in studio e iniziammo a parlarne. Aveva questo piccolo pezzo di carta con sopra layout e note e provò a spiegarmi la sequenza, ma era troppo complicata. Così presi un foglio bianco e disegnai la griglia a 32 riquadri e, iniziando dall'angolo in alto a sinistra, dissi "Che timeline è questa? Chi ne è protagonista? Che sta facendo?", e lui me lo disse. Andavamo avanti così fino a quando qualcuno di noi esclamava "Aspetta un minuto, come siamo finiti qui?" e aggiustavamo progressivamente i dettagli fino a che il tutto non funzionava al meglio.
Alla fine dell'intervista, il disegnatore ha dichiarato che il suo prossimo lavoro in uscita è Jupiter's Legacy #5, sceneggiato da Mark Millar ed edito da Image Comics, che dovrebbe uscire negli USA prima di Natale, andando a completare il primo volume dell'opera.
Fonte: Newsarama