Lucca 2014, Mike Deodato Jr: Disegnare è come accendere la luce in una stanza
A Lucca Comics, il grande Mike Deodato Jr. ha incontrato i suoi lettori allo Showcase a lui dedicato
Caporedattore, ex grafico e illustratore, appassionato di tutto ciò che è narrazione per immagini.
Deodato scoprì di avere il dono di esprimersi attraverso il disegno intorno ai 13 anni e il padre, da poco scomparso, da quel momento l'ha sempre sostenuto e incoraggiato nel suo percorso di crescita artistica. In Brasile infatti non è per niente facile diventare un disegnatore di comics, come ha raccontato:
Sono cresciuto leggendo fumetti Marvel e DC. Ero molto timido e i supereroi, con le loro battaglie incentrate sul bene contro il male, mi hanno aiutato ad affrontare una vita piena di quelle piccole decisioni che possono cambiare tutto in ogni momento.
Ogni cosa che leggi può farti crescere come artista: evolvere il proprio tratto è importante... ma è anche divertente! Non è un meccanismo pianificato, avviene con naturalezza.
In questo modo lo stile si è evoluto di nuovo. Quando sono soddisfatto del mio lavoro la questione economica diventa secondaria. Certo, l'industria del fumetto dà poco spazio al cambiamento: gli editori devono guadagnare e chiedono al disegnatore di dare al pubblico ciò che vuole, con piccole variazioni misurate. Ma un disegnatore ha il dovere di proporre cambiamenti.
Dalle domande del pubblico sono emersi altri aspetti curiosi: Deodato predilige il bianco e nero al colore e si è detto molto orgoglioso dell'Artist Edition che Panini ha riservato a Original Sin 1; ciò non toglie, ha sottolineato, che lavora con i migliori coloristi del settore. Il suo personaggio preferito è Wolverine, "perché è selvaggio... e ha la testa grossa come me", mentre lo sceneggiatore con cui si è trovato meglio a lavorare è invece Warren Ellis:
Tutti gli sceneggiatori con cui collaboro sono dei veri professionisti, ma lui è il Re. Adoro i suoi lavori, tirano fuori il peggio di lui, nel senso buono del termine. Contengono sempre situazioni molto strane e scioccanti e questo mi attrae molto. Mi sento benedetto per aver lavorato con lui per ben due volte [su Thor e Thunderbolts] e spero accada di nuovo in futuro.
A chi gli chiede se ha mai pensato di cominciare proporsi come autore completo, Deodato risponde che ha già tentato in passato, ma poi sono arrivati i supereroi, che erano il suo sogno: da allora aspetta il momento in cui potrà tornare a provarci ma teme che questo non avverrà mai perché gli impegni sono davvero molti tra consegne e contratti in esclusiva. Quello che fa in merito è portare avanti in parallelo dei piccoli contributi sul suo profilo Tumblr in cui pubblica saltuariamente dei brevi racconti a fumetti, un modo per migliorarsi prima di affrontare una vera e propria opera compiuta:
Non ho intenzione di improvvisarmi autore completo, è qualcosa a cui posso ambire procedendo a piccoli passi. Quello che faccio ora è gratuito, per puro piacere; non avendo pressioni da un editore posso affrontare argomenti spinosi come la religione. Per me disegnare significa accendere una luce in una stanza buia e anche quando vado in palestra per staccare un po', mi ritrovo ad appuntarmi le idee che mi vengono in mente. Provo un vero piacere nel disegnare; sì, mi piace andare alle convention o vedere il mio lavoro pubblicato ma niente mi rende felice come stare al tavolo da disegno.
Sono ormai vent'anni che Deodato non collabora con DC Comics: ricorda con piacere il suo lavoro su Wonder Woman in quanto gli era stata data grande libertà creativa, ma non rimpiange di aver legato il suo nome alla Marvel, con cui ha un rapporto idilliaco, non ha mai avuto problemi o avuto incomprensioni:
Una volta Brian Bendis mi chiese di scrivere una lista di cose che mi sarebbe piaciuto disegnare e io inserii elementi assurdi come dinosauri, lupi mannari e scenari tipicamente west. Poi col tempo mi dimenticai di quell'elenco. Solo mesi dopo lo ritrovai e mi accorsi che, tra un lavoro e l'altro, avevo davvero disegnato tutte quelle cose!
Ultimates Annual #2, scritto da Charlie Huston, è ricordato da Deodato Jr. come un punto di svolta per la sua carriera:
Disegnai la storia esattamente come era descritta nella sceneggiatura ma... c'era una sequenza che risultava confusa e che avrebbe estraniato i lettori. Decisi comunque di attenermi allo script e poi me ne pentii. Da quel momento ho capito che se è presente un errore nella descrizione di una tavola, è mio dovere correggerlo, metterci del mio. Anche per questo motivo ho deciso di leggere molti più libri, per comprendere meglio il lavoro degli scrittori.
Deodato ha poi ricordato insieme al pubblico il suo incontro con uno dei suoi miti:
Il mio artista preferito è Neal Adams... perché è Neal Adams. L'ho conosciuto due anni fa; pur avendo collaborato con la sua società negli anni '90, non l'avevo mai incontrato. Dovete sapere che Neal è noto per i suoi repetini cambi d'umore e quindi mi sono avvicinato a lui con cautela: stava mangiando un panino e in punta di piedi mi sono presentato. Con mia grande sorpresa buttò via il sandwich e mi venne incontro dicendomi quanto amasse i miei lavori. La cosa mi riempii d'orgoglio, mi rese davvero felice. Nei giorni successivi scoprii che aveva consigliato i miei lavori ai suoi figli, per imparare a disegnare, e la cosa mi commosse.
Un ultima piccola curiosità: Deodato, al contrario di Carlos Pacheco, che aveva dichiarato di non usare quasi mai la gomma in quanto pagato per disegnare e non per cancellare, fa grande uso delle correzioni e anzi, afferma che la gomma è lo strumento che usa di più al tavolo da disegno.